Nuova Venezia – Mirano “No alle ciclopiste invasive”
Posted by Opzione Zero in Rassegna stampa | 0 Comments
18
dic
2014
Altre proposte in via Desman
MIRANO – No alle “autostrade per bicilette”. Su via Desman c’è anche chi non la pensa come i residenti: l’associazione Valore Ambiente dice no alla realizzazione di una ciclopista a lato della provinciale, tombando i fossi che la costeggiano.
«In questi anni sono state costruite ciclabili a fianco delle strade tombando fossati, con espropri di privati, superfici di solo asfalto e costi finali fino a un milione di euro per chilometro lineare di pista», afferma il presidente Alessandro Apollonio, «studi tecnici, progettisti e amministratori locali si sono resi responsabili di spese inutili e scempi paesaggistici alterando vecchie sedi stradali per lo più alberate e ombrose, vedi via Porara a Mirano, ma la lista sarebbe lunga».
Valore Ambiente sposa invece una vecchia idea per rendere ciclabile il graticolato romano senza stravolgere l’antico disegno della centuriazione: «Anche per via Desman si possono creare due corsie a senso alternato per le biciclette», spiega Apollonio, «delimitate con una semplice segnaletica orizzontale e contemplando un senso unico per le auto con moderazione della velocità ridotta a 30 chilometri orari».
Un’idea sposata da molti per la centuriazione romana, composta da quadranti viari di circa 700 metri di lato, dove risulterebbe più facile prevedere circuiti a senso unico, meno impattante e più economico ricavare corsie ciclabili. Per via Desman una opzione da valutare, anche se non facile, visto che non riguarda solo il traffico locale.
Ma Apollonio rilancia: «La ciclabilità deve essere alternativa alle strade dove corre il traffico veicolare, come avviene nei paesi e nelle regioni più evolute sul piano della mobilità dolce. Oppure può essere promiscua, ma con forti limitazioni alla velocità delle auto. Le richieste che provengono dai residenti di via Desman non vanno in questa direzione ma nella continuità con il passato fatto di autostrade per bici, dissipazione di pubblico denaro e trasformazioni paesaggistiche».
(f.d.g.)