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Gazzettino – Venezia. Grandi navi, i sospetti di De Piccoli

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19

apr

2014

«A Lupi il mio progetto piace, ma ha ammesso che non gli è mai arrivato»

ISTANZA DI ACCESSO AGLI ATTI – L’ex viceministro chiede di vedere le carte: «Procedure poco chiare»

ALTERNATIVE A CONFRONTO – Il Governo ha già scelto la Marittima. Renzi sceglierà la via: Contorta favorito

La vicenda grandi navi si tinge di “giallo”. All’indomani del vertice a Roma tra i Ministri alle Infrastrutture, all’Ambiente e ai Beni Culturali, con l’autoriduzione volontaria da parte delle compagnie di navigazione dei traffici in Bacino San Marco nonostante il Tar abbia sospeso l’ordinanza di divieto della Capitaneria di Porto, l’ex viceministro Cesare De Piccoli manifesta i suoi sospetti.
«Siamo stati a Roma martedì scorso per presentare il nostro progetto preliminare al ministro Maurizio Lupi» racconta De Piccoli, che insieme a una cordata di imprenditori e professionisti è autore di una delle alternative al transito delle navi che farebbe scalo in bocca di Porto a Punta Sabbioni. «Lupi si è mostrato molto colpito dalla soluzione prospettata, interessato all’esposizione durata oltre un’ora, insieme ai suoi tecnici. Peccato che il progetto, a quanto ha detto, nè lui nè i tecnici l’avessero mai visto, nonostante sia stato protocollato in forma definitiva il 14 marzo scorso».
Con un comunicato congiunto alla conclusione della riunione di giovedì, i tre ministri hanno parlato di scelta di ipotesi che arrivano in Marittima. Quindi escludendo gli altri progetti che non vi arrivano. «Chiederemo un accesso agli atti per capire quali carte siano arrivate a Roma – prosegue De Piccoli – i progetti preliminari erano tre: Contorta, Vtp e il mio. Amo pensare che il presidente del Consiglio, quando si assumerà la decisione definitiva, ci faccia pensare al mare aperto e non al porto delle nebbie della Prima repubblica. Che la politica non tormenti la Capitaneria di Porto, che è un organo tecnico e che come tale deve esprimere i propri pareri. Che il presidente di Autorità portuale faccia il presidente di Autorità portuale e non il giocatore di questa partita».
Insomma, De Piccoli, conoscitore della politica e del funzionamento dei ministeri, si spinge più in là. «Qualcosa sarà ben successo in questi giorni se improvvisamente le compagnie di navigazione che avevano dichiarato guerra al provvedimento accettano l’autoriduzione – conclude – Fortuna che c’è la posta elettronica e abbiamo trasmesso in questi giorni ai ministeri un malloppo di progetto alto venti centimetri, con 10 relazioni, 20 tavole da disegno di 2 metri per uno. Un conto è se il progetto (che ha comportato comunque una spesa di decine di migliaia di euro) viene escluso perchè ne viene scelto uno tecnicamente migliore, un conto è se non c’è gara tra i partecipanti e uno viene escluso a priori».
Intanto il Pd, con i segretari provinciali e locali Marco Stradiotto e Emanuele Rosteghin sostengono che “Occorre giungere rapidamente ad una scelta trasparente, scientificamente validata tra tutte le alternative progettuali e gli studi presentati al fine di coniugare ambiente e lavoro»

 

LA MARITTIMA – La “profezia” di Chisso

«La domanda è chi paga? Per questo l’ipotesi più logica di cui si parla da sempre è la Marittima, non perchè sapessi qualcosa in più». Così parla Renato Chisso, assessore regionale ai Trasporti, che alla vigilia del vertice a Roma aveva pronosticato che si sarebbe puntato sulla Marittima. Come ad escludere altre ipotesi. «L’importante – aggiunge Chisso – è che l’iter venga inserito in Legge obiettivo, altrimenti si parla di tempi come 60 mesi per l’adozione delle varianti al piano regolatore portuale e Venezia non può più aspettare»

 

Nuova Venezia – “Salone Nautico a Chioggia”

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14

apr

2014

la provocazione di masiero 

Il presidente di Slow Lagoon rilancia. Chisso: «Solo propaganda»

CHIOGGIA. Marino Masiero, presidente dell’associazione “Slow Lagoon”, e portavoce delle sei darsene di Brondolo che rischiano la chiusura per la realizzazione dello sbarramento del cuneo salino sul fiume Brenta, ieri al Salone Nautico ha chiesto di trasferire buona parte delle attività del Salone Nautico a Chioggia. «Abbiamo una pista ciclabile che collega Chioggia a Bibione e che porterebbe 700.000 euro a km nelle casse dei comuni e della Regione ed è un turismo ciclabile legato alla nautica perché a Bibione in bicicletta non si arriva».

Affermazione giusta e coerente, soprattutto se, come affermato da Masiero, portasse più di 500 nuovi posti di lavoro nel turismo lento. Masiero sottolinea una rottura tra imprese che fanno ricerca e innovazione e chi dovrebbe sostenerle.

«Il sottosegretario Baretta vuol far passare la riforma del demanio marittimo, che implica ridefinizione dei canoni, correggere gli errori legislativi e aumentare lo sforzo della modernizzazione ampliando ai natanti gli incentivi per l’ibrido» ha ricordato Masiero all’assessore Renato Chisso, già suo “bersaglio” il giorno precedente. Sulla carta un rilancio per la nautica italiana. «Su questo Chisso non vuol rispondere e invita le darsene a rivolgersi agli assessori Conte e Manzato. Bene, è quanto faremo». «Inutile venire al Salone nautico a fare propaganda e a scaricare il barile» ha risposto poi Chisso «Il mio assessorato non è competente».

«Lui è responsabile della Commissione Via che ha approvato il progetto senza l’analisi costi-benefici aggiunta dopo da noi e dopo averla sottoposta ad un’analisi tecnica da parte dell’Università di Padova per evidenti “risultati artefatti» rilancia Masiero. La battaglia è appena cominciata. «Speriamo che non ne facciano le spese i piccoli imprenditori» ha chiosato Giuseppe Mattiazzo, amministratore delegato di Expo Venice.

Gian Nicola Pittalis

link articolo

 

Scontro verbale al Salone nautico tra Masiero (Slow Lagoon) e l’assessore regionale

CHIOGGIA – Duro scontro verbale al Salone nautico tra Marino Masiero, presidente di Slow Lagoon, e l’assessore regionale alla mobilità, Renato Chisso, sullo sbarramento sul Brenta. L’occasione di un faccia a faccia fuori programma è arrivata durante la conferenza dei 16 comuni del Veneto Orientale che, con Jesolo capofila, hanno presentato il progetto di sviluppo del turismolento. Lo sbarramento anticuneo salino è ormai da sei anni oggetto di battaglia delle sei darsene, rappresentate da Masiero, che ritengono di dover chiudere la loro attività per gli impedimenti che l’opera creerà alla navigazione. A luglio il Consiglio regionale ha chiesto alla giunta di esprimersi su alcuni punti per dissolvere o avvalorare i dubbi dei titolari delle darsene. «Doveva rispondere in 60 giorni», spiega Masiero, «Sono passati 10 mesi e tutto tace. Abbiamo il diritto di sapere di che morte dobbiamo morire. La Regione ha speso 30 milioni di euro a nord della Provincia per agevolare il turismo nautico e a sud utilizza i fondi del Ministero dell’agricoltura per stroncarlo». Chisso ha invitato Masieroa rivolgersi agli assessori Maurizio Conte e Franco Manzato (della Lega ndr). «Inutile venire al salone nautico, fare propaganda e scaricare il barile», incalza Masiero, «Chisso ci ha detto che in Regione ci sono tante parrocchie e di rivolgerci ad altri. Posizione pilatesca che non va bene per chi è responsabile politico della commissione Via (valutazione di impatto ambientale) che ha approvato il progetto senza nemmeno un’analisi dei costi- benefici». L’ultima stoccata Masiero la riserva al sindaco. «Caro Giuseppe », spiega, «credo che siamo rimasti fregati entrambi, pur in posizione diverse».

(e.b.a.)

 

Nuova Venezia – Alta Velocita’, prima tappa: il tracciato

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11

apr

2014

NODO TRASPORTI» GOMMA E ROTAIA

Non c’è un euro, ma il sì dei sindaci friulani conclude l’iter di definizione del percorso: sarà quello lungo la linea storica

VENEZIA – Non parliamone più. Il tracciato dell’Alta Velocità/Alta Capacità sarà quello stabilito dallo studio di fattibilità predisposto da Rfi dopo le sollecitazioni del commissario Bortolo Mainardi, che conclude così il suo compito di «facilitatore» dell’infrastruttura. Il tracciato è quello che prevede il quadruplicamento della linea ferroviaria esistente nel tratto più lungo, l’utilizzo della «linea dei bivi» attorno a Mestre e la bretella di Dese per entrare in aeroporto. Niente più balletti su tracciato balneare (litoraneo) o autostradale (complanare). Il territorio ha deciso che si procederà per stralci e lungo il tracciato esistente, con il potenziamento della linea esistente. La Regione del Veneto lo aveva deciso qualche mese fa (smentendo l’assessore Renato Chisso, da sempre fautore del tracciato balneare), adesso anche i sindaci friulani hanno detto sì. É il riconoscimento del progetto «più rapido, menod evastante per il territorio e più economico»(dice Luca Zaia). Anche Debora Serracchiani esulta: «Il lavoro che la Regione ha portato avanti in questi mesi non è alternativo al progetto della Tav, a cui la Regione rimane assolutamente favorevole, ma tenuto conto di tutte le criticità del tracciato del 2010 sia nella parte Veneto- Ronchi dei Legionari sia da Ronchi dei Legionari a Trieste e considerate anche le due delibere della Giunta dell’ottobre e novembre scorso che indicavano problemi di compatibilità ambientale e altre criticità di quel progetto, la Regione ha ritenuto di aderire alla proposta presentata da Rfi ». Dunque, il bellunese Bortolo Mainardi, da due anni e otto mesi commissario per l’Alta velocità nel tratto Mestre- Trieste, può ritenere concluso il suo lavoro. Anche perché Debora Serracchiani, con il tacito placet di Luca Zaia, ha dato il benservito alla figura commissariale: «Non avverto l’esistenza di un regime commissariale» ha dichiarato nei giorni scorsi. E infatti il mandato di Mainardi si è concluso con il 31 marzo, dopo l’ultimo vertice con il ministro Maurizio Lupi, i governatori di Veneto e Friuli e l’amministratore delegato di Rfi, Michele Mario Elia. Conclusa questa fase, resta il nodo dei finanziamenti: l’Alta velocità costa, secondo lo studio di fattibilità, 44 milioni al chilometro. E la tratta Mestre-Trieste fa 158 chilometri. Complessivamente, il costo della tratta si aggira dunque sui 7,4 miliardi di euro (772 milioni solo per la bretella aeroportuale). E nonostante le rassicurazioni del governo, per adesso non c’è un euro. Il ministro Maurizio Lupi ha confermato che sarebbe disponibile un miliardo e 800 milioni di euro per ammodernare l’attuale linea. Ma sono in molti a nutrire seri dubbi a riguardo. Anche perché, oltre ai soldi, mancano anche i progetti. Per adesso c’è solo uno studio di fattibilità, con cartografia assolutamente embrionale e non assolutamente sufficiente a procedere con l’iter burocratico. Insomma, più che Alta Velocità è un progetto a Lenta Velocità. Molto lenta.

Daniele Ferrazza

 

Oderzo, la società ammette il taglio di un solo treno lungo la tratta Treviso-Portogruaro: «Scelte regionali»

ODERZO – Non si placano polemiche in merito al nuovo orario cadenzato dei treni che sta creando tanti disservizi anche sulla tratta Treviso-Portogruaro. Lunedì mattina su Rai 1, è stato mandato in onda un servizio proprio su questi problemi. Disservizi che avrebbero portato Mom Treviso a decidere di chiudere il contratto con Trenialia per il servizio integrativo che sostituisce le corse dei treni soppressi con un i bus. Ma Trenitalia precisa: «L’annuncio di Mom Treviso di ‘rompere’ il contratto d’integrazione con Trenitalia è stato accompagnato, da una serie di considerazioni non corrette che reclamano puntuali precisazioni ». Lo chiarisce, in una nota, la stessa Trenitalia che sottolinea di non aver operato tagli al servizio e che non c’è stata soppressione di treni, bensì una riprogrammazione. Le proteste che si alzano dal territorio invece dicono che non c’è stata concertazione. Per questo anche in questi giorni si sono aperti tavoli di confronto. Ma Trenitalia aggiunge: «La nuova offerta prevede oggi, sulla linea Treviso-Portogruaro, 16 corse nei giorni feriali in luogo delle precedenti 17, con un monte complessivo di chilometri percorsi pressochè invariato ». I pendolari si lamentano perché la riorganizzazione non ha tenuto conto degli orari nei quali i treni servono davvero: fra le 6 e le 8 del mattino e dopo le 17 di sera. Trenitalia rileva ancora: «È opportuno ricordare, infatti, che la programmazione dell’offerta è materia di esclusiva pertinenza della Regione, la quale svolge anche il ruolo di committente e finanziatore del servizio. Ogni decisione su questa materia, compresa quella annunciata da Mom, non può quindi prescindere da un confronto con le competenti strutture dell’assessorato regionale alla mobilità».

Tutti contro l’assessore Chisso, dunque: pendolari, Legambiente, ed ora, anche Trenitalia che prosegue: «L’assessore ha già attivato dei tavoli tecnici con le istituzioni locali, tuttora in corso. Non si può parlare, quindi, né di tagli né di disservizi che i pendolari sono costretti a subire per colpa di Trenitalia, come si lascia esplicitamente e non correttamente intendere ». Secondo Trenitalia nessuna diffida sull’annullamento dell’accordo d’integrazione è mai arrivata a Trenitalia, ma soltanto una richiesta di fornire riscontro sui viaggiatori che, con la nuova offerta, hanno scelto il bus anziché il treno. Intanto a Oderzo si ringrazia la Rai per il servizio mandato in onda: «La scorsa settimana un giornalista del Tg1, ci ha accompagnato nei nostri spostamenti quotidiani per documentare i problemi dei pendolari. Speriamo che la denuncia con un servizio sulla principale rete Rai serva», scrivono i Giovani per Oderzo.

Giuseppina Piovesana

 

DOLO – I consiglieri dell’opposizione all’attacco sull’opera mai eseguita sulla Regionale 11

DOLO – I Consiglieri della lista di opposizione “Per Dolo, cuore della Riviera” Alberto Polo, Vincenzo Crisafi, Gianluigi Naletto, Gianni Lazzari, Adriano Spolaore e Andrea Zingano hanno inviato un’interrogazione al sindaco di Dolo, all’assessore regionale Chisso ed al responsabile dell’area infrastrutture, relativamente al progetto di una nuova rotonda fra la SR11 e via Pasteur. Nella stessa richiesta si evidenzia che nell‘ottobre del 2006 l’amministrazione comunale guidata dal Sindaco Antonio Gaspari sottoscrisse un accordo con Veneto Strade per la realizzazione di una rotonda di accesso alla SR11 su via Pasteur, a servizio dell’area ospedaliera e degli impianti sportivi, per la quale la Regione finanziò il progetto con 500 mila euro, stanziati nel piano triennale 2006-2008 e la nuova amministrazione Lega-Pdl considerò l’opera come meritevole di prioritaria realizzazione.

Nel giugno 2010, con una interrogazione comunale, alcuni consiglieri della lista «Per Dolo, Cuore della Riviera» chiesero quali iniziative l’Amministrazione Gottardo intendesse porre in essere ed a fine luglio 2010, l’assessore ai lavori pubblici Alessandro Ovizach dichiarò «l’iter procedurale dovrebbe terminare entro l’anno 2010».

Sulla base di tali dati i consiglieri chiedono “Se è quali reali iniziative l’amministrazione di Dolo ha posto in essere in questi anni presso gli Enti Regione Veneto e Veneto Strade per sollecitare la realizzazione dell’opera. A tal fine si chiede di poter ricevere l’elenco completo di eventuali comunicazioni protocollate – quindi ufficiali e dimostrabili – intercorse tra il Comune di Dolo e gli Enti superiori interessati al progetto.”

(L.Per.)

 

Vandali scatenati. In un solo mese danni a 41 carrozze

Oggi al PalaPlip si riunisce il primo Tavolo dei pendolari

MESTRE – Rotti i vetri di finestrini e porte dei vagoni, imbrattate da graffiti le fiancate esterne delle carrozze: solo nell’ultima settimana sono stati cinque i treni regionali presi di mira dai vandali. Ma il bollettino dell’intero mese di marzo è da guerra: danneggiate 41 carrozze di 27 diversi treni regionali con danni calcolati per 23 mila euro. I dati sono stati diffusi da Trenitalia che per combattere il dilagare dei vandalismi ha annunciato l’aumento dei controlli da parte del personale della Protezione aziendale, la vigilanza privata a cui si affida l’azienda. Senza contare l’assidua sorveglianza già messa in atto dagli agenti della polizia ferroviaria (Polfer) e dai capitreno. Una vera e propria task force, chiamata a contrastare un fenomeno in preoccupante aumento.

Mercoledì scorso, 2 aprile, sono stati rotti finestrini e vetri delle porte del Regionale 2729 nel tratto tra Mestre e Venezia. Nello stesso giorno i vandali hanno preso di mira i finestrini di una carrozza del Regionale 2205 Venezia-Trieste. Sabato 29 marzo era toccato ai finestrini di un vagone del Regionale 20858 fra Venezia e Padova e di un’automotrice del Regionale 5943 Bassano-Padova. In appena tre giorni, calcola Trenitalia, danni per oltre 15 mila euro, a cui vanno aggiunti i costi che l’azienda sostiene per le riparazioni e il fermo tecnico delle carrozze in officina. Ma l’elenco è lungo. Venerdì 28, ad esempio, i vandali hanno preso di mira i finestrini di un vagone del Regionale 11075 in sosta nella stazione di Belluno. «Vetri rotti e attacchi di writers che hanno imbrattato migliaia di metri quadri di superfici interne ed esterne», denuncia Trenitalia. «A conti fatti, se da domani svanissero graffiti e atti vandalici ai danni dei treni del Veneto, si potrebbero “guadagnare” migliaia di ore di lavoro a favore del miglioramento della qualità e di interventi più capillari per un servizio migliore alla clientela».

Intanto disagi, ieri mattina, per gli utenti della tratta Milano- Venezia, a causa dell’investimento mortale di una persona nel Veronese, nella stazione di Castelnuovo del Garda. Per consentire i rilievi dell’autorità giudiziaria, è stato necessario sospendere la circolazione dei treni tra le stazioni di Peschiera e Sommacampagna. Lo stop, durato dalle 10.50 alle 12.30, ha coinvolto tre Frecciabianca, con ritardi tra mezz’ora e 80 minuti.

Intanto oggi alle 10, al PalaPlip di via San Donà, associazioni, comitati e Legambiente Veneto Orientale si ritrovano per dare avvio al Tavolo dei pendolari, con l’obiettivo di lavorare per costruire un’unica piattaforma di richieste, a iniziare dalla correzione dell’orario cadenzato, da strutturare sulla base delle esigenze di chi si sposta ogni giorno: sabato, festivi e periodo estivo compreso.

Denunciano Legambiente e i comitati di Quarto d’Altino e del Veneto Orientale: «Oltre alle sofferenze dovute a guasti su vecchie linee, i pendolari veneti si scontrano con l’assessore Chisso che passa il tempo a fare proclami e si dimentica di annunciare che cosa ha appena fatto con il bilancio regionale: zero risorse sulla Metropolitana Regionale (Sfmr) e nessuna risorsa aggiuntiva per colmare i buchi d’orario nei periodi festivied estivi».

Giovanni Monforte

 

Mogliano. L’assessore Chisso annuncia la sostituzione del bus con un treno vero

MOGLIANO – Le proteste dei pendolari moglianesi sono valse a qualcosa: l’assessore Chisso annuncia nuove corse alternative su gomma. «Per i miglioramenti e le risposte fattibili», ha dichiarato ieri attraverso una nota ufficiale l’assessore regionale alla mobilità, «nel contesto della disponibilità di risorse finanziarie e umane, la porta è sempre stata e rimane aperta. Perché è nostro compito trovare le risposte possibili alle richieste di cittadini e utenti. E possiamo ancora migliorare».

Dalla regione fanno sapere che l’attivazione dal 30 marzo scorso del servizio navetta “Treviso-Venezia” anche nelle prime ore della mattina dei giorni festivi per rispondere alle esigenze dei turnisti, è stato apprezzato dal comitato moglianese dei pendolari. Con questo provvedimento si è inteso mitigare i disagi subiti con l’entrata in vigore del nuovo orario cadenzato, che su molti fronti rimane carente. Il nuovo provvedimento segna una schiarita nei rapporti tra la regione e i pendolari. «Ho anche dato mandato ai tecnici regionali di studiare con quelli di Trenitalia la possibilità di sostituire l’attuale bus, sia questo sia quello della mezzanotte nella direzione opposta, con un treno “vero”», si sbilancia l’assessore Regionale, «servizio che sarebbe migliore ma per il quale occorre appunto valutare costi, disponibilità di risorse umane per la condotta e la scorta e di materiale rotabile. Il mio impegno è per migliorare ulteriormente il servizio, rispetto al quale con l’andata a regime del cadenzamento e fatte salve alcune casistiche particolari, ricevo segnali di soddisfazione da parte dei pendolari rispetto al sistema precedente».

Da segnalare però che l’opposta parte politica, quella del Pd capeggiata da Carola Arena, considera i nuovi orari ancora come un nervo scoperto e non più tardi di due settimane fa ha attaccato duramente l’assessore regionale Chisso.

Matteo Marcon

 

«L’assessore regionale alla mobilità Renato Chisso non può sottovalutare le richieste dei pendolari del servizio ferroviario della stazione di Preganziol. La petizione sulla richiesta dell’adeguamento degli orari dei treni è stata sottoscritta da ben 1200 cittadini».

La dura critica parte dal sindaco di Preganziol Sergio Marton e dall’assessore Roberto Zamberlan. Marton va giù duro nei confronti di Chisso: «Ho chiesto più volte di incontrarmi con l’assessore regionale alla mobilità tramite il suo capo ufficio per far presenti i problemi del trasporto ferroviario che riguardano Preganziol. Sono ancora in attesa di un riscontro positivo. Le risposte evasive di Chisso sul trasporto ferroviario non ci soddisfano affatto. Nei prossimi giorni ho chiesto e ottenuto di incontrarmi anche con il presidente della Regione Luca Zaia».

Marton fa presente che il problema degli orari dei treni è iniziato molto prima dell’entrata in vigore dell’orario cadenzato del 15 settembre.

«La nostra richiesta di fondo -aggiunge Marton- era e resta quella che i treni che fermano a Mogliano facciano altrettanto alla stazione di Preganziol a beneficio dei nostri pendolari».

Un utente del servizio ferroviario è l’assessore alla cultura Roberto Zamberlan: «Senza ulteriori indecisioni e rinvii da parte di Trenitalia devono essere rivisti parecchi orari. Ricordo che solo i treni regionali fermano alla stazione di San Trovaso di Preganziol. Non è certo questo il servizio che l’utenza si aspettava dalla tanto decantata Metropolitana leggera di superficie (servizio che prevedeva un treno ogni quarto d’ora della tratta Treviso-Venezia, ndr). Da risolvere subito è anche il buco di alcuni orari. L’ultimo treno che parte da Venezia e ferma a Preganziol è alle 21.15. Questo mette in grave difficoltà i pendolari che lavorano negli alberghi e nei locali pubblici, oltre ai numerosi turisti che pernottano nelle strutture alberghiere di Preganziol».

Nello Duprè

 

PENDOLARI Aggiustamenti all’orario cadenzato. I sindaci: «Altri nodi da sciogliere»

QUARTO D’ALTINO – Compiuti dei passi avanti, ma sull’orario cadenzato ci sono ancora nodi da sciogliere.
Dopo l’incontro con l’assessore regionale Renato Chisso nella sede di Veneto Strade, i sindaci dei Comuni lungo la tratta ferroviaria Venezia-Portogruaro promettono di mantenere alta l’attenzione sulle situazioni non ancora risolte.

«Abbiamo chiesto di riflettere su alcuni temi, in particolare manderemo una nota sul problema della cancellazione di alcune corse prevista al termine del periodo scolastico perché non si tratta di corse utilizzate principalmente da studenti».

All’incontro erano presenti i primi cittadini di Quarto d’Altino Silvia Conte, con l’assessore Radames Favaro, di Marcon Andrea Follini e di Meolo Michele Basso, oltre al vicesindaco di San Stino Mauro Marchiori e quello di Portogruaro Luigi Villotta, e gli assessori Francesca Zottis, di San Donà, e Alferio Persico di Musile.

«Abbiamo avuto buone notizie, come il ripristino del treno di mezzogiorno e il raddoppio dell’autobus nella notte tra sabato e domenica, e ci ritroveremo ancora a maggio per continuare a discuterne – continuano i sindaci -. Però si tratta di un tamponamento di una situazione di emergenza: non sono stati stanziati dei soldi e non c’è chiarezza sulle risorse anche per il problema dei sottopassi e delle pensiline. E poi resta aperto il problema del fine settimana».

All’incontro è stato ammesso anche un rappresentante del comitato dei pendolari di Quarto d’Altino e del Veneto Orientale, Nicola Nucera, che ha presentato una proposta di modifica di una corsa serale.

«Il treno delle 22.41 non va bene né per chi lavora, nè per chi è a Venezia o Mestre per svago – affermano i pendolari -. Proponiamo quindi di sopprimere la corsa del bus in partenza da Venezia e di ritardare la partenza del Regionale Veloce dalle 22.41 alle 23.11, facendolo fermare in tutte le stazioni fino a Portogruaro per poi farlo proseguire per Trieste». Regione e Rfi hanno promesso di valutare la possibilità di attuare tale modifica.

«Restiamo però preoccupati per il fine settimana e la notte – concludono i pendolari -. La rilevazione della frequentazione delle corse dopo mezzanotte potrebbero non rappresentare la vera potenzialità del servizio. Da quando il treno è stato sostituito con un autobus che, per andare a Portogruaro, impiega più di due ore, tante persone hanno smesso di prenderlo».

Melody Fusaro

 

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