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In 250 su due ruote per reclamare la pista ciclabile sul Ponte della Libertà. È la “biciclettata” di protesta organizzata ieri mattina da Mestre a Venezia con il titolo “Su e zo per el ponte, in bici tra Mestre e Venezia”, una delle iniziative delle associazioni che si battono per ottenere un percorso sicuro per raggiungere il centro storico. Dopo la protesta notturna, durante la prova elettrificata del tram, gli amanti delle due ruote sono quindi tornati a farsi sentire con una pedalata pacifica.

 

Protesta delle due ruote in corteo sul Ponte: «Vogliamo la ciclabile»

Il primo della fila sale sul ponte della Libertà alle 10.20 per sbarcare in piazzale Roma alle 10.37. Diciassette minuti quindi, con un’andatura lenta ma costante, per passare dalla terraferma al centro storico. Per farlo, però, le 250 persone che hanno aderito alla «biciclettata» di protesta devono utilizzare una delle due corsie, rallentando il traffico e provocando qualche coda soprattutto nel tratto finale, quando devono imboccare un’unica corsia. “Su e zo per el ponte, in bici tra Mestre e Venezia” è una delle iniziative delle associazioni che si battono per ottenere un percorso sicuro che permetta a ciclisti e pedoni di raggiungere il centro storico. A convincerli a farsi sentire, è l’imminente arrivo a Venezia del tram che, quando entrerà in funzione, renderà difficile la vita dei ciclisti.

Dopo la protesta notturna, quando con le bici hanno “disturbato” la prova elettrificata del tram, gli amanti delle due ruote sono quindi tornati a farsi sentire con una protesta pacifica alla quale hanno partecipato intere famiglie. Tutti, o quasi, con il gilet giallo fluo di Fiab (una delle associazioni organizzatrici), bandiere, volantini e trombette da stadio, sono partiti da piazzetta Coin alle 9.30 per poi fare tappa a San Giuliano. Da lì sono partiti per la fase finale del percorso e, schivando la monorotaia, hanno raggiunto il ponte della Libertà per toccare al volo piazzale Roma e ritornare al parco dove hanno sciolto il corteo.

Nel gruppo di testa c’è anche Gian Pietro Francescon, anima della manifestazione.

«Vogliamo poter arrivare a Venezia in bici anche in presenza del tram – spiega – Siamo l’unica città in cui questo tipo di mobilità non è sviluppato. Girando l’Europa si scopre che altrove, con la bici, è possibile anche salire in tram e metropolitana».

Ora si punta a nuove iniziative, per portare la protesta fuori dai confini veneziani. Qualche metro più indietro c’è Ilaria, che non è di Venezia ma ha deciso di unirsi alla manifestazione per portare la voce della futura Città metropolitana.

«Abito in Riviera del Brenta ma d’estate mi piace andare al Lido in bici – commenta – Il problema è che di sera, quando torniamo, il tragitto è estremamente pericoloso. Sarebbe molto sfruttato, anche dalle persone dei comuni della terraferma, un tragitto sicuro che permetta di raggiungere Venezia».

Tra i manifestanti sulle due ruote anche uno dei due candidati sindaci del Movimento 5 stelle, Davide Scano che, bici alla mano, ha anche pensato di scattare una foto sul ponte di Calatrava.

«L’obiettivo – spiega il M5s Venezia – è ottenere al più presto un percorso dedicato completamente alle due ruote e in totale sicurezza. Ovvero, tutto quello che attualmente non c’è».

 

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