Gazzettino – Venezia. “Non bastano 3 bici sul tram”
Posted by Opzione Zero in Rassegna stampa | 0 Comments
12
mar
2015
Le associazioni dei ciclisti bocciano l’idea di Pmv di poter caricare le bici sul tram per raggiungere Venezia
LA PROTESTA – Le associazioni vogliono ottenere almeno l’uso del cavalcavia di San Giuliano
I ciclisti: il 21 marzo blocchiamo il ponte
Cosa se ne fanno i ciclisti di due o tre posti bici per ogni tram che, se va bene, arriveranno tra sei mesi? Le Associazioni dei ciclisti non hanno alcuna intenzione di obbedire al divieto di transito che sarà istituito sul cavalcavia di San Giuliano quando entrerà in funzione il tram.
«Attualmente e anche in futuro è l’unica via per collegare Mestre con Venezia» spiega Giampietro Francescon che, assieme a tutti gli altri, sta organizzando la protesta pacifica di questa sera in occasione della prima prova elettrificata del tram fino a piazzale Roma, oltre a tutta una serie di altre iniziative.
La più clamorosa sarà quella del 21 marzo. Il primo giorno di primavera per i ciclisti sarà, infatti, una doppia festa perché occuperanno il ponte della Libertà: i veneziani andranno verso Mestre e i mestrini verso la città storica per una grande “critical mass”, un raduno di biciclette che, sfruttando la forza del numero (massa appunto), invadono le strade normalmente usate dal traffico automobilistico.
Altra iniziativa sarà verso l’Europa: «Spiegheremo a tecnici e politici che è inutile continuare a premiare Venezia come una delle città migliori in Italia per le due ruote, quando non ha un collegamento tra terraferma e città d’acqua» continua Francescon: «È una cosa inaudita non solo per un paese ecologico ma anche solo per un paese civile».
Le Associazioni dei ciclisti ribadiscono le loro proposte che sono sostanzialmente quelle di mantenere aperto il cavalcavia di San Giuliano, con alcuni accorgimenti: «Non possono permettersi di chiudere una strada così su due piedi, e oltretutto senza garantire alternative».
L’unica via che rimarrebbe sarebbe quella che passa per via Torino, il sottopasso della stazione di Marghera, il Vega e poi un percorso a ostacoli, tra buche, auto e camion che sfrecciano, in via della Libertà fino ai Pili e alla nuova pista che, da lì, porterà a Venezia. Non ci sono soldi per prolungare la ciclabile del Ponte, che dovrebbe essere pronta per maggio, fino a via Torino.
«Le bici devono poter utilizzare il cavalcavia di San Giuliano – sostengono le Associazioni -. Basta mettere un semaforo ai piedi della rampa verso Venezia e far passare le bici nei dieci minuti liberi tra un tram e l’altro. E lo stesso devono fare al ritorno, salvo poi eliminarlo quando un domani sarà realizzata la seconda parte della pista ciclabile. E noi chiediamo che la pista abbia una deviazione anche verso San Giuliano perché, comunque, la direttrice principale va mantenuta. La strada per via Torino è troppo lunga».