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Uniti contro la Romea commerciale. I sindaci della Riviera del Brenta e del Miranese, riuniti ieri in un consiglio comunale straordinario a Mira, sono compatti nel loro rifiuto: non vogliono che l’innesto si faccia a Roncoduro, anziché a Villabona e non vogliono «subire l’opera» il cui progetto preliminare ha ottenuto il via libera del Cipe a novembre.

Mattia Donadel, leader dei comitati ambientalisti «Opzione zero» e capogruppo in consiglio comunale della lista civica «Mira fuori dal Comune» ha presentato un ordine del giorno (appoggiato anche da M5S) per chiedere a Governo, Regione, Anas di ritirare il progetto, di avviare un tavolo di confronto con gli enti locali e con forze sociali per individuare «alternative migliori» e di passare immediatamente alla messa in sicurezza della attuale Statale 309.

Nessun cenno invece sulla variante proposta dalla Lega Nord in Provincia, cioè di deviare l’innesto a Oriago, perché «il problema non si risolve scaricando gli oneri su questo o quel Comune, ma solo costruendo un fronte unitario che respinga questo mostruoso progetto».

E i primi passi del fronte comune si vedono. I sindaci di Camponogara, Campagna Lupia, Dolo, Codevigo, Mirano e Spinea hanno espresso il loro secco «no» al progetto.

«Per la Romea passano 18 mila mezzi al giorno – dice il sindaco di Campagna Lupia Antonio Livieri – di cui metà sono veicoli locali che non hanno bisogno di un’autostrada. È un’opera che devasta il territorio. Per noi si deve fermare a Codevigo, con collegamento a Chioggia e A13 e un raddoppio dell’attuale Romea».

Idea che sposa anche il primo cittadino di Camponogara, Giampiero Menin.

Per Maria Maddalena Gottardo, sindaco di Dolo, l’opera non deve avere il suo innesto a Roncoduro, sede del vecchio casello della A4 e dove, secondo gli accordi, sarebbe dovuta arretrare la barriera di Villabona: «Serve un denominatore comune e l’unica arma che abbiamo sono i dati. Non consentirò nessun attraversamento nel territorio di Dolo».

E poi ci sono i Comuni di Mirano e Spinea, mai convocati ai tavoli delle trattative ma che sono interessati dalla nuova Romea commerciale più o meno direttamente. Come Spinea, che rischia dover cedere alla Orte-Mestre una parte di Crea, peraltro ai confini con Mirano. E con una ferita come quella del Passante ancora aperta, i sindaci non intendono offrire nuovamente il fianco.

«Non siamo mai stati tirati in ballo e ci opporremo – dice il sindaco di Mirano, Maria Rosa Pavanello – Roncoduro è improponibile, e il progetto della Romea Commerciale, così com’è, ci vede contrari».

Anche il vicesindaco di Codevigo, Nicolas Frison, chiede che si studi la soluzione migliore per tutto il territorio. «Per noi è importante risolvere un problema viario, Codevigo al momento è un nodo molto aggrovigliato. Ma non accetteremo soluzioni impattatanti».

Presenti in sala per ribadire la loro opposizione alla Orte-Mestre anche i rappresentanti dei comitati e della Confederazione italiana agricoltori (Cia).

Scettico il centrodestra di Mira sulle possibilità di chiedere il ritiro del progetto di un’opera già approvata in fase preliminare dal Cipe e inserita in legge obiettivo. «Le favole sono belle, ma si raccontano ai bambini – commenta Paolino D’anna – sappiamo tutti che la realtà sarà ben diversa».

di D.Tam.

 

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