Gazzettino – Piano casa, nella notte il voto
Posted by Opzione Zero in Rassegna stampa | 0 Comments
29
nov
2013
Veneto, in Consiglio regionale maratona per l’ok alle norme urbanistiche. Negli ultimi quattro anni inoltrate 60mila richieste di ampliamento
CAMPAGNA – Previsti limiti alle costruzioni in aree rurali; nella foto d’archivio una casa colonica.
LE AGEVOLAZIONI – Comprese le famiglie “non tradizionali”
IL PUNTO FORTE – Ampliare del 20% gli edifici esistenti
VENEZIA – Il Piano Casa terza edizione si vota nella notte. Una maratona, nel Consiglio regionale del Veneto, per una legge destinata a cambiare ancora la fotografia del territorio veneto. La corsa notturna per la proroga urbanistica è dovuta anche alla data di scadenza, si deve fare tutto entro domani. Finora hanno approfittato degli ampliamenti previsti (vantaggi volumetrici e semplificazioni fiscali) 60 mila veneti negli ultimi quattro anni. La terza edizione del piano casa ieri alle 22 aveva già una precisa forma anche se la maratona notturna potrebbe portare qualche novità. Come l’emendamento che ha sollevato le famiglie numerose dal pagamento degli oneri previsti per l’ampliamento della propria abitazione. A sera l’aula aveva approvato, con maggioranze trasversali, una decina dei 18 articoli del testo di legge.
Tra i punti rilevanti la conferma della possibilità di ampliare del 20 per cento del volume o della superficie gli edifici esistenti, in deroga ai piani urbanistici e ai piani ambientali dei parchi regionali (ma in questo caso con parere vincolante della Soprintendenza).
Gli ampliamenti – dice la legge – potranno essere realizzati anche su un lotto limitrofo, sino a 200 metri di distanza dall’edificio principale, su un diverso corpo di fabbrica. In ogni caso, è consentito a tutti un ampliamento sino a 150 metri cubi per le prime case singole. Potranno beneficiare delle agevolazioni e dei bonus i titolari di prima casa, i familiari e “altri aventi diritto” (formula compromissoria che ha consentito di mettere d’accordo le diverse forze politiche rispetto alle famiglie non tradizionali).
L’aula ha inoltre stabilito che la percentuale del 20 per cento del bonus volumetrico potrà essere aumentata di un ulteriore 5 per cento per le abitazioni – e del 10 per cento in caso di edifici non residenziali – per interventi di messa in sicurezza antisismica dell’intero edificio. Un ulteriore aumento del 10 per cento è previsto nei casi di rimozione dei tetti in amianto. Molto più sostanziosi i premi volumetrici riconosciuti a chi abbatte il vecchio edificio e lo ricostruisce per migliorarne la qualità architettonica ed energetica e la sicurezza: in questo caso il bonus è del 70 per cento, elevabile all’80 per cento nel caso di bioedilizia.
Il premio volumetrico è riconosciuto anche a chi ricostruisce il nuovo edificio in un’area diversa.
Il nuovo piano casa sarà applicabile anche in zona agricola, ma con alcune limitazioni. Si potranno ampliare, infatti, solo gli edifici residenziali o quelli destinati alla conduzione del fondo. In caso di edifici residenziali in zone a rischio idrogeologico, il nuovo piano incentiva la demolizione e la ricostruzione in zona sicura con un premio del 50 per cento del volume o della superficie.
L’aula ha finora respinto la manovra emendativa del Pd, Idv e Sinistra veneta che cercava di conservare i poteri decisionali dei Comuni nell’applicazione del piano casa, previsti nelle due precedenti edizioni del piano. È’ prevalsa la linea sposata dalla Giunta, dal Pdl e Udc e caldeggiata da Bortolussi, Bottacin e Foggiato di applicare in modo omogeneo il piano in tutto il territorio regionale, superando la discrezionalità delle amministrazioni comunali. Ma su questo punto, che è poi il vero nodo politico della legge, a mezzanotte si stava ancora discutendo, cercando un compromesso tra esigenze di tutela del territorio e quelle di rilancio dell’economia.
LA CGIL CONTRARIA
«Così si cementifica ancora di più il territorio e si toglie ai Comuni il potere di programmare»
MESTRE – La Cgil contesta il Piano Casa della Regione e gli altri provvedimenti sulla programmazione e sviluppo del territorio veneto.
«Questo Piano Casa è inaccettabile», tuona Emiliano Viafora, segretario generale della Cgil del Veneto. «La proposta allo studio in Giunta non va bene, bastava rivedere il vecchio Piano Casa. Questo invece rischia di alimentare nuova cementificazione, oltre ad espropriare i Comuni da ogni facoltà programmatoria. Non siamo contro il Piano Casa, ma così non va bene. Perché – dice Viafora – consente ai centri commerciali d’ingrandirsi ancor di più, con il risultato che moriranno altri negozi in città».
Critiche anche verso il project financing: troppo cara l’alleanza tra pubblico e privato, soprattutto per quanto riguarda la costruzione dei nuovi ospedali.
Un dossier del sindacato ha fatto i conti sulle spese sostenute per il project degli ospedali di Montebelluna, dell’Angelo (Ve), di Santorso (Vi) e di Schiavonia (Pd).
Ad esempio, calcola la Cgil, per Schiavonia l’Ulss padovana – quindi la Regione – dovrà pagare un canone annuo di circa 25 milioni per 30 anni, anche se l’ospedale è costato in tutto 170 milioni (64 milioni dai privati) «Era più conveniente un mutuo – precisa Viafora».
La Cgil contesta anche la variante al PTRC «Basta con il gigantismo e con il consumo di suolo, si migliori l’esistente», ma esprime parere favorevole sul «Piano Cave» della Giunta Regionale. Purché arrivi qualche modifica.