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Grandi navi. Gianni Berengo Gardin punta l’indice, in particolare, contro Musei Civici e Fondazione Bevilacqua La Masa

Ora tutti vogliono fare anche a Venezia una mostra con le immagini di Gianni Berengo Gardin dedicata al passaggio «claustrofobico» delle Grandi Navi in laguna, che sono esposte da due giorni nell’esposizione che il Fai ha voluto realizzare a Villa Necchi Campiglio a Milano, presentando anche la nuova campagna del Fondo per l’ambiente Italiano dedicata ai Luoghi del Cuore da segnalare per tutelarli, che include anche il Canale della Giudecca, “segnato” dal passaggio delle navi da crociera. E lo stesso grande fotografo a rivelarlo il giorno dopo l’inaugurazione della sua mostra di cui si è parlato ovunque. «Oggi (ieri ndr) – mi hanno chiamato i rappresentanti di due fondazioni private veneziane, che si sono messe subito a disposizione per realizzare la mostra con le mie foto delle Grandi Navi anche in laguna, ma io ho risposto di no. La mostra a Venezia la voglio fare, ma in uno spazio pubblico, proprio perché il problema del passaggio delle navi da crociera e il loro impatto sulla città è un problema di tutti». E torna, quindi, per Berengo, l’amarezza per non aver potuto realizzare da subito la mostra con le sue foto a Venezia, con tre istituzioni pubbliche che lo hanno tenuto «a bagnomaria » per oltre un anno, con una disponibilità apparente a realizzare l’esposizione, senza poi farne nulla. «È singolare che il Comune e il sindaco uscente abbiano preso posizioni contro il passaggio delle Grandi Navi da San Marco – commenta ancora Gianni Berengo Gardin – e poi non abbiano voluto questa mostra che ne documenta l’impatto». Berengo Gardin non lo dice esplicitamente,male tre istituzioni pubbliche che hanno di fatto detto no alle sue fotografie che stanno facendo il giro del mondo, fanno capo in buona parte proprio all’Amministrazione comunale e coinvolgerebbero in particolare la Fondazione Musei Civici e la Fondazione Bevilacqua La Masa. «Nessuno mi ha mai fatto sapere esplicitamente che non voleva la mostra con le immagini delle Grandi Navi in Bacino di San Marco – ricorda Berengo Gardin – ma mi hanno fatto sapere che c’erano problemi di spazio, di calendario o di natura organizzativa, senza mai arrivare a una risposta precisa, fino a indurmi a rinunciare ». La mostra delle foto di Berengo Gardin sulle Grandi Navi, l’avrebbe fatta volentieri Jiva Kraus, curatrice dell’Ikona Gallery, galleria privata veneziana che fa proprio delle mostre fotografiche il suo punto di forza. «È un’amica – commenta Berengo Gardin – ma le ho detto di no, proprio perché volevo fortemente che queste fotografie venissero viste in uno spazio pubblico. Del resto i titolari di altre due grosse gallerie private veneziane mi hanno detto che non avrebbero mai potuto fare una mostra con queste mie fotografie, perché gli avrebbero sicuramente spaccato le vetrine…». Tema incandescente quello delle Grandi Navi a Venezia, dunque, anche se affrontato con l’ottica di un grande fotografo come Gianni Berengo Gardin. «Ma la mostra a Venezia con queste fotografie voglio comunque farla, non rinuncio a questa idea – insiste ancora – ma deve essere, appunto, in uno spazio pubblico, perché si tratta di un dovere civile quello di dibattere su un problema come questo, che riguarda l’immagine e l’integrità di una città come Venezia». E chissà che non possa essere lo stesso Fai veneziano – quello che è diventato di fatto uno spazio pubblico, pur non essendolo, come il Negozio Olivetti di Carlo Scarpa in Piazza San Marco – a pensare di portare finalmente anche in laguna le immagini di Berengo Gardin, che sta proponendo a Milano. A poca distanza dal passaggio quotidiano dei «Mostri a Venezia» – come è il titolo della sua mostra – in Bacino San Marco.

Enrico Tantucci

 

L’INTERVENTO

Signor commissario,
la legge Le assegna pieni poteri in sede locale ma sono certo che la Sua lunga esperienza amministrativa La porterà a riflettere attentamente se utilizzarli nella vicenda del crocerismo a Venezia. Un tema epocale che, quali che siano le decisioni che usciranno da un prossimo Comitatone – tanto necessario quanto inopportuno oggi che la Città non ha rappresentanza politica – segneranno per moltissimi anni a venire il futuro di un territorio complesso e fragile. E’ difficile, per non dire impossibile, che una persona a digiuno dei termini della questione, per quanto animata dalle migliori intenzioni, possa costruirsi un’opinione davvero corretta su di un tema di tale portata e di tale complessità. Che ha affaticato studiosi, appassionati, cittadini in un dibattito di lunghissimi anni, spesso drogato dai tantissimi interessi in gioco. Un tema – ciò deve esserLe chiarissimo – indissolubilmente e intrinsecamente intrecciato con le vicende del Mose e con la salvaguardia della laguna, e che non può ridursi solo a un sì o a un no al passaggio delle navi in Bacino di San Marco. Abbiamo letto che al riguardo Lei ha iniziato delle consultazioni con il presidente dell’Autorità Portuale e con gli ex capigruppo del Consiglio Comunale. E ciò che ha più stupito, soprattutto da parte dei rappresentanti politici, è che nessuno abbia ritenuto di invitarLa a chiederle un rinvio del Comitatone, che su di un tema di tale portata non può avvenire senza che la Città abbia la sua piena rappresentanza. Un segno ulteriore, se davvero serviva, di quanto quegli ex amministratori siano lontani dal comune sentire della gente, che davvero vivrebbe qualsiasi decisione come presa sulla testa di un’intera comunità. Su di un tema di rilievo epocale un rinvio di pochi mesi non può avere peso, né la fretta che il presidente dell’Autorità Portuale mira a imporre nelle decisioni ha giustificazione alcuna. Qualsiasi scelta venisse fatta anche domani, infatti, l’anno prossimo non vedrebbe certo cantieri aperti, né offrirebbe alle Compagnie da crociera quell’alternativa che esse dicono di volere. Semmai si tratta, piuttosto, di avviare un percorso decisionale, e sarebbe meglio che fosse la Città, e non un commissario, a poter dire la sua. Soprattutto tenendo conto che il tema del crocerismo sarà indubitabilmente al centro della prossima campagna elettorale e che dunque, chiunque andrà a rappresentare Venezia in Comitatone, avrà un mandato pieno e preciso. Se, viceversa, Lei riterrà di partecipare al Comitatone, come è nei suoi poteri, si limiti, almeno, a non appoggiare progetti contestati e che hanno diviso la Città, ma pretenda piuttosto che venga ripristinato un corretto percorso decisionale che fino ad oggi non c’è stato. Esattamente come a suo tempo era successo per il Mose, nei limiti delle procedure ordinarie e con la piena partecipazione dei cittadini, come pretenderebbero la legge e il buon senso. Al riguardo, prima di qualsiasi Sua scelta, ascolti almeno i rappresentanti di quei movimenti e di quelle associazioni che hanno sollevato di fronte al mondo il problema del crocerismo. Li inviti a Ca’ Farsetti: essi Le potranno illustrare con voce totalmente libera e disinteressata il loro punto di vista, presentarLe il problema in tutta la sua articolata complessità. E suggerirLe, almeno, l’esistenza di più soluzioni alternative in grado di contemperare sicurezza della Città, difesa dell’Ambiente, tutela della Portualità e del Lavoro. Cordiali saluti e buon lavoro, davvero nell’interesse di tutti.

Silvio Testa – già portavoce del Comitato NO Grandi Navi Laguna Bene Comune

 

Il Comitatone sarà entro la fine di luglio

Il rebus di Zappalorto che dovrà prendere una posizione sul tracciato dei “palazzi galleggianti”

Si terrà entro la fine del mese l’attesa riunione del Comitatone – il Comitato interministeriale per Venezia e i Comuni di gronda – che dovrò anche esprimere un parere sul progetto alternativo più idoneo rispetto all’estromissione del passaggio delle grandi navi dal Bacino di San Marco, prima dell’ultimo via libera che sarà dato direttamente dalla Presidenza del Consiglio. Per il commissionario prefettizio Vittorio Zappalorto – che ha “ereditato” da pochi giorni il Comunedi Venezia – un compito non facile, perché, essendo di fatto “digiuno” della materia, dovrà portare al Comitatone la posizione della città, dopo le polemiche degli ultimi mesi che hanno visto di fatto contrapposti il sindaco dimissionario Giorgio Orsoni, favorevole allo spostamento al meno parziale delle navi da crociera a Marghera, anche attraverso lo scavo del canale Vittorio emanuele e il presidente dell’Autorità Portuale di Venezia Paolo Costa, per il quale invece le grandi navi non possono non continuare ad attraccare in Marittima, proponendo a questo scopo per estrometterle dal Bacino di san Marco, lo scavo del canale Contorta- Sant’Angelo. Ipotesi che Costa ha espresso a Zappalorto anche nell’incontro che ha avuto con lui sabato e che ha registrato anche uno “strappo” del presidente del Porto, che ha fatto presente che, allo stato attuale delle cose, sarebbe difficile poter estendere al 2016 le limitazioni valide per la stagione 2015 – che prevedono una selezione delle navi basata sulle dimensioni (non superiori alle 96mila tonnellate) – perché sarebbe proprio questa ipotesi, secondi quanto sostiene Costa, che oggi influisce in maniera artificiale sulle scelte del mercato crocieristico, facendo spostare alcune navi in altri porti italiani e stranieri. Una sorte di dietro-front, dunque, rispetto alla posizione precedente, che aveva dato il placet alle limitazioni.

 

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