Nuova Venezia – Il futuro delle strade? Sarà a pedaggio
Posted by Opzione Zero in Rassegna stampa | 0 Comments
16
nov
2014
La Provincia di Belluno dimezza gli stanziamenti, ci sono soldi solo fino ad aprile: e Veneto Strade pensa al futuro
VENEZIA – Possiamo girarci attorno fin che vogliamo. Ma con la riduzione dei trasferimenti dello Stato alle Regioni, con il sostanziale «svuotamento» delle Province e soprattutto con la drastica riduzione delle entrate proprie di questi due enti (prevalentemente legata alla tassazione automobilistica), anche il delicato capitolo delle manutenzioni stradali subisce pericolosi contraccolpi. Per questo bisogna inventarsi qualcosa: posto che non sono ragionevolmente prevedibili aumenti di risorse pubblica, l’unica possibilità per garantire un flusso costante di risorse è quella di far diventare a pedaggio alcune tra le strade più redditizie. Così stanno facendo le concessionarie autostradali, sempre più prodighe di ambiziosi progetti di finanza; così sta pensando di fare anche Veneto Strade, alle prese con una rovinosa riduzione di stanziamenti pubblici destinati alle manutenzioni.
Nel Veneto solo alcune strade sono rimaste di competenza del compartimento regionale Anas, cioè dello Stato: tra queste le principali sono la 50 del Grappa e del Passo Rolle, la 51 Alemagna, la 13 Pontebbana, la 53 Postumia, la 47 Valsugana, la 309 Romea, la 14 Adriatica. Per un totale di 734 chilometri.
Il grosso delle rete stradale regionale è diventato di competenza di Veneto Strade, società strumentale partecipata dalla Regione e dalle sette Province, che contribuiscono al suo bilancio. Proprio sul bilancio di Veneto strade si sono concentrate le attenzioni delle organizzazioni sindacali, che hanno lanciato l’allarme manutenzioni dopo un incontro con l’amministratore delegato Silvano Vernizzi.
«La situazione è questa – spiega il manager pubblico, padre del Passante di Mestre e della Superstrada Pedemontana Veneta –: per garantire la manutenzione agli oltre duemila chilometri di rete servono circa 60 milioni l’anno: nel nostro bilancio ne arrivano 30 da convenzioni con le Province, 16 da trasferimenti regionali e il resto da entrate diverse, tra l’imposta sulla pubblicità e il recupero dell’Iva dall’agenzia delle Entrate. Il 2015 si preannuncia difficile a causa della riduzione dei trasferimenti, in particolare della Provincia di Belluno, che ha messo a bilancio 4,3 milioni anziché i nove strettamente necessari a tenere in ordine i 900 chilometri di rete del Bellunese. Abbiamo incontrato il nuovo presidente della Provincia e ci ha assicurato che lavorerà per incrementare questo stanziamento, senza il quale noi possiamo garantire la manutenzione solo fino al mese di aprile».
Duecentottanta addetti (di cui quasi la metà in forza nel Bellunese) un conto economico da 60 milioni di euro l’anno, Veneto Strade conta che alla Provincia di Belluno giungano nuovi fondi dalla legge sulla montagna e soprattutto che non nevichi: l’anno scorso a causa delle abbondanti nevicate i costi di manutenzione sono saliti in maniera notevole. Ma al di là dello scoglio-Belluno rimane il problema generale: in un quadro di risorse pubbliche calanti non ci sono molte altre soluzioni se non quella di immaginare degli investimenti sulla rete stradale in cambio di un pedaggio per alcuni tratti di strade regionali. Le indiziate maggiori sono due: la strada regionale 308 del Santo (futura Trento Venezia) e la regionale 450 tra Affi e Peschiera, arterie che garantiscono numeri da 30/40 mila veicoli al giorno. Ma la possibilità, non così remota, si potrà realizzare solo a condizioni che il concessionario regionale investa nell’ammodernamento di queste reti e solo laddove sia possibile, per gli automobilisti, scegliere un’alternativa libera.
Daniele Ferrazza