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È di pochi giorni fa il progetto di “Veniceland” in Sacca San Biagio, naturalmente lo scatenarsi di no a Venezia è inevitabile. La gente è stanca delle invasioni barbariche che puniscono la città. Credo però che questo, se gestito bene, potrebbe essere un progetto pilota per una nuova progettazione sostenibile di investimenti in città. Se di investimento si tratta veramente, si tratta anche di persone che lì vanno a lavorare. Ora si potrebbero progettare intanto nuovi e innovativi mezzi di trasporto autosostenibili per portare le persone nel luogo, poi dei nuovi modi di lavoro (penso a telelavoro, partime, orari sostenibili per le mamme che ci lavorano), modalità che centrino le esigenze delle persone. Penso ad un nido nel parco, ma che possa essere usato anche da chi abita lì vicino ed anche a tutta una serie di servizi che possano dare una qualità di vita migliore con chi abita lì vicino. Dal punto di vista tematico penso all’acqua, a dei laboratori didattici per i bambini e sperimentali degli adulti, ad una sorta di parco dove la conoscenza della cultura della laguna sia divertente, ma allo stesso tempo lasci un segno nelle menti delle persone e faccia capire loro quanto la nostra città sia fragile e quindi debba essere amata e rispettata.

Ecco il nuovo modo di fare impresa in città dovrebbe avere queste modalità:perseguire il guadagno certo, ma dare dei vantaggi al territorio dove si investe, migliorando la qualità di vita degli abitanti dal punto di vista economico, sociale e culturale. Abbiamo visto che cosa ha portato la finanza dello “spremiagrumi “alla nostra città , sarebbe importante dare un bel segno di cambiamento che sia sostanziale e non solo elettorale.

Anna Brondino – Venezia

 

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