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BONIFICHE A PORTO MARGHERA » SI MUOVE Il GOVERNO

Confermate le procedure di semplificazione, verifica entro fine anno. Il governatore Zaia: «Non siamo come Taranto»

Le bonifiche di Porto Marghera restano una priorità per il governo e le procedure di semplificazione restano valide. L’ha voluto ribadire ieri il ministro per l’Ambiente Andrea Orlando, arrivato a Venezia per la Conferenza dei servizi che ha finalmente sbloccato 12 interventi di bonifica: i più significativi quelli di Sapio, Oleificio Medio Piave e raffineria Eni.

«Tornerò entro la fine dell’anno per accertarmi che, almeno dal punto di vista delle bonifiche, la partita di Porto Marghera sia chiusa», ha promesso Orlando lanciando un segnale importante dopo le polemiche scoppiate in giugno, quando sembravano essere stati messi in discussione i protocolli firmati a gennaio dal suo predecessore, Corrado Clini, successivi all’accordo di programma di aprile 2012 tra ministero ed enti locali per la semplificazione delle bonifiche sui terreni di Porto Marghera.

«Quell’accordo e quei protocolli non sono in discussione», ha ribadito Orlando, in un incontro al fianco del governatore Luca Zaia, «anche se non definivano nel dettaglio alcuni passaggi, ad esempio relativi al riuso dei terreni e delle garanzie finanziarie, aspetti che ora abbiamo superato».

Lo sforzo del ministero – ha sottolineato Orlando – si concretizza con l’approvazione dei progetti ai quali si è arrivati nel «rispetto delle verifiche ambientali».

E i rallentamenti che – ammette – ci sono stati, non sono imputabili al partito della burocrazia, ma a scelte sbagliate della spending review e al periodo di vacatio per il cambio di governo.

«Per risparmiare 220 mila euro è stata smantellata la segreteria tecnica del ministero, la struttura responsabile di seguire i progetti», ha spiegato il ministro, facendo intendere che non c’era più nessuno a seguire le bonifiche. Le approvazioni arrivate ieri sono quindi il «compimento di un percorso», lo dice Orlando e lo ribadisce Zaia, sottolineando che «dopo anni di chiacchiere si apre un nuovo corso basato sull’idea che la manifattura sia ancora strategica per il Veneto» perché su Porto Marghera sono previsti, come era stato annunciato già ad aprile scorso, 3 miliardi di investimenti pubblici e 2,7 di privati.

«Noi diciamo alle aziende venete», ha proseguito Zaia, «che sta cambiando il mondo, con procedure agevolate e una conferenza di servizi più veloce. L’importante è che i protocolli che il Ministero sta assumendo oggi, con noi al suo fianco, diventano realtà. Noi non siamo Taranto e stiamo gestendo benissimo la partita, in maniera civile, lineare, in linea con le richieste degli imprenditori».

In mattinata Orlando ha anche incontrato il sindaco Giorgio Orsoni e il presidente degli industriali, Matteo Zoppas, condividendo la necessità di aprire al più presto un tavolo per lo sviluppo industriale di Marghera 2020 che veda coinvolti tutti gli interlocutori (delle istituzioni, delle categorie, dei lavoratori). «Per rendere appetibili gli investimenti», dice Zoppas, «è necessario dare risposte concrete in termini di semplificazione e di velocizzazione degli iter burocratici e autorizzativi. Gli investimenti per la riconversione e il mantenimento della produzione sono la condizione necessaria alle bonifiche; questi investimenti richiedono certezza di tempi e di costi». Per l’assessore regionale Renato Chisso quella di ieri è stata una «giornata importante per Venezia e per il Veneto che produce. Sono stati definitivamente chiariti la validità e l’efficacia degli accordi di programma siglati con il ministro Clini».

Francesco Furlan

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COMUNE FUORI DALLA CONFERENZA DECISORIA

«Non possiamo dire di sì a interventi a scatola chiusa»

Certo, c’è la soddisfazione per l’arrivo del ministro, che ha confermato la validità dei percorsi semplificati per le bonifiche, ma anche una presa di posizione forte, per dire che «il Comune, che partecipa alle fasi istruttorie delle conferenze dei servizi, non può essere tagliato fuori dalla fase decisoria». È accaduto anche ieri. Gli assessori Gianfranco Bettin (Ambiente) e Alfiero Farinea (Sviluppo economico) lo hanno detto chiaro e tondo al direttore generale del ministero dell’Ambiente, Maurizio Pernice, nella fase istruttoria della conferenza, aperta proprio dal ministro Orlando.

«Se però il ministro, da un lato, in pieno accordo con gli enti locali, dice che la strada da seguire è quella semplificata individuata da Clini, dall’altro lato la struttura del ministero va nella direzione opposta» dice Bettin: «Il fatto che alla conferenza decisoria debba partecipare anche il Comune è previsto proprio dai protocolli di Clini, non possiamo accettare scatole chiuse».

Anche il sindaco Orsoni, che ha incontrato il ministero prima di partire per New York, lo ha fatto sapere a Orlando, al quale aveva già inviato una lettera. Fino a che c’era Clini, osservano dal Comune, tutto era filato liscio, con una serie di conferenze dei servizi fruttuose. Poi tutto si è fermato anche se c’è la fiducia che, l’intervento di Orlando, possa riportare il treno delle bonifiche lungo i giusti binari, e riacquistare la velocità necessaria per bonificare e passare alla fase successiva, la più importante, cioè reindustrializzare l’area.

«Da tempo le incertezze economiche e temporali sui processi di bonifica rappresentano gli elementi che frenano e condizionano lo sviluppo e la riconversione industriale di Porto Marghera» dice Farinea «è necessario accelerare e semplificare le procedure di bonifica per renderle maggiormente efficaci dal punto di vista economico-produttivo senza compromettere i, necessari e opportuni, livelli di salvaguardia ambientale».

(f.fur.)

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gli interventi Terreni di Alcoa, autorizzazione concessa

Tra Oleificio Medio Piave e Autorità Portuale c’è da superare lo scoglio della banchina

Tra i progetti di bonifica approvati ieri nella conferenza dei servizi tra enti locali e ministero dell’Ambiente, ce ne sono alcuni che aspettavano da tempo, e che sono fondamentali per il rilancio industriale di Porto Marghera. A partire dall’intervento dell’Oleificio Medio Piave, non a caso citato anche dal ministro Orlando come uno dei più significativi. Lo sblocco del progetto per la bonifica dei terreni, nell’area del nuovo Petrolchimico, è però solo il primo passo per l’insediamento dell’impianto per bio-carburanti, che dovrebbe andare ad assorbire anche i lavoratori della Vinyls. I piani dell’Oleificio sono infatti vincolati all’utilizzo della banchina Sali del Porto industriale, una banchina che però l’Autorità portuale vorrebbe tenere per sé, affidando all’Oleificio un’altra banchina, in un canale interno, che la società però ritiene non adatta alla propria attività. Ci sono margini perché si arrivi presto a un accordo, ma quello che si chiedono in molti, compresi i sindacati, è perché mai l’Oleificio Medio Piave dovrebbe impegnarsi nella bonifica prima dell’ok all’utilizzo della banchina.

Tra gli altri dodici punti approvati – progetti ma anche prese d’atto di interventi già realizzati – c’è anche quello relativo ad Alcoa, il cui progetto era stato bloccato a giugno perché – alla richiesta di riutilizzare all’interno del sito terreni di scavo i cui valori di inquinamento rientravano all’interno di alcuni parametri – il ministero aveva risposto con la necessità di ottenere un’ulteriore autorizzazione, non prevista dai protocolli. Nella conferenza di ieri è arrivata la risposta definitiva, autorizzando l’Alles ad utilizzare i terreni, proprio come previsto dai protocolli. È il superamento di un ostacolo importante, uno dei motivi per i quali Orlando ieri è arrivato a Venezia. Tra gli altri progetti di bonifica per terreni e acqua autorizzati ci sono quelli della raffineria Eni e della Sapio Produzione idrogeno ossigeno, per la sperimentazione di nuovi processi di bonifica di falde e terreni inquinati.

(f.fur.)

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