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L’ANALISI – Boom soia, tabacco, orzo e girasole. Su il vitivinicolo. Carne in flessione, colpa del mercato estero

Mais, soia e vino salvano il Veneto. È soprattutto grazie a questi prodotti che la “bilancia” dell’economia agricola del Veneto riesce a sfondare i 5,5 miliardi di valore, un +4 per cento rispetto al 2012.
Il vero record è quello della soia che ha visto aumentare la superficie coltivata del 20 per cento e la produzione addirittura dell’88 per cento. Ma altrettanto bene anche il tabacco con un +11 per cento, il girasole, +123 per cento e il mais, + 48 per cento. Pure l’orzo ha registrato un segno positivo: + 26 per cento.
Trend in salita anche per il settore vitivinicolo, come ha sottolineato l’assessore alle Politiche agricole del Veneto Franco Manzato nel presentare i dati del settore relativo al 2013. Il vigneto veneto ha raggiunto un’estensione di quasi 77mila e 500 ettari, con una vendemmia di 11,8 milioni di quintali di uva (+ 9 per cento). In crescita anche la quotazione dei vini Dop, +5-10 per cento, come pure le esportazioni che continuano una lenta, ma costante salita per un fatturato che è cresciuto del 10 per cento.
Unica nota negativa riguarda un altro settore forte per il Veneto, la zootecnia. Quella della carne bovina rischia di essere il paradosso di uno dei pochi settori dell’economia veneta in positivo. Il mercato sta infatti subendo il calo dei prezzi degli animali da macello a fronte di un aumento del numero dei capi macellati e tutto a causa dell’incremento delle importazioni di animali vivi in seguito alla flessione dei prezzi dei capi di allevamento nei primi mesi del 2014. Insomma, alla fine importare diventa più vantaggioso. Manzato su questo aspetto “pungola” il governo. «In merito alla definizione dei diversi aspetti dell’applicazione dei pagamenti accoppiati (legati al numero di capi che si hanno) agli agricoltori, peccato che il Governo non abbia accolto la nostra richiesta di puntare tutto sul comparto della carne bovina, come ha invece fatto la Francia».
Altro settore che vede un dato positivo è il florovivaismo che, nonostante abbia registrato un calo della superficie ha superato i 2,2 miliardi di piante prodotte (+5,5 per cento). Le difficoltà per chi produce fiori e piante sono state legate piuttosto all’andamento climatico anomalo che ha creato periodi con problemi di liquidità per il calo di fatturato. Buone le prospettive anche per l’anno i corso: in sintesi orzo, barbabietola e soia stanno registrando ancora performance in salita. La vendemmia verrà anticipata di una settimana, mentre il mercato della carne bovina sta subendo un calo dei prezzi degli animali da macello a fronte del numero dei capi macellati.

 

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