Tribuna di Treviso – Treni. Resta un’odissea andare a Padova.
Posted by Opzione Zero in Rassegna stampa | 0 Comments
16
mar
2014
I pendolari promuovono solo le corse “brevi”, il resto è un disastro
MONTEBELLUNA – La puntualità? Solo per le corse che hanno tempi di percorrenza inferiori ai 30 minuti. Insomma finchè si tratta della linea Montebelluna-Treviso le cose funzionano, nei collegamenti per Padova invece è una via crucis costellata di ritardi e soppressioni. Sono i rilevamenti dei mesi di gennaio e febbraio eseguiti da Binari quotidiani, presentati venerdì sera al centro civico di San Gaetano. Presenti un sindacalista e un rappresentante dell’associazione dei pendolari, era un incontro per fare il punto sulla situazione e raccogliere ulteriori testimonianze sull’andamento del trasporto ferroviario delle linee che collegano Montebelluna. È emerso, dall’esperienza degli studenti, che l’orario cadenzato va bene per i collegamenti con Venezia perché c’è un maggiore intervallo di tempo per prendere la coincidenza a Treviso, mentre i collegamenti con Padova in andata e ritorno danno un quadro opposto: ritardi su ritardi, corse con vagoni stracarichi, convogli che si fermano lungo il tragitto perché non funziona una porta, si guasta il locomotore e via di questo passo. E quasi a esemplificare tale situazione venerdì sera, mentre era in corso la riunione, a qualche centinaio di metri l’ultimo treno per Padova, quello delle 21.11, transitava quando mancavano pochi minuti alle 22, insomma con oltre 40 minuti di ritardo. Da Binari quotidiani è arrivato un invito agli studenti universitari che fanno i pendolari: monitorate i ritardi delle corse in modo da aiutare l’associazione ad avere un quadro completo di quel che succede giorno per giorno lungo la linea Montebelluna-Padova. Quanto alle prospettive, è stato affermato che, non mettendo niente la Regione, ma solo quello che riceve dallo Stato per il trasporto regionale, nel Veneto il servizio è peggiore che altrove.
«Sono 15 anni che faccio il pendolare», ha spiegato il rappresentante di Binariquotidiani, «allora le soppressioni erano una all’anno, adesso sono frequenti. Perché il materiale rotabile è vecchio e non viene fatta alcuna manutenzione preventiva».
Enzo Favero