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L’Ambiente non ha inviato il progetto al Comune. Bettin: «Ricominciare daccapo»

Dopodomani scadono i termini per le osservazioni allo scavo proposto dal Porto

Una diffida al ministero e un possibile ricorso al Tar. Sul fronte anti-Contorta scende in campo anche il comune di Mira. Il sindaco grillino Alvise Maniero e l’assessore all’Urbanistica Luciano Claut annunciano azioni decise contro una procedura che esclude il loro territorio da ogni decisione. «Non abbiamo ricevuto il progetto, eppure il nostro Comune è il più interessato al progetto», dice Claut, «nei prossimi giorni prenderemo iniziative forti». Non solo lo scavo del canale, ma anche le nuove barene e le arginature del canale Malamocco-Marghera. E poi il passaggio delle grandi navi passeggeri. Una «dimenticanza» denunciata qualche giorno fa dall’ex assessore all’Ambiente del Comune di Venezia Gianfranco Bettin. Che adesso potrebbe inficiare l’intera procedura. «Credo che se questa cosa fosse confermata», dice Bettin, «si dovrebbe ricominciare tutto daccapo. I lavori del Contorta interessano per oltre un chilometro il comune di Mira». Procedura già sotto accusa con le osservazioni presentate nei giorni scorsi dai professori Stefano Boato e Andreina Zitelli e da Italia Nostra. Viene contestata la procedura rapida per la Valutazione ambientale, dal momento che lo scavo del Contorta «non è inserito tra le opere prioritarie del Cipe in Legge Obiettivo». La polemica non si placa. Ieri il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini, a Venezia per un convegno, è tornato sull’argomento. «C’è una decisione molto precisa assunta un mese e mezzo fa dal Consiglio dei ministri», ha detto Franceschini, «e cioè che dal primo gennaio 2015 le grandi navi da crociera non passeranno più davanti a San Marco. Nel frattempo si sta studiando una soluzione alternativa che naturalmente deve essere compatibile con le nostre norme, compreso l’impatto ambientale». Le alternative rimaste in campo sono due. Lo scavo del canale Contorta-Sant’Angelo voluta dal porto. Dieci metri di profondità, sei milioni e mezzo di metri cubi di fanghi da scavare, con cui saranno costruiti 400 ettari di barene. I termini per le osservazioni alla Via scadono dopodomani. E il terminal al Lido, anch’esso sottoposto a Via.

Alberto Vitucci

 

Il progetto «Venis cruise 2.0» del nuovo terminal in bocca di Lido, firmato dalla Duferco consulting e sostenuto da Cesare De Piccoli sarà presentato per la prima volta oggi pomeriggio alle 17 nella sala del Centro Zitelle alla Giudecca. Assemblea pubblica organizzata dalla Municipalità di Venezia, che già ha promosso gli incontri a San Leonardo dei comitati «No Grandi Navi» con il senatore Casson e la presentazione pubblica del progetto di scavo del Contorta con Paolo Costa. Venice Cruise propone di spostare le grandi navi passeggeri al Lido, lato Punta Sabbioni. «Si creano così nuovi posti di lavoro», dice De Piccoli. Costo annunciato 128 milioni di euro, e i passeggeri e i bagagli sarebbero comunque concentrati in Marittima, portati al Lido con barconi a bassa velocità, lungo il canale dell’Orfano. I rifornimenti arriverebbero via terra attraverso un ponte levatoio. «Ma i costi non sono quelli annunciati», dice l’architetto Fernando de Simone, «bisogna aggiungere i trasporti da e per la Marittima. Anche il progetto del Porto è sottostimato, perché si spenderà molto di più a sistemare il canale dei Petroli». De Simone propone invece di sistemare le navi nel nuovo off shore in mare, collegato con Marghera con ferrovia sublagunare.

(a.v.)

 

A malamocco

Mose, domani la posa dell’ultimo cassone

MALAMOCCO – Ormai ci siamo, entro giovedì prossimo tutti i cassoni delle dighe mobili del Mose saranno alloggiati nelle trincee sotto acqua a Malamocco, come è già stato fatto alle bocche di porto del Lido e di Chioggia. Il lavoro di affondamento e posizionamento dei cassoni è iniziato il 27 maggio del 2012 e ci è voluto circa un anno e mezzo per chiudere tutte le schiere alle tre bocche di porto della laguna di Venezia. Da domani, mercoledì 15 fin oa giovedì 16 ottobre – come spiega una nota stampa della Capitaneria di Porto – la «bocca di porto di Malamocco sarti interessata dai lavori di posa in opera del nono e ultimo cassone di spalla MN-S02 del Mose per la difesa di Venezia e della laguna dalle acque alte, costituita da schiere di paratoie mobili a scomparsa, poste alle tre bocche di porto». I cassoni – fa sapere il concessionario unico, Consorzio Venezia Nuova – oltre alle paratoie, ospitano le cerniere e gli impianti per il funzionamento delle dighe mobili. Una volta agganciati l’uno all’altro, sotto il livello del mare, vengono collegati tra loro in modo da formare un lungo tunnel (circa 400 metri) per consentire il lavoro di gestione delle cerniere, di monitoraggio e manutenzione generale.

 

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