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VENEZIA – Il Piano cave sollecitato dall’assessore leghista Maurizio Conte? Approvarlo sarebbe «una follia». Lo dice Davide Bendinelli, consigliere regionale di Forza Italia nonché presidente della commissione Agricoltura a Palazzo Ferro Fini. Benché collega di maggioranza, Bendinelli respinge al mittente l’invito dell’assessore Conte di accelerare l’iter per l’approvazione del Prac, il Piano regionale per le attività di cava. È vero che è stata una sentenza del Tar del Veneto, relativa a un ricorso presentato da cavatori del Veronese, a sollecitare la Regione a chiudere la partita entro un anno, ma, dice Bendinelli, il rilievo dei giudici amministrativi tiene conto della forma e non della sostanza.

«La verità – dice l’azzurro – è che non c’è bisogno di avere altra ghiaia, si può recuperare quella dei fiumi, senza contare che con i cantieri per Pedemontana, Valdastico, traforo delle Torricelle e vasche di laminazione a Trissino ci troveremo con 20 milioni di metri cubi di terra. E, con la crisi dell’edilizia che c’è, dovremo dare altre autorizzazioni ai cavatori? Privilegiare qualcuno? Spiacente, è ora di finirla con le “marchette”. Fare il Prac come vorrebbe Conte, sarebbe, per dirla in veneto, “pezo el tacon del sbrego”».

Ieri, intanto, in commissione terza sono stati ascoltati i cavatori in merito al progetto di legge 284 che disciplina l’attività di estrazione e di cui il Prac detterà l’attuazione. Roberto Fasoli, Pd, ha avvertito: la legge si fa se sarà contestuale al Prac, ma l’assessore dovrà avere i voti della sua maggioranza: «Noi vogliamo ridurre gli scavi. E non faremo da stampella».

(al.va.)

 

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