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Nessun ritocco per le tratte ferroviarie sotto i 60 chilometri

PADOVA – Dalla mezzanotte di domani scattano gli aumenti sui biglietti e sugli abbonamenti ai treni regionali e sulle tariffe autostradali.

Quanto al trasporto ferroviario la Regione Veneto, con il consenso di TrenItalia, ha deciso di bloccare i prezzi dei biglietti e degli abbonamenti sino a 60 chilometri. Ad esempio restano invariati i prezzi per andare con un regionale da Treviso a Venezia o da Padova a Venezia. In pratica viaggiare tra la città del Santo ed il capoluogo della Regione continuerà a costare 4.05 euro.

Cambiano, invece, le tariffe per le percorrenze dei treni regionali che superano i 60 chilometri. Alcuni esempi. Venezia-Portogruaro (69 km): passa da 5.90 a 5.95. Padova-Verona: da 6.90 a 6.95. Padova-Conegliano Veneto (entro gli 80 km): da 6.40 a 6.45. Padova-Portogruaro (entro i 90 km): sempre da 6.90 a 6.95. Padova-Belluno( 120 km): da 8.55 a 8.60 euro.

Gli aumenti per gli abbonati sono decisamente light, anche se sono applicati anche sotto i 60 chilometri. Ad esempio gli studenti universitari che vanno ogni giorno feriale da Castelfranco a Padova oppure da San Donà di Piave a Venezia continueranno a pagare gli stessi soldi per tutti i tipi di abbonamento. Diversa, invece, la situazione per quanto riguarda chi studia o lavora a Venezia e parte ogni giorno da Portogruaro oppure da Verona, da Rovigo o da Belluno. Per questi abbonati scatta l’aumento in base agli adeguamenti tariffari, che, in genere, si aggira al massimo intorno ad un euro in più al mese. In alcuni casi l’aumento mensile è addirittura meno. Ossia appena tra i 40 ed i 70 centesimi.

Ritoccati anche gli abbonamenti fra i 30 ed i 60 chilometri. Ad esempio i mensili per pendolari che viaggiano tra Padova e Venezia Santa Lucia e Castelfranco Veneto e Padova. Non più 54.60, ma 54.90. In pratica uno studente universitario dovrà spendere, in un anno, meno di dieci euro in più rispetto al 2014.

Sulle autostrade, invece, dal primo gennaio l’aumento generalizzato sarà dell’1.5%. Un altro aumento, che, seppure contenuto, peserà non poco sulle tasche di tutti quelli che, con la complicità della diminuzione del prezzo della benzina e del gasolio, hanno ormai preso l’abitudine ad andare a lavorare in automobile, in particolare sui tratti autostradali fra Verona e Mestre, Portogruaro e Mestre e Rovigo e Padova.

In realtà gli aumenti dei pedaggi autostradali avrebbero potuto essere ben più pesanti, ma il ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi, ha respinto in blocco le richieste delle concessionarie, ossia ha concesso solo l’aumento dell’1.5. Nello stesso tempo ha allungato le concessioni a ciascuna società autostradale.

E così non è stata accontentata la Venezia-Trieste, che aveva chiesto l’aumento del 7.17% e nè la società cui fanno capo il Passante di Mestre e la Padova-Venezia (più 6.26%).

Più contenuti, invece, gli aumenti che erano stati chiesti dagli amministratori della Brescia-Verona-Padova e dell’Autobrennero (rispettivamente 1.44% e 1.63%).

Moderatamente soddisfatto il segretario regionale della Filt-Cgil Ilario Simonaggio. «Obiettivamente, questa volta, gli aumenti sui treni regionali sono più che contenuti ed hanno rispettato i parametri reali dell’inflazione relativa al 2014» sottolinea. «Anche perchè gli ultimi aumenti erano stati molto pesanti. Ad esempio il biglietto Padova-Venezia era schizzato da 3.55 a 4.05. In pratica un aumento netto di 0.50 euro. Per quanto riguarda, invece, i nuovi pedaggi autostradali, l’aumento non è eccessivo, ma è stato barattato, a livello politico, con l’allungamento delle concessioni».

 

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