Nuova Venezia – Tangenti, aperte mille nuove inchieste
Posted by Opzione Zero in Rassegna stampa | 0 Comments
24
dic
2014
Si delinque di più, ma si scoprono anche più corrotti. Oltre settemila fascicoli in Procura per reati contro il patrimonio
«Dobbiamo purtroppo registrare un deciso aumento dei reati contro la pubblica amministrazione. C’è stata l’inchiesta Mose, certo, ma non solo quella: sono circa un migliaio i fascicoli che abbiamo aperto quest’anno per questa materia». Così il procuratore aggiunto Adelchi d’Ippolito fotografa il 2014 dell’attività della Procura veneziana, aprendo uno spaccato sul lato oscuro della vita nella provincia di Venezia. Tangenti, episodi di corruzione o concussione per ottenere un appalto o un’autorizzazione da parte di questa o quella pubblica amministrazione, si susseguono.
Per il procuratore aggiunto di Venezia, «da una parte c’è il persistere di fenomeni comportamentali illeciti da parte di pubblici funzionari, un insistito e preoccupante sistema di corruttela. Ma, d’altra parte, tante nuove inchieste non significano necessariamente un aumento dell’illegalità in termini numerici, quanto – anche – una sua emersione».
Tradotto: forse non si delinque sempre di più, ma si scopre sempre più spesso chi viola la legge.
«Le forze di polizia sono sempre più specializzate nell’interpretazione di bandi d’appalto e atti pubblici», osserva d’Ippolito, « così aumentano i fatti emersi. Purtroppo a Venezia abbiamo un sistema di corruttela vigente, ma certamente anche l’aumento della capacità investigativa contribuisce a questa decisa e netta crescita nel numero di fascicoli per corruzione e reati affini».
Come se ne esce? «La nuova legge in discussione va nella direzione giusta, prospettando un aumento delle pene, l’allungamento dei termini di prescrizione, premi per chi collabora, come pure il patteggiamento per chi restituisce tutte le somme», osserva il procuratore aggiunto, «ma la corruzione non si combatte solo così, non basta la repressione: serve una cultura del rispetto delle regole insegnata sin da piccoli, per comprendere che conviene a tutti rispettare le regole e la legalità, invece di violarla».
In lieve aumento – e comunque numerosissimi: oltre 7 mila i procedimenti aperti – sono i cosiddetti reati contro il patrimonio: furti, rapine, borseggi. «Sono particolarmente importanti perché sono quelli che creano allarme sociale e non danno al cittadino la percezione di sicurezza, non lo fanno dormire tranquillo», conclude il magistrato, «per questo è fondamentale il forte impegno in atto da parte delle forze di polizia di prevenzione e repressione».
Quanto a un altro tema caldo, come il fronte dei reati legati al terrorismo – per i quali la Procura veneziana è competente per tutto il Veneto – il procuratore aggiunto d’Ippolito tranquillizza: «Ci sono situazioni da controllare sotto la lente degli investigatori, ma non abbiamo allo stato emergenze che determinino pericolo o preoccupazioni imminenti per la nostra collettività, anche se il livello di guardia è alto». Stabili gli omicidi volontari.
Roberta De Rossi