Nuova Venezia – “Le leggi vietano nuovi canali in laguna”
Posted by Opzione Zero in Rassegna stampa | 0 Comments
13
mar
2014
la polemica
Il comitato “No Grandi Navi” replica al presidente del Porto, Paolo Costa, sul Contorta
«Perché mai le merci possono andare fuori della laguna con il nuovo off shore e i passeggeri no? Il Porto non si accorge che su questa strada il crocierismo fuori scala diventerà del tutto incompatibile con la laguna. Occorre pensare con lungimiranza a uno scalo per le grandi navi fuori della laguna. Solo così si salverà l’ambiente, il porto e il lavoro».
Il professor Giuseppe Tattara, docente di Economia a Ca’ Foscari, replica al collega Paolo Costa, presidente dell’Autorità portuale. E ha diffuso ieri un comunicato del Comitato «No Grandi Navi» di cui fa parte. A Costa Tattara ricorda che le «procedure di legge» che lui invocate per la scelta della via alternativa alla Marittima non sono le uniche in vigore.
«Le modifiche del Piano regolatore portuale non possono contrastare con gli strumenti urbanistici in vigore. E il progetto di scavo di un nuovo canale largo 200 metri in mezzo alla laguna contraddice gli indirizzi di tutte le leggi dal 1966 ad oggi».
«Anche il Pat, lo strumento approvato dal Consiglio comunale », conclude il Comitato, «prescrive che le grandi navi vadano fuori dalla laguna».
Polemiche che continuano. In attesa della decisione del Tar che si pronuncerà domani sulla richiesta di sospensione dell’ordinanza della Capitaneria che limita i passaggi delle grandi navi in Canale della Giudecca. Stamattina alle 11 intanto al Laguna Palace, presentazione del libretto della Marsilio sui «retroscena di una sapiente opera di disinformazione» curato dall’avvocato Antonio Forza, dall’economista Bruno Bernardi e dallo psicologo Rino Rumiati.
Critiche e dichiarazioni contro il gigantismo navale raccolte in un libello pubblicato dalla Marsilio e bollate appunto come «disinformazione ».
«La vera disinformazione la fanno loro», commenta Luciano Mazzolin, esponente di Ambiente Venezia preso di mira nel libretto, «con questo libercolo che mette in fila in modo maldestro le vere tecniche della disnformazione ».
«Un esempio su tutti», dice Mazzolin, «lo studio del Coses che citiamo nei nostri dossier. È del 2009, e allora presidente del Coses era proprio Bernardi. Ma chi ha pagato questa operazione? »
(a.v.)