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«Il secondo tratto della Vallenari bis? Un’opera inutile che comporterà per il bilancio comunale un impegno di spesa di 17,5 milioni di euro». È quanto sostengono undici associazioni ambientaliste del territorio (Terra Antica, La Salsola, Borgata Porto di Cavergnago, Allagati di Favaro Veneto, Gruppo Valdemare, Lipu Venezia, StoriAmestre, Wwf Venezia, Centro Studi Storici Mestre, Legambiente Venezia e Associazione Naturalistica Sandonatese), i cui responsabili hanno sottoscritto ieri un documento inviato al commissario Vittorio Zappalorto.

«Il tratto di strada urbana per collegare la regionale 14 a viale Vespucci, avviato alla fase esecutiva dalla passata Giunta quando ancora la gravità del dissesto finanziario comunale non era di pubblico dominio – hanno scritto le associazioni – determinerà un debito che andrà inevitabilmente a ridurre le disponibilità future di spesa, aggravando la già compromessa possibilità di sostenere spese essenziali (dall’assistenza domiciliare, alle manutenzioni di scuole e strade, agli asili nido, ecc.). Per tali ragioni la nuova strada, tanto più per il costo ingente, dovrebbe rispondere a motivazioni di urgenza e di primaria necessità per la città».
Necessità, che a giudizio dei firmatari della lettera non ci sono. Primo perché «il vantaggio derivante dall’impegno di spesa di 17,5 milioni di euro è misurabile in un paio di centinaia di metri in meno di tragitto automobilistico e con un tracciato che fa impattare il transito veicolare nelle aree densamente abitate, imponendo un ulteriore ostacolo relazionale fra i poli scolastici di via delle Messi e il resto della città». In secondo luogo perché «si tratta di una previsione infrastrutturale vetusta, pensata vent’anni fa quando l’espansione urbana sembrava non trovasse limiti, ma che ora è del tutto ingiustificata dalle dinamiche demografiche ed edilizie attuali».
Ma ci sono anche altri aspetti che a detta delle associazioni meritano attenzione, come la presenza in zona di un elettrodotto; vincolo ben noto agli uffici comunali anche per l’aspetto della rilevanza dei costi dell’intervento di spostamento/interramento della linea elettrica; senza dimenticare le conseguenze dell’operazione urbanistico-edilizia connessa all’asse stradale urbano, considerato che saranno introdotte tipologie abitative a torre di 30 piani, di forte impatto con la frangia periferica adiacente. L’operazione infrastrutturale e urbanistica coinvolgerà, inoltre, presenze di valore storico e archeologico oltre che ambiti di valore naturalistico, come il paleoalveo del fiume Marzenego. «Ci rammarica il fatto che queste considerazioni generali non siano state prese in considerazione dalla Giunta decaduta – concludono le associazioni. Tuttavia confidiamo di aver fornito elementi di opportunità e di merito per un serio controllo sull’iter, adesso che un soggetto esterno ha avviato un’attenta verifica dei criteri e delle modalità di destinazione delle spese di bilancio».

Mauro De Lazzari

 

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