Gazzettino – Treni regionali, aumenti fino al 15%
Posted by Opzione Zero in Rassegna stampa | 0 Comments
16
mag
2014
FERROVIE – Secondo l’assessore Chisso la stangata serve a finanziare i nuovi convogli per l’orario cadenzato
Risparmiati gli abbonamenti, ma la Cgil tuona: «Penalizzati i pendolari e il servizio resta carente»
Nella fascia fra i 21 e i 30 km il biglietto passa da 2,85 a 3,30 €
«Ma gli abbonati del Veneto pagano ancora meno degli altri»
Da qualche giorno i treni regionali sono un po’ più cari. Sono infatti entrate in vigore le nuove tariffe decise dalla giunta regionale. L’aumento riguarda solo il biglietto singolo, mentre gli abbonamenti sono stati risparmiati. In media, il rincaro oscilla tra il 10 e il 15 per cento, in base alla fascia chilometrica di riferimento.
Per Renato Chisso, assessore regionale alla mobilità, l’aver circoscritto l’aumento ai soli biglietti singoli è comunque segno che la Regione ha voluto «salvaguardare i pendolari», mentre per la Filt Cgil si tratta comunque di una vera stangata.
Come spiega Chisso, la Regione ha dovuto far lievitare il prezzo dei biglietti per coprire i servizi aggiunti con l’introduzione dell’orario cadenzato, la tanto attesa «rivoluzione» del trasporto regionale su rotaia, pensata proprio per migliorare la vita dei pendolari, anche se, per alcuni di loro, problemi e disservizi non sono comunque mancati.
«Dovevamo pagare i 250 treni in più dell’orario cadenzato – spiega Chisso – e per farlo ci è toccato rivedere il prezzo dei biglietti. D’altronde, i soldi chi ce li dava? Di sicuro non lo Stato. L’aumento dei biglietti serve a pagare l’aumento dei servizi. Possiamo dire che abbiamo un biglietto più caro, ma per servizi maggiori».
Totalmente diversa la lettura della Filt Cgil. Per il segretario regionale Ilario Simonaggio, «l’aumento dei prezzi è ancora più odioso perché entra in vigore dal 14 maggio 2014, nonostante la messa a punto del servizio sia ancora un cantiere, con gravi limiti e difetti sulla qualità del servizio. D’accordo che sono stati salvati gli abbonamenti, ma siamo di fronte a una stangata: l’aumento praticato vale 10 volte quello dell’inflazione».
Simonaggio parla di una stangata che colpisce soprattutto le prime fasce chilometriche, quelle più usate per viaggiare con i treni regionali. Ad esempio, calcola il segretario della Filt Cgil, nella fascia 11-20 km, il biglietto è passato da 2,20 a 2,50 euro, per un aumento del 13%, mentre la fascia 21-30 km ha registrato il passaggio da 2,85 a 3,30 euro, per un +15,78%.
Con l’aumento di biglietto dei treni regionali, Palazzo Balbi dovrebbe incamerare dagli 8 ai 10 milioni di euro in più, proprio la cifra che servirebbe per coprire i costi dell’orario cadenzato.
«Comunque – continua Chisso – gli abbonamenti non sono stati toccati, per salvaguardare i pendolari. Per quanto riguarda il confronto con le altre regioni del nord, dopo gli aumenti, il prezzo dei nostri biglietti è diventato in linea con quello degli altri, mentre i nostri abbonamenti sono ancora i meno costosi».