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SALZANO – Un biglietto unico per integrare i trasporti in treno, in autobus e in vaporetto. Un accordo tra Regione, Actv e Trenitalia per prevedere biglietti e abbonamenti cumulativi, sulla scia degli esperimenti positivi già adottati in molte altre zone d’Italia.

È questa l’altra grande richiesta che arriva dai pendolari, stufi di dover pagare due volte anziché una. «Quando un treno viene soppresso molti decidono di prendere un bus – racconta uno studente di Spinea -. Paghiamo già l’abbonamento del treno, ma in quel caso siamo costretti a anche a comprare un biglietto del bus. Questo non è giusto».

Anche il sindaco di Salzano Alessandro Quaresimin punta forte su questa soluzione: «Si parla tanto di città metropolitana, un biglietto unico integrato sarebbe un ragionamento corretto in quest’ottica».

Sulla stessa linea Bruno Pigozzo: «La Regione deve incentivare l’aggregazione tra i vari gestori del trasporto pubblico. Con un biglietto unico per treno, autobus e vaporetto si potrebbe risparmiare nettamente sulla burocrazia per poi tornare ad investire sul servizio».

In Regione l’ipotesi è stata valutata più volte, ma ai vari studi non ha ancora fatto seguito un passo concreto.

(g.pip.)

 

SALZANO  «Binario da raddoppiare tra Maerne e Noale»

“Un bus in piu’? Solo pagando”

La protesta del sindaco: «Actv non ha i fondi e li chiede al Comune»

C’è chi chiede un treno in più per poter rientrare la sera da Venezia e chi invoca un autobus per raggiungere l’ospedale di Dolo. I lavoratori della domenica si lamentano per la carenza di convogli nei giorni festivi, gli studenti descrivono invece pullman stracolmi su cui è difficile perfino salire. I problemi del trasporto pubblico nel Miranese sono tanti e sono sempre molto sentiti, e ogni tema è stato affrontato giovedì sera alla Filanda di Salzano in un’assemblea che ha visto intervenire il sindaco Alessandro Quaresimin, il consigliere regionale Bruno Pigozzo, il sindacalista Cgil Ilario Simonaggio ed Elena Guida in rappresentanza del comitato di pendolari.

Si è parlato sia del servizio Actv sia di quello Trenitalia, partendo sempre da una considerazione di Pigozzo: «In Veneto l’ultimo Piano complessivo dei trasporti risale al 1990. Sono passati 25 anni».

Per quanto riguarda gli autobus Salzano è sicuramente il Comune più penalizzato del Miranese, essendo il meno collegato con Venezia.

«Qui il servizio Actv si sta spegnendo un po’ alla volta – ha detto Quaresimin -. Alla domenica praticamente non ci sono più bus, ma anche le corse scolastiche sono insufficienti rispetto all’utenza. Un altro problema è che non ci sono mezzi diretti all’ospedale di Dolo, e Actv con noi è stata chiara: una corsa aggiuntiva si può prevedere, autisti e mezzi sono a disposizione. Ma loro non hanno disponibilità economiche, la corsa dovremmo pagarla noi. Sì, con quali soldi?».

Il sindaco ha parlato poi del problema-treni: «Il nuovo orario cadenzato ha comportato molti problemi, sulla Bassano-Venezia la situazione è scoraggiante: il nostro parcheggio ferroviario era sempre pieno, ora è mezzo vuoto perché molti scelgono altre stazioni o si muovono in auto».

Elena Guida entra nel merito: «Mancano corse al mattino presto e alla sera, per operai o commesse che lavorano a Venezia è un problema serio. Nei festivi ci sono meno treni, come fanno tutti quelli che lavorano a Venezia nel weekend?».

L’altra grande richiesta è il raddoppio di binario almeno tra Maerne e Noale: «È indispensabile per consentire una maggior fluidità di traffico ferroviario. Se ne parla da anni, manca la volontà politica regionale», sbotta Quaresimin.

Simonaggio chiama in causa Renato Chisso, arrestato per lo scandalo-Mose: «Per anni abbiamo avuto un assessore regionale interessato soprattutto a strade ed autostrade, piuttosto che alla mobilità su treno. Questo è il risultato».

Gabriele Pipia

 

Gazzettino – “Dateci treni veloci e orari umani”

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25

apr

2015

TRASPORTI – I pendolari, dopo le polemiche con la Regione, presentano un pacchetto di richieste

Potenziare la linea Udine-Trieste. Battaglia per il Micotra dal mare a Villach

TRIESTE – «Che questa figuraccia della Regione serva almeno a far capire la nostra condizione reale e a darci una mano vera. Ma adesso mettiamoci una pietra sopra».

I pendolari, per bocca di Andrea Palese del Comitato Alto Friuli in piena condivisione con gli altri Comitati regionali, chiudono la polemica sulla sostituzione del treno a beneficio dei dipendenti regionali da Trieste a Udine e rilanciano sul terreno delle prossime battaglie: un orario che da dicembre diventi strutturato, andando «ben oltre quello cadenzato», in base a una serie di segnalazioni contenute in un nuovo documento che ci si appresta a consegnare a Trenitalia. E poi: i treni transfrontalieri con la Carinzia Micotra in partenza non più da Udine ma da Trieste alla volta di Villach, «in modo da soddisfare ad un tempo le esigenze di noi pendolari e dei turisti», andando oltretutto a «servire la ciclovia Alpe Adria dall’Austria fino a Cervignano». L’idea è del leader del Comitato pendolari Fvg, l’udinese Marco Chiandoni, innamorato dei treni, umiliato dai loro disservizi e convinto, come Palese, che il Micotra sia «un’eccellenza regionale da valorizzare».

Non solo: «Ci battiamo anche per un treno veloce Udine-Trieste, contando sulla circostanza che da giugno a settembre entreranno finalmente in esercizio tutti e 8 i sospirati treni Civity, confortevoli e sicuri».

I pendolari attestano a Trenitalia di aver «cambiato completamente verso» nei rapporti con i viaggiatori: «Dirigenza in presa diretta con noi e i nostri problemi, personale viaggiante sorridente e sensibile», insomma «tanta collaborazione anche se è chiaro che non dobbiamo pretendere miracoli, non tutto è dovuto e la verità in tasca non ce l’ha nessuno». In ogni caso è un fatto che le Ferrovie «ce la stanno mettendo tutta»: parola di pendolari, impensabile in questi termini anche soltanto pochi mesi fa.

Ma accanto allo zucchero, come nella migliore tradizione epifanica, c’è anche qualche pezzetto di carbone, che naturalmente viene destinato a Mamma Regione: «Mi sono laureato in diritto regionale con il nostro amatissimo Statuto di autonomia – spiega Palese – ma continuo a vederlo svilito, prima ancora che minacciato». In altre parole: «La Regione ha le competenze e i soldi per organizzare meglio i servizi, dunque cosa aspettiamo? Non vorranno mica farci attendere il 2017 con l’entrata in servizio del gestore unico del trasporto su gomma? Non se ne parla nemmeno».

Maurizio Bait

 

SAN STINO – Marzo da record per la piattaforma logistica. Con 45mila tonnellate di merci scambiate, l’interporto sanstinese dell’Mvo (Magazzino veneto orientale) e la Rail Cargo Group delle Ferrovie austriache, ha stabilito il primato da quando ha iniziato ad operare nel 2003. Dopo la crisi del 2012, già nel 2013 la piattaforma con una media di 30mila tonnellate mensili e due treni merci al giorno in entrata e uscita, era tornata a buoni livelli. Ora si viaggia a una media di tre treni multicliente chattel via Villach (andata e ritorno) al giorno. Le merci vengono scaricate e distribuite in tutta Italia, isole comprese.

«A parte il record di marzo – spiega Roberto Dal Mas, direttore della struttura – dall’inizio dell’anno abbiamo avuto un incremento del 10%. Segno che l’economia si sta muovendo bene sia in in import che in export». La piattaforma logistica di San Stino si sviluppa in un’area di 130mila metri quadri con due capannoni da 24mila metri quadri, 3 chilometri di binari, ed è dotata di una serie di moderni carriponte.

Ma alcune nubi si stanno profilando: tra Mestre e Portogruaro, a fine giugno chiudono le due ultime stazioni. Con San Donà chiude anche la stazione di San Stino (non ci saranno più capistazione e deviatori) e quindi Rfi non potrà più garantire le manovre con personale in loco: tutto dovrebbe essere telecomandato dalla centrale di Mestre. A San Stino la mancanza del capostazione e del manovratore potrebbe limitare l’operatività della struttura logistica. A preoccuparsi sono soprattutto i sindacati, Orsa in particolare.

(m.mar)

 

Gazzettino – Mira. Omnibus, nuove corse per le stazioni Fs.

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24

apr

2015

MIRA – Riparte con tratte più lunghe Omnibus, il servizio di autobus dalle stazioni miresi a Mira. L’Actv ha modificato il servizio con nuovi orari, sempre nei giorni feriali, per venire incontro alle esigenze di studenti e lavoratori pendolari. Tutte le corse da Mira a Marano Fs effettuate dal lunedì al venerdì partono dal nuovo capolinea di Mira Buse e non si fermano in via Marinai d’Italia; al posto di quest’ultima è stata istituita un nuovo stop in via Mediterraneo all’incrocio con la Marinai d’Italia. Da Mira e da Marano le corse partono dalle 6.38 fino alle 20; complessivamente 14 fermate.

Omnibus collega i centri di Dolo, Mira, Mirano con le stazioni ferroviarie di Dolo e Mira-Mirano, in coincidenza con i principali treni della linea Padova-Venezia. Gli autobus che dalla stazione ferroviaria di Mira Buse saranno diretti alla stazione di Mira Marano partiranno alle: 6.38, 7.05, 7.32, 13.53, 14.25, 15.03, 18.23, 18.54, 19.22 e 19.50. Mentre le partenze dalla stazione ferroviaria di Marano saranno alle: 6.55, 7.22, 13.35, 14.06, 14.45, 18.05, 18.36, 19.05, 19.32.

(M.Gia)

 

LA SEGNALAZIONE

Nonostante vari articoli apparsi sui giornali, Trenitalia non ha ancora assunto nessun provvedimento per diminuire il disagio della partenza anticipata e imprevedibile dei treni regionali dalla stazione di Mestre, soprattutto in fascie disagiate (mattino presto e sera tardi) in cui c’è una scarsa frequenza dei treni per Venezia.

L’altra mattina, per esempio, il primo treno per Venezia delle 5.43 è partito circa 5 minuti prima dell’orario previsto e il successivo delle 6.04 è arrivato anche in ritardo a Venezia.

Ma si aggiunge un altro disagio per chi fa i turni e per i turisti. Alle 24 la stazione di Mestre chiude!

Anche se l’ultimo treno che arriva da Venezia e poi prosegue per Roma è previsto in partenza alle 24 e 21 minuti, non solo si è ostacolati nell’entrare in stazione, ma non si possono fare nemmeno i biglietti con le macchinette automatiche. Senza contare che chi smonta in stazione alle 24.18 non sa da che parte uscire, visto che non c’è nessun cartello e le uscite con le porte a vetro sono chiuse. Brancolando nel buio si deve proseguire fin dopo l’ufficio della Polizia ferroviaria dove, finito lo stabile, si trova un cancello per uscire. Ormai turisti e pendolari trattati come clandestini…

Claudio Peris – Mestre

 

MIRA – È partito ieri a Mira il servizio di bus navetta “Omnibus”, promosso da Actv, che collega i centri di Mira e Mira Porte con le stazioni ferroviarie di Mira-Mirano e quelle sulla Mestre-Adria, ossia Mira Buse e Oriago Porta Ovest, in coincidenza con i principali treni in partenza e arrivo.

Il servizio è attivo a Mira con 14 fermate. «Abbiamo voluto potenziare il servizio», spiega il presidente di Actv Luca Scalabrin, «grazie a un accordo che abbiamo stretto con il Comune, dare agli utenti, soprattutto studenti e pendolari, di raggiungere le stazioni dei treni senza la necessità di muovere l’auto da casa».

Le corse da Mira e da Marano partiranno dalle 6.38 e si concluderanno alle 20. Tutte le corse Marano FS-Mira da lunedì a venerdì arriveranno a Mira Buse e non effettuerano la fermata di via Marinai d’Italia. È stata istituita una nuova fermata in via Mar Mediterraneo-incrocio via Marinai d’Italia.

«Si tratta», spiega Roberto Poli, presidente del comitato utenti Actv della Riviera, «di un servizio che i residenti di Mira e Mira Porte attendevano da tempo e che va nella direzione di un sostegno alla mobilità pubblica. Questo servizio potrà essere utilizzato anche dai tanti turisti che arriveranno in Riviera con l’Expo».

(a.ab.)

 

Gazzettino – Miranse. Treni in ritardo, nuove proteste

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19

apr

2015

PENDOLARI INFURIATI

SALZANO – «Prima viene annunciato il ritardo di 10 minuti, poi di 15, infine di 20. Quando il treno parte con oltre 35 minuti di ritardo, viene annunciato che sarà limitato a Mestre anziché arrivare a Venezia. In compenso nessuno di noi aveva potuto organizzarsi diversamente. Ormai prendere un treno è un’impresa».

Nuovi malumori sulla linea Bassano-Venezia, una delle più tartassate del Veneto per quanto riguarda ritardi e soppressioni. Il periodo più nero è stato lo scorso autunno (ad ottobre i pendolari contarono 50 treni cancellati), ora la situazione è migliorata ma venerdì più di un pendolare è andato su tutte le furie. A farsi portavoce della protesta è una donna che attendeva il treno delle 9.08 alla stazione di Martellago, lamentele anche a Salzano e Spinea.

Intanto proprio i comitati di Salzano e Spinea continuano a chiedere più corse al mattino presto e alla sera. «Dopo l’incontro di novembre con dirigenti di Regione e Rfi non abbiamo più avuto riscontri», spiegano. Il trasporto pubblico regionale sarà uno dei temi caldi in campagna elettorale.

(g.pip.)

 

Nuova Venezia – Si guasta un semaforo, 10 treni in ritardo

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14

apr

2015

In tilt la tratta Mestre-Treviso, avvocato vuole fare causa a Trenitalia: «Ho perso la coincidenza e nessun ha avvisato»

Un guasto al segnale di protezione della stazione di Mestre, una sorta di semaforo che regola l’ingresso e l’uscita dei treni in stazione, ha mandato in tilt la tratta Mestre-Treviso nel pomeriggio di ieri. Due i black out che si sono registrati, secondo quanto comunicato da Trenitalia, fra le 13.10 e le 13.55 e fra le 14.50 e le 16.10.

Un guasto che ha provocato ritardi a catena: dieci i treni regionali in viaggio sulla tratta fra Mestre e Treviso e viceversa che hanno fatto registrare ritardi. Quindici, ma anche trenta minuti. Tanto è bastato non solo a far arrabbiare per l’ennesima volta i pendolari, ma anche a far perdere le coincidenze.

Come è successo all’avvocato trevigiano Rossella Martin che nel pomeriggio di ieri era diretta a Roma per motivi di lavoro. E ora, arrabbiatissima, è decisa ad andare fino in fondo. «Voglio fare causa a Trenitalia, portandola davanti al giudice di pace. È una questione di principio», chiarisce l’avvocato che in poche ore ha già raccolto qualche adesione a questa sorta di “class action” tra i viaggiatori che come lei ieri hanno subìto l’ennesimo disservizio di Trenitalia. «Dovevo prendere il treno Italo da Mestre per Roma alle 16.07, per raggiungere Mestre da Treviso ho preso il regionale veloce delle 15.25.

Nessuno in stazione a Treviso ha avvisato che a Mestre si stavano già registrando ritardi e disagi», denuncia l’avvocato Martin. «Poi a Mogliano i primi problemi, con la segnalazione di un ritardo di 5 minuti, poi diventati 10 e cresciuti fino a 20. Siamo stati fermi in stazione a Mogliano, poi lungo la tratta nelle vicinanze di Mestre Ospedale».

Un “viaggio della speranza” che si è concluso, per l’avvocato e per i passeggeri scesi a Mestre, verso le 16.15. Il risultato? Coincidenza persa per Roma e biglietto da ripagare. Inutile tentare di parlare con il servizio clienti di Trenitalia, mentre la società che gestisce Italo si è chiamata fuori, non essendo imputabile a lei il ritardo e quindi la perdita del treno.

«Vicino a me avevo altre cinque persone che non hanno preso la coincidenza, ho parlato anche con alcune persone dirette a Salerno che si sono dovute fermare in albergo a Mestre poiché, a causa del ritardo, a Roma non avrebbero più trovato la coincidenza», prosegue. Di qui la decisione di fare causa a Trenitalia davanti al giudice di pace.

I disagi lungo la tratta Mestre-Treviso sono proseguiti fino alle 16.10. Spiegano da Trenitalia che il guasto al segnale di protezione della stazione equivale per il macchinista al segnale rosso. Si devono quindi adottare i protocolli di sicurezza manuali. In un primo tempo era stata istituita la circolazione su un unico binario, dopodiché si è optato per la movimentazione manuale. Con tutti i disagi e i malumori del caso.

Rubina Bon

 

I lavori per realizzare due ascensori finiranno a ottobre, disagi per i disabili: pronto un esposto

La Stazione è un cantiere a cielo aperto

Un tragitto ad ostacoli, lungo e scomodo per chi può camminare, figuriamoci per chi è costretto in sedia a rotelle. Gino Baoduzzi, responsabile dello sportello handicap di Rifondazione Comunista, rientra fra le persone che si spostano su una carrozzina ed è lui a denunciare, annunciando un esposto in Procura, il grande disagio che si vive da diversi mesi alla stazione di Mestre. Qui i cantieri sono ovunque e il principale problema è che gli ascensori fra il 2° e 3° binario e fra l’8° e il 9° non sono ancora entrati in funzione. Risultato? Chi, come Baoduzzi, non può scendere le scale del tunnel che porta ai binari, deve compiere un tour impegnativo superando alcune aree di cantiere, perché a lato della stazione si sta lavorando nella zona delle ex soste veloci. In più, pure all’interno della stazione regna il caos, dato che i nuovi negozi sono ancora al grezzo e l’apertura sembra lontana.

«La stazione di Mestre è da mesi un cantiere a cielo aperto», attacca Baoduzzi, «e i disagi non riguardano solo i disabili, ma anche i normodotati. In ogni caso una persona in sedia a rotelle deve fare centinaia di metri per raggiungere il binario 2. Per arrivare all’8 è necessario attraversare sempre i binari e poi dirigersi dall’altra parte della stazione, in direzione Venezia, rischiando di perdere la coincidenza o il treno stesso. Questa situazione si protrae da diversi mesi: cosa sta succedendo? A questo punto intendo presentare un esposto in Procura».

Per quanto riguarda i lavori sui binari, la responsabilità è di Rfi che, scusandosi per i disagi arrecati, spiega in una nota: «I lavori per la realizzazione degli ascensori di Mestre sono iniziati a marzo 2014. A giugno di quest’anno è previsto che entri in funzione quello a servizio del marciapiede fra il 2° e 3° binario, con il contestuale adeguamento dell’altezza del marciapiede a 55 cm per agevolare la salita dei viaggiatori sui treni. A ottobre 2015 è previsto il completamento dell’ascensore che servirà il marciapiede fra l’8° e il 9° binario e anche qui l’adeguamento dell’altezza del marciapiede».

Rfi specifica poi che «gli interventi sono eseguiti con l’impianto in esercizio. Si è preferito garantire la massima funzionalità della stazione, senza creare soggezioni alla clientela con riduzioni dell’offerta commerciale, anche a costo di un maggior impegno di tempo e risorse. Molte attività comunque avvengono durante le fasce orarie notturne e non sono rilevabili dai viaggiatori».

Per quanto riguarda invece i cantieri all’interno della stazione e nella parte esterna, sono gestiti da Grandi Stazioni. Qui il nodo principale resta quello dei negozi (una boutique, una libreria, un giornalaio, una tabaccheria) che dovrebbero essere ormai aperti da tempo.

«Lo scorso 1 aprile abbiamo “festeggiato” il terzo anno qui fuori», spiega Massimo Gazzetta, titolare dell’edicola che prima si trovava dentro la stazione ma che appunto tre anni fa è stata spostata fuori, davanti al primo binario, in attesa di ricavare il negozio interno. «Speriamo di non dover festeggiare anche il quadriennio».

Gianluca Codognato

 

Gazzettino – Chioggia. Treni annullati, e’ bufera

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10

apr

2015

CHIOGGIA – Ieri mattina saltate tre corse su quattro della tratta Adria-Rovigo

Pendolari infuriati: «Con i bus sostitutivi arriviamo al lavoro in ritardo»

La tratta Chioggia – Adria – Rovigo un’odissea per lavoratori e studenti. Si parte da casa convinti di salire su un treno e ci si ritrova su un autobus che non ha gli stessi tempi di percorrenza. Ieri mattina è successo per ben tre volte su quattro. Annullate le corse delle 6.35, delle 8.35 e delle 9.35. L’unico treno a partire dalla stazione locale è stato quello delle 7.35. Per tutti gli altri sul tabellone luminoso è apparsa la temuta dicitura «PE»: piazzale esterno. Tutti quindi sopra l’autobus messo a disposizione da Sistemi Territoriali che ha in appalto la tratta Chioggia – Adria – Rovigo.

«Non è un problema che si verifica una volta ogni tanto – si sfoga un pendolare – succede spessissimo che al posto del treno prendiamo l’autobus. Questo significa impiegare più tempo per raggiungere Adria e Rovigo e, per chi poi deve prendere delle coincidenze per altre mete, non resta che affidarsi alla buona sorte. Quasi sempre infatti si perde il treno e si finisce con l’arrivare al lavoro in ritardo».

Raramente le comunicazioni sulla sostituzione del treno con l’autobus arrivano in anticipo. Dunque tutti ad affidarsi al tabellone luminoso della stazione di Chioggia e, quando non funziona (anche in questo caso non raramente) un occhio va al binario e l’altro al piazzale esterno per vedere se arriva l’autobus. Pendolari e studenti si arrangiano come possono e hanno creato anche un gruppo Facebook chiamato «Utenti della ferrovia Chioggia – Adria – Rovigo» per tenersi informati e aiutarsi a vicenda.

Sui commenti appare tutta l’amarezza di chi, ogni mattina, non sa a che ora potrà arrivare a destinazione. Anche sulle motivazioni delle continue sostituzioni non arrivano, a detta dei pendolari, comunicazioni ufficiali da parte di Sistemi Territoriali. Voci parlano di problemi legati al numero di treni. Tanti sono guasti e si trovano in officina a Piove di Sacco in attesa di riparazione.

«Quando manca un treno – continua sconsolato un pendolare – la prima linea che viene sacrificata è la nostra».

Negli ultimi mesi in città un comitato cittadino sta cercando di smuovere le acque per ottenere una legge regionale che finanzi la costruzione della ferrovia Chioggia – Venezia e Chioggia – Padova. La priorità però al momento sembra quella di far funzionare al meglio l’unica tratta che c’è.

Marco Biolcati

 

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