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Il sindaco riferisce in consiglio comunale sull’incidente di sabato. «Conseguenze lievi, ma solo un cieco non vede il problema, avanti con Marghera». Costa: «Le competenze sono di Porto e Capitaneria»

Una riunione interministeriale in tempi brevi. Per trovare «una soluzione definitiva» al problema delle Grandi navi. Il sindaco Giorgio Orsoni ha aperto ieri i lavori del Consiglio comunale con una comunicazione all’aula sull’incidente di sabato mattina e il colloquio con il ministro per l’Ambiente Luca Galletti. «Ho trovato il ministro molto preparato sulla questione e consapevole dell’esigenza di fare in fretta», ha detto ieri Orsoni, «non possiamo non decidere o tirare in lungo: una decisione rapida darà finalmente certezze anche agli operatori». E il sindaco ripropone la soluzione Marghera: «Trasferire una parte degli arrivi a Marghera non sarebbe scandaloso», ha detto, «perché un nuovo porto fuori della laguna avrà tempi lunghi e potrà produrre anch’esso uno squilibrio ambientale. Dobbiamo valorizzare la Marittima, ma tenere presente che quel sito era stato pensato per un altro tipo di navi. Dobbiamo adattare le navi al nostro porto e non viceversa». Quanto all’incidente di sabato, il sindaco, ha chiesto ieri alla Capitaneria di poter esaminare il rapporto sull’accaduto. «Me l’hanno comunicato mentre ero a Roma in visita dal Papa», ha proseguito, «si è trattato di un incidente in fase di attracco, che non ha avuto per fortuna gravi conseguenze sulla banchina e sulla nave. È evidente che si tratta di fatti che possono accadere, ma è altrettanto evidente che il problema grandi navi è fortemente sentito da un’opinione pubblica anche internazionale che ha a cuore le sorti della città». Un problema da risolvere «subito», ha ribadito il sindaco perché solo un cieco» può dire che la questione non esiste. Quello che è successo dimostra che l’errore umano in qualunque momento è possibile, anche dove le condizioni di sicurezza sono massime. E dobbiamo agire, presto. Io resto dell’idea che la sede della decisione dovrà essere il Comitatone ». Opinione del tutto opposta quella del presidente dell’Autorità portuale Paolo Costa. «Il Comitatone non c’entra», dice, «le uniche ordinanze le possono fare il Porto o la Capitaneria. Il sindaco ha ragione a protestare quando chiede di comandare sulle sue acque. Ma per adesso non è così, e il potere non ce l’ha il Comune». Quanto all’incidente, Costa minimizza. «È successo in fase di attracco, e questo dimostra che in quel momento le procedure e le misure di sicurezza che hanno funzionato alla perfezione non possono essere improvvisate. Ecco perché siamo contrari allo spostamento della Marittima in altre sedi. E poi questo non sposta i termini della questione». Quanto alle alternative, anche Costa sostiene la necessità di «togliere le navi da San Marco». Ma a suo parere l’unica proposta alternativa è quella del canale Contorta, per far arrivare le navi in Marittima da Malamocco. «I progetti sono al vaglio della commissione di Impatto ambientale», conclude Costa, «ho fiducia che una decisione sarà presa al più presto».

Alberto Vitucci

 

In campo le alternative ai passaggi in Bacino

Pronti i progetti che puntano a dirottare gli approdi al Lido, giovedì si presenta “Venis Cruise 2.0”

Prima presentazione pubblica per “Venis cruise 2.0”, il progetto alternativo alle grandi navi a San Marco per creare una nuova Stazione Marittima in bocca di Lido a San Nicolò, davanti all’isola artificiale del Mose. Idea lanciata molti annifa da Cesare De Piccoli, ex vicesindaco e viceministro all’Economia, parlamentare europeo esperto di Trasporti. Adesso l’idea ha assunto le sembianze di un progetto di massima, depositato un mese fa alla Capitaneria di porto e ora sotto esame della commissione per la Valutazione di Impatto ambientale. È uno dei quattro progetti – insieme a quelli di Luciano Claut e Enzo Di Tella, dell’architetto Fabbri e di Stefano Boato e Maria Rosa Vittadini – che propongono di creare il nuovo porto passeggeri «fuori della laguna», tra le due dighe foranee di Punta Sabbioni e San Nicolò. E adesso il nuovoelaborato è firmato dalla Duferco Engineering, società di inegneria genovese con lunga esperienza nelle strutture portuali e sottomarine. Cesare De Piccoli insieme all’ingegner Ezio Palmesani, amministratore delegato della Duferco, presenterà la sua proposta giovedì mattina alle 11 all’Ateneo veneto. «La costruzione del nuovo terminal da crociere alla bocca di Lido», dicono i due in una nota, «libererà il bacino di San Marco dal transito delle Grandi navi. Preserva le funzioni croceristiche dell’attuale Stazione marittima. Una risposta di lungo periodo per confermare Venezia nel suo ruolo primario nella croceristica europea». Progetto che secondo i proponenti può dare risposte precise, con costi relativamente bassi e strutture rimovibili. E soluzioni anche per limitare al minimo l’impatto sull’ambiente e consentire il trasporto delle merci e dei passeggericonmotonavi e barconi dimedia dimensione. Un’ipotesi che l’Autorità ha già scartato, ma che è ora all’esame del ministero per l’Ambiente.

(a.v.)

 

le crociere     

Il Pd s’interroga sul futuro della portualità

I circoli del Pd parlano di portualità. E di sviluppo futuro dell’economia lagunare. La qestione delle grandi navi, ma anche il lavoro e la riqualificazione dell’area industriale di Porto Marghera. Oggi pomeriggio alle 17.45, nel circolo Pd “Fratelli Cervi” di fondamenta Ormesini, incontro con l’assessore comunale alle Attività produttive Alfiero Farinea sul tema “Porto Marghera: industria green, logistica, crociere”. Ci sarà anche l’ex assessore all’urbanistica Roberto D’Agostino, che presenterà in veste di progettista la proposta di realizzare un nuovo terminal crociere a Marghera, nel canale Brentella e nel canale Industriale Ovest. Altra alternativa depositata, insieme allo scavo dei due nuovi canali proposti invece dal Porto, il Contorta Sant’Angelo e il “retro Giudecca”. Intanto non si placano le polemiche sull’incidente che ha coinvolto sabato in Marittima la Msc Preziosa. L’assessore all’Ambiente Gianfranco Bettin accusa di «arroganza e sicumera » i maggiorenti del business delle crociere. «Il Titanic era molto più piccolo della Preziosa », sctive Bettin, «qui non ci sono iceberg ma una città delicata e troppi irresponsabili negano l’evidenza dei rischi. Occorre agire quanto prima».

(a.v.)

 

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