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Rigoni: «La legge veneta favorisce le speculazioni»

ASIAGO – La Giunta Comunale di Asiago ha impugnato la sentenza del Tar Veneto dello scorso 6 novembre che invalida la delibera di non applicazione del piano casa assunta dal Consiglio Comunale, chiedendone la sospensione.

Nel frattempo sull’argomento è intervenuto anche il vicepresidente della Regione Marino Zorzato: «Se da un lato non posso che prendere atto con soddisfazione della sentenza – aggiunge il vicepresidente veneto – resta l’amarezza di fronte a comportamenti sul piano amministrativo che non hanno ragion d’essere. Non è pensabile che il cittadino di un comune possa avvalersi di quanto previsto dalla normativa e il cittadino di un altro comune ne sia escluso a parità di condizioni. Finora l’applicazione del Piano Casa in Veneto ha visto la presentazione di circa 70 mila domande, attivando investimenti pari a circa 3 miliardi di euro e, come stimato dalle associazioni di categoria, circa 20.000 posti di lavoro salvati e 7.000 piccole imprese che hanno evitato la chiusura. Erano impegni che avevamo preso con le autonomie locali. La nostra disponibilità al confronto è ed è sempre stata massima».

«Se l’assessore all’Urbanistica della Regione fosse stato più aperto al confronto come dichiara pubblicamente – ribatte il sindaco Rigoni Stern – non saremmo arrivati a questo punto, dal momento che ha disatteso totalmente gli impegni assunti con il Governo che, all’epoca dell’approvazione della legge, aveva impugnato la legge regionale ritenendola illegittima richiedendone precise modifiche. Zorzato più volte aveva sostenuto la necessità di riconoscere ai Comuni il potere di apporre limiti al nuovo Piano casa della Regione ma ciò non è stato mantenuto con la conseguenza che, ora, sarà il Consiglio di Stato a decidere su ciò che noi lamentiamo da tempo».

Riferendosi ancora alle dichiarazioni del vicegovernatore Zorzato, il sindaco prosegue: «Come si fa a dichiarare che il piano casa non prevede “consumo di territorio”? Questa legge, che favorisce evidentemente più la speculazione edilizia che l’esigenza di prima abitazione, prevede la possibilità, nel caso di demolizione di edifici esistenti, che la ricostruzione possa avvenire anche su area di sedime completamente diverso, anche aree verdi prima inedificate. Gli effetti del Piano Casa regionale sul nostro ambiente saranno certamente devastanti alla luce del fatto che gli aumenti di cubatura previsti possono raggiungere sino all’80% e questo non può non portare ad uno stravolgimento delle politiche di difesa del territorio che negli anni l’amministrazione comunale di Asiago ha sempre perseguito. Con questa legge tutta la pianificazione urbanistica comunale non ha più senso di esistere dal momento che le previsioni normative regionali vanno in deroga ad ogni atto deliberato dai Comuni».

«Purtroppo la gravità della situazione in cui viviamo – conclude Rigoni – deriva dal fatto che, in assenza di un freno alla normativa regionale esistente, i nostri alberghi potranno liberamente trasformarsi in condomini a semplice domanda e gli edifici dismessi del centro potranno diventare presto grandi centri commerciali. Un bell’esempio di come si vuole distruggere un sistema economico delicato basato sul commercio, sul turismo e sull’agricoltura».

Stefania Longhini

 

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