Nuova Venezia – Piano casa. Zorzato finisce sotto accusa.
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9
gen
2014
IL CONVEGNO DI ASOLO SUL PIANO CASA
ASOLO (Treviso) – Piano Casa ter, è scontro tra Regione e sindaci. Anche se le premesse sono sempre concilianti, poi sugli effetti pratici del provvedimento è lampante la contrapposizione tra chi ha voluto regole uguali per tutti (la Regione) e chi invece considera la riproposizione del Piano Casa come un grimaldello che scardinerà Pat e piani regolatori usciti dai consigli comunali. È quanto emerso nel convegno di Asolo, moderato dal nostro collega Daniele Ferrazza, dove il vicegovernatore del Veneto Marino Zorzato ha difeso a spada tratta la nuova legge mentre il sindaco di Asiago Andrea Gioss ne ha evidenziato gli aspetti che potrebbero spalancare le porte alla speculazione. In mezzo il mondo artigiano, rappresentato da Mario Pozza e Agostino Bonomo, rispettivamente alla guida della Confartigianato trevigiana e vicentina, che, numeri alla mano dimostrano come le facilitazioni per gli ampliamenti siano stati la soluzione che ha salvato dalla crisi un tessuto di settemila aziende e undicimila posti di lavoro. E, parafrasando il calcio, ricetta vincente non si cambia. A spiegare che non è stata una manna è stato un ospite a sorpresa, il professor Tiziano Tempesta dell’Università di Padova, che, sempre numeri alla mano, ha sottolineato che i Piani Casa non hanno poi portato a grossi vantaggi. Ma al di là delle cifre, il nodo centrale è proprio l’esclusione dei sindaci dall’applicazione della legge 32:
«Solo il Friuli», spiega Gioss, «ha fatto un Piano Casa che non prevede la partecipazione dei comuni. Si è voluto fare qualcosa che vale da Rosolina ad Auronzo, senza tener conto delle diverse peculiarità dei territori e delle loro vocazioni decise dagli enti locali. Guardando poi alla legge scopriamo delle cose interessanti, dove l’ampliamento riesce a trasformarsi in nuove costruzioni».
«Abbiamo voluto garantire a tutti i cittadini il medesimo diritto», controbatte Zorzato, « i precedenti Piani Casa hanno soddisfatto ben 62mila richieste di ampliamento in Veneto. Non verrà toccato nessun vincolo esistente. È una soluzione per sviluppare e migliorare l’esistente. E dare respiro ad una parte importante della nostra economia».
«Sará ma per me è una ricetta vecchia» ha osservato l’editorialista del Corsera Gian Antonio Stella che sul tema del consumo del territorio notoriamente ci va a nozze, «abbiamo un patrimonio turistico che tutti ci invidiano e non sfruttiamo. È questo lo sviluppo o invece continuare a costruire dopo aver esagerato come ci siamo accorti da vent’anni a questa parte, ma dove non è cambiato nulla? Comunque ritengo aberrante che i sindaci non possano avere voce in capitolo per quello che riguarda il loro territorio».
In chiusura Zorzato assicura la massima disponibilità per migliorare una legge «che noi per primi non riteniamo perfetta, né lo potrebbe essere». Ma basta toccare nuovamente il tasto del rapporto tra Regione e Comuni che lo scontro riprende come prima.
Davide Nordio
Nasce l’asse Pd-Lega «Ascoltare i sindaci e salvare il territorio»
Pigozzo (Pd): «Le proposte unificate, legge entro l’estate»
E Il Carroccio vuole creare anche la banca della terra
PADOVA – Consumo zero dell’ambiente e banca della terra: Lega e Pd firmano un patto per salvare il Veneto dal cemento e approvare entro l’estate una legge che «congeli» gli effetti del Piano casa. Nelle due ore di audizione la II commissione Urbanistica ha ascoltato il vicepresidente dell’Anci Franco Bonesso, il direttore dell’Ance Enrico Ramazzina, Claudio Pianegonda di Confcooperative, Manuel Benincà della Coldiretti, Adolfo Andrighetti di Confagricoltura, il rettore dello Iuav di Venezia Amerigo Restucci e Tiziano Tempesta, docente del Dipartimento del territorio dell’università di Padova che ha fornito un dossier che ha fotografato l’emergenza. In 40 anni la Sau è diminuita di 120 mila ettari e nell’ultimo decennio la popolazione veneta è salita di 370 mila abitanti con un boom edilizio stratosferico, pari a 120 milioni di mc, 50 milioni dei quali utilizzati dai nuovi residenti che si sono «trasferiti» dalle città nell’hinterland e in campagna. Sul mercato ci sono 70 milioni di mc di alloggi invenduti su cui si paga l’Imu, con i prezzi in costante discesa. Il professor Tempesta ha poi proposto che a gestire i Prg non siano più i Comuni, ma le Regioni cui compete la delega urbanistica.
Franco Bonesso, a nome dei sindaci dell’Anci, ha chiesto invece alla Regione di porre fine alle deroghe che hanno snaturato la legge 11 del 2004 e ha sollecitato Pd e Lega a presentare una sola proposta. Tesi accolta: «Bonesso ha ragione, dobbiamo riscrivere il patto con i comuni e prima dell’estate il consiglio regionale può approvare una legge di tutela del territorio che accolga le proposte dei sindaci senza imposizioni dall’alto com’è avvenuto per il Piano casa», spiega Bruno Pigozzo, consigliere regionale Pd. Le divergenze da superare non sono poche e non sarà facile fare sintesi, come ha ammesso Andrea Bassi, presidente della II Commissione. La prima proposta, presentata dal vicepresidente della Giunta Marino Zorzato, intende invertire il processo di urbanizzazione e riqualificare il tessuto edilizio dimezzando le aree di nuova lottizzazione ancora sulla carta per restituire all’uso agricolo quelle dove le potenzialità edificatorie non siano state realizzate. Per incentivare la rigenerazione di edifici ed aree degradate, Zorzato prevede incrementi premiali del volume o della superficie (sino al 30 per cento), crediti edilizi e accordi di programma. La seconda proposta, sottoscritta da tutti i consiglieri Pd e da Giuseppe Bortolussi, primo firmatario Bruno Pigozzo (vicepresidente della commissione Urbanistica), incentiva i Comuni che nella propria programmazione recuperano suolo agricolo premiandoli nei riparti di contributi regionali e si prefigge di scoraggiare l’urbanizzazione dei terreni agricoli vietando il cambio di destinazione per dieci anni se hanno beneficiato di contributi comunitari e aiuti di Stato. In arrivo c’è una terza proposta di legge, presentata dalla Lega, che vorrebbe istituire la Banca della terra veneta per censire il suolo coltivabile e incentivare il ritorno dei giovani al lavoro nel primario. Infine, dal fronte ambientalista è arrivato un richiamo al legislatore veneto perché non acceleri troppo il passo: «Il Consiglio dei Ministri ha approvato il 13 dicembre una proposta di legge che andrà in discussione alla Camera», ha ricordato Umberto Zandegiacomi di Italia Nostra, «per cui è opportuno aspettare che la Montecitorio affronti il tema per poter poi legiferare» senza ulteriori conflitti istituzionali.
Albino Salmaso
A Venezia oggi il summit delle città venete con il ministro Zanonato
Piano casa: oggi a Venezia i sindaci dell’area metropolitana hanno in programma un summit per valutare gli effetti della legge 32 che autorizza le demolizioni e la ricostruzione con ampliamenti del 20 per cento dei volumi esistenti, anche nei centri storici. All’appello del sindaco di Venezia Giorgio Orsoni (foto) hanno risposto Ivo Rossi di Padova, Giovanni Manildo di Treviso, Jacopo Massaro di Belluno e Achille Variati di Vicenza, oltre a sindaci di comuni più piccoli. Non si parlerà solo di Piano casa, ma anche di aumento delle tariffe delle autostrade e dei treni, con il caso dell’orario cadenzato. All’incontro è stato invitato il ministro Flavio Zanonato che ai sindaci dovrà spiegare gli effetti della legge di stabilità sui bilanci dei comuni, con l’aumento della Tasi che dovrà prendere il posto dell’Imu. Ma il cuore del dibattito riguarda il Piano casa.