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AMBIENTE

«Alla logica dell’emergenza deve prevalere quella della prevenzione». Un tema che è stato dibattuto anche al recente tavolo nazionale dei Contratti di fiume svoltosi a Mestre e che è quanto mai attuale alla luce degli ultimi fenomeni meteorologici che hanno fatto emergere la fragilità idrogeologica del territorio italiano.

«Quello che sta succedendo è il risultato, purtroppo, di un modello di sviluppo che ha puntato molto sulla speculazione urbanistica e il consumo di suolo – dice Alessandro Pattaro, ingegnere idraulico, personaggio di spicco del Movimento dei Contratti di fiume e membro del comitato allagati di Favaro – mentre noi, con il contratto di fiume, proponiamo un modello di gestione condivisa e sostenibile del territorio, che coinvolga in processi integrati e partecipati i soggetti che hanno responsabilità e responsabilizzi maggiormente la società civile nel processo decisionale».

I temi legati alla gestione della rete idrografica sono molti e tutti importanti, a cominciare dalla sicurezza idraulica, che spesso è prevalente, ma non è l’unico. Questioni importantissime sono quelle della qualità dell’acqua, della tutela della biodiversità, della salvaguardia del paesaggio, della condivisione e della fruizione sostenibile di beni collettivi ed indivisibili.

«Con un processo di Contratto di Fiume si costruisce una forma di intelligenza collettiva – sostiene Pattaro – si mettono a sistema e si valorizzano le conoscenze, i saperi, le esperienze, le competenze diffuse nel territorio e si arriva a condividere una visione strategica per la tutela del territorio e un piano di azioni concreto da realizzare in due o tre anni».

Nel Veneto sono attualmente in atto tre processi: il Contratto di Foce Delta del Po, il Contratto di Fiume Marzenego e il Contratto di Fiume Meolo Vallio Musestre.

«Processi nei quali – spiega – si sperimentano tecniche partecipative innovative ed inclusive che consentano di realizzare azioni di educazione ambientale, di educazione alimentare, di monitoraggio della qualità delle acque, di disseminazione e diffusione dei processi decisionali pubblici. Esattamente quello che il Forum per il Contratto di Fiume Marzenego-Osellino sta cercando di conferire al processo locale».

 

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