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COMITATO “NO GRANDI NAVI”

VENEZIA – Anche il Comitato No Grandi, con un comunicato del suo portavoce Giuseppe Tattara scende in campo – in questo caso a fianco del sindaco Giorgio Orsoni – contro la campagna mediatica lanciata sulle pagine dei principali quotidiani nazionali e locali da Venezia Terminal Passeggeri per chiedere al Governo di annullare il divieto di transito in Bacino di San Marco delle navi da crociera di grosso tonnellaggio, già stabilito da un’ordinanza della Capitaneria di Porto.

«La penosa pubblicità», scrivono i No Grandi Navi, «è un insulto all’intelligenza delle persone che ben vedono la realtà delle cose e uno sciocco e inutile spreco di denaro, pubblico e privato. Per questo non varrebbe neppure la fatica di spendervi sopra due righe di commento, se non per appoggiare il sindaco Orsoni nella sua richiesta alla Autorità Portuale, che in Vtp ha una significativa partecipazione, di vigilare con maggiore accortezza su queste azioni che contrastano con gli stessi accordi firmati dalla Autorità Portuale in sede ministeriale. Si tratta di una pubblicità ingannevole, che dovrebbe essere perseguita a norma di legge, volta a creare un clima di paura basato sulla disinformazione dell’opinione pubblica, proprio ora che un processo democratico di comparazione tra progetti alternativi sembra prendere le mosse secondo l’ordine del giorno votato al Senato, lo scorso 6 febbraio. La pubblicità presenta dati fantasiosi sulla caduta dell’occupazione e sul danno che deriverebbe alla produzione del comune di Venezia, forse giustificabili nell’ipotesi di una chiusura totale e complessiva della marittima che nessuno vuole. Le proposte di un attracco per le grandi navi in un avanporto fuori della laguna comportano una riqualificazione della Stazione Marittima, non certo un suo azzeramento, sono graduali nella applicazione, consentono di contemperare l’esigenza di controllare l’accesso delle navi, i danni alla salute e al patrimonio storico dovuti all’inquinamento, il pericolo di un sempre possibile incidente, con un progetto di fattibilità di lungo termine, che è l’unica via per consentire una prospettiva occupazionale stabile».

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