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Gazzettino – Deleghe ai sindaci per “frenare” Venezia

Posted by Opzione Zero in Rassegna stampa | 0 Comments

26

mar

2015

CITTÀ METROPOLITANA – La proposta di statuto discussa all’incontro nell’auditorium di via Forte Marghera

I primi cittadini puntano a costituire una sorta di giunta con un vice

Ci sarà un vicesindaco metropolitano? E una sorta di giunta? O tutto sarà nelle mani del futuro sindaco di Venezia? A decidere questo, e molto altro, è lo statuto metropolitano e per redigerlo non ha senso aspettare le elezioni del capoluogo. Dopo i primi incontri, lo stop forzato per gli arresti del Mose e i tentativi di rimettere in piedi la macchina mentre la Provincia andava verso il commissariamento, i sindaci del veneziano schiacciano l’acceleratore. E, dopo la proposta della Camera di Commercio, ora passano al setaccio le pagine della dettagliata proposta di statuto di Adriana Vigneri, ex sottosegretario agli Interni ed esperta di questo tema.

Ieri i sindaci l’hanno incontrata all’auditorium della Provincia di Mestre, insieme ai commissari del Comune di Venezia, Vittorio Zappalorto, e della Provincia, Cesare Castelli. La proposta di Vigneri parte da un presupposto: in questa prima fase è impossibile pensare a un’elezione diretta del sindaco metropolitano. Il resto è tutto da costruire e la legge Delrio lascia discreti margini di autonomia. A partire dal consiglio metropolitano.

«Si tratta di un organo di indirizzo e controllo ma allo stesso tempo singoli consiglieri possono avere deleghe dal sindaco – spiega Vigneri – Se 10 consiglieri avessero una delega diventerebbe una sorta di giunta».

Tra i vari temi affrontati, anche quello del vicesindaco. La Legge permette al sindaco di nominarlo ma lo statuto potrebbe obbligarlo, magari sulla base di equilibri politici. I sindaci hanno preso fiumi di appunti. «Come si può limitare il conflitto di interessi e lo strapotere del sindaco?» chiede il sindaco di Fossalta di Piave, Sensini.

E Vigneri spiazza tutti: «Questa situazione è stata risolta facendo coincidere le due figure. Il conflitto tra il sindaco di una città così grande, come quella di Venezia, e il sindaco metropolitano sarebbe stato difficilmente superabile».

Il commissario Castelli sottolinea invece il ruolo di secondo piano riservato alla Provincia nella discussione sulla Città metropolitana: «Finora la Provincia è assente. Invece avrebbe dovuto essere uno dei protagonisti di questo passaggio alla Città metropolitana».

 

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