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I sindaci in Regione per i nuovi orari ferroviari sulla tratta Venezia-Trieste. Mercoledì prossimo, alle 10.30, i sindaci di Marcon, Quarto e Roncade saranno ricevuti dalla commissione regionale Trasporti per affrontare il tema del nuovo orario cadenzato deciso dalla Regione Veneto.
I sindaci Andrea Follini, Silvia Conte e Simonetta Rubinato (Roncade) avevano infatti chiesto, con una lettera, di poter discutere in Regione delle problematiche sorte con il nuovo orario sulla linea Trieste-Venezia che ha tagliato alcune corse del mattino e della sera, con un “buco” di un paio d’ore in mattinata. Una riduzione delle corse che grava su pendolari e turisti, anche in ottica di integrazione con il servizio su gomma, mentre il comitato pendolari di Quarto, che da sempre protesta per i ritardi e le cancellazioni dei treni, nel maggio scorso ha scioperato proprio contro il nuovo orario cadenzato.
«Siamo soddisfatti di questa occasione di confronto che abbiamo fortemente chiesto – affermano i sindaci -, ma non è ancora sufficiente. Sono oltre 15 anni che i nostri cittadini attendono la “metropolitana di superficie”, ed è necessario che la Regione avvii una fase strutturata di confronto con i rappresentanti delle comunità locali e dei comitati per linea, affinché con il nuovo sistema si risponda davvero alle esigenze degli utenti. Presenteremo alla Regione delle possibili alternative».

Per le valutazioni tecniche i sindaci hanno potuto contare sul supporto tecnico di “Ferrovieanordest”, realtà no profit molto attiva sul tema a livello regionale, con sede a Quarto d’Altino, che li affiancherà anche in occasione dell’audizione, mentre anche il comitato pendolari spera di poter partecipare all’incontro con una propria delegazione.

 

Gazzettino – Treni come forni, pendolari in rivolta

Posted by Opzione Zero in Rassegna stampa | 0 Comments

13

lug

2013

SULLA VENEZIA-PADOVA «Aria condizionata in tilt e finestrini bloccati»

«Treni come forni». Esplode su Facebook la rabbia dei pendolari che ogni giorno dalla Riviera e dal Miranese si recano a Venezia. Il malumore nei confronti di Trenitalia non riguarda solamente ritardi e soppressioni ma anche le temperature interne ai vagoni. «I treni più vecchi non hanno nemmeno l’aria condizionata, e negli altri ci sono vari vagoni in cui non funziona. Al tempo stesso, però, non si possono aprire i finestrini» sbottano studenti e lavoratori. Lamentele simili si registrano sia alla stazione di Mira-Mirano che a quella di Noale, entrambe frequentate quotidianamente da centinaia di pendolari diretti a Venezia.

Lavoratori e studenti diretti ogni giorno a Venezia protestano per le condizioni di viaggio

«Treni come forni», pendolari in rivolta

La rabbia esplode su Facebook: «Non funziona l’aria condizionata e i finestrini sono bloccati»

«Treni come forni». Il malumore nei confronti di Trenitalia non riguarda solamente ritardi e soppressioni, con l’arrivo della stagione estiva molti pendolari del Miranese e della Riviera hanno iniziato a protestare pure per le temperature interne ai vagoni.

«I treni più vecchi non hanno nemmeno l’aria condizionata, e negli altri ci sono vari vagoni in cui non funziona. Al tempo stesso, però, non si possono aprire i finestrini»

sbottano studenti e lavoratori. Lamentele simili si registrano sia alla stazione di Mira-Mirano che a quella di Noale, entrambe frequentate quotidianamente da centinaia di pendolari diretti a Venezia.

«Ma i disservizi sono molti, pensiamo per esempio alla sporcizia nella carrozze o alle porte che non funzionano»

racconta più di qualcuno. Molti gli sfoghi apparsi nelle ultime settimane su Facebook. E poi rimane il problema dei ritardi dei treni, nonostante i pendolari riconoscano un leggere miglioramento del servizio negli ultimi mesi. Alcuni di loro sottolineano però le frequenti soppressioni di corse pomeridiane in partenza da Venezia e che fermano a Noale oppure in partenza da Padova e che fermano a Mira-Mirano. Nei mesi scorsi il miranese Matteo Mezzalira si era fatto portavoce di un malcontento diffuso scrivendo alle varie istituzioni per criticare soprattutto la soppressione di un treno garantito in una giornata di sciopero. In quel caso a tirare le orecchie a Trenitalia ci ha pensato la stessa Regione Veneto:

«Riteniamo inaccettabile questo disservizio»

si legge nella lettera inviata pochi giorni dopo per chiedere spiegazioni.

 

LA PROTESTA – Rimarranno solo le Frecce: «Ci costerà 70 euro al posto di 17»i

Via i treni, scontro con i pendolari

I lombardi accusano il Veneto che ha cancellato otto convogli tra Milano e Venezia

Non bastavano i pendolari indigeni a bacchettare il sistema dei trasporti, ora contro il Veneto si scagliano anche quelli della Lombardia. I pendolari la chiamato l’”ennesima tegola” che si abbatte sul trasporto pubblico locale. E questa volta a protestare sono i colleghi della vicina Lombardia che – a loro dire – a causa di una scelta della Regione Veneto perderebbero, a partire dall’entrata in vigore del prossimo orario invernale, 4 coppie di treni interregionali che ora collegano Venezia con Milano (da Venezia i 2090; 2098; 2106; 2110, partenza da Milano i 2089; 2095; 2107; 2113).

«La Regione Veneto il 9 luglio ha comunicato in via ufficiale ed in modo unilaterale la soppressione dei treni – denuncia l’associazione “Pendolari in orario” di Brescia – In pratica, gli unici treni di collegamento interregionali rimasti sulla linea rimasti a dar fastidio ai Frecciabianca e FrecciaRossa di Trenitalia verranno soppressi. Le motivazioni fornite dalla Regione Veneto su questa scelta riguardano una rimodulazione del servizio ferroviario interno regionale che non prevede più treni di collegamento a lunga percorrenza con le altre regioni».

Per i pendolari le conseguenze di questa decisione sono diverse, ma riguardano in egual misura sia il Veneto sia la Lombardia. «

Da dicembre non sarà più possibile muoversi tra Milano e Venezia se non con i costosissimi treni di Trenitalia passando dagli attuali 17 euro di un interregionale ai 70 euro di una Frecciarossa – denunciano i pendolari – Inoltre per chi non abita nei capoluoghi di provincia dove i Freccia di Trenitalia fermano, dovrà cambiare treno».

É pur vero che la Regione Veneto si è detta disponibile a valutare tutte le possibile soluzioni , a patto che queste non comportino esborsi.
L’assessore Chisso non nega che i problemi esistano, ma tiene anche a precisare che la questione è al vaglio della Regione che sta cercando tutti i correttivi. «Ci sono problemi con alcuni treni relativi alla Lombardia e anche all’Emilia Romagna – sottolinea l’assessore ai Trasporti della Regione Veneto Renato Chisso – I nostri tecnici stanno lavorando per migliorare la comunicazione e non creare disagi ai pendolari».

Daniela Boresi

 

Accolta la richiesta di audizione in commissione trasporti

MARCON – Accolta la richiesta dei sindaci di audizione ufficiale in Commissione regionale trasporti in merito al nuovo “orario cadenzato” per il trasporto ferroviario. È arrivata ieri la risposta ufficiale alla lettera di Silvia Conte, Simonetta Rubinato, Andrea Follini (primi cittadini di Quarto, Roncade e Marcon) che segnalavano come il nuovo orario rischi di penalizzare pendolari e turisti.

«Siamo soddisfatti di questa occasione di confronto che abbiamo fortemente chiesto» spiegano i sindaci «ma non è ancora sufficiente. Sono oltre 15 anni che i nostri cittadini e cittadine attendono la metropolitana di superficie. È necessario che la Regione avvii una fase strutturata di confronto con i rappresentanti delle comunità locali e dei comitati affinché con il nuovo sistema si risponda davvero alle esigenze degli utenti. Il nuovo orario cadenzato taglia corse importanti e lascia dei vuoti, impedendo la possibilità di integrazione tra servizio ferroviario e servizio su gomma». «L’intermodalità» chiariscono i sindaci «è fondamentale per rendere davvero efficiente e sostenibile il trasporto pubblico. Presenteremo alla Regione delle possibili alternative. Anche altri colleghi si riconoscono in queste posizioni».

I sindaci si sono avvalsi del supporto tecnico di Ferrovieanordest, realtà no profit molto attiva sul tema, che li affiancherà anche in occasione dell’audizione. L’incontro dovrebbe tenersi la prossima settimana: un appuntamento tanto atteso anche dai pendolari della linea Venezia-Trieste che sperano in un miglioramento della situazione.

Marta Artico

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L’episodio a Mira-Mirano: una pendolare si avventa alla maniglia riuscendo a chiudere lo sportello

MIRANO – Stipati sul treno, che parte (ovviamente in ritardo) con le porte ancora aperte. Disagi e momenti di panico sul regionale per Venezia. L’episodio risale a martedì mattina e si è verificato alla stazione di Mira-Mirano. Binario 2, il convoglio è quello delle 8.17 in arrivo da Verona Porta Nuova e diretto a Santa Lucia, arrivato, neanche a dirlo, con 15 minuti di ritardo. A raccontare il resto è una pendolare miranese, protagonista suo malgrado della vicenda.

«Vagoni, corridoi e ingressi erano completamente stipati di persone, salire è stato quasi impossibile. Quando io e altri pendolari siamo riusciti a trovare un posto, ovviamente in piedi, sul primo scalino della salita e quindi proprio attaccati alla porta perché più avanti non si riusciva ad andare, abbiamo sentito il segnale di chiusura delle porte. Nessuno ci ha fatto caso, nel marasma generale».

Molti lo hanno fatto, strabuzzando non poco gli occhi, quando il treno ha cominciato a muoversi con le porte ancora aperte.

«Tra me e me ho pensato che mai avrebbero fatto partire il treno visto che ero attaccata alla porta ancora aperta», continua la pendolare, «dopo 3-4 secondi però mi sono girata verso la porta e ho visto che il treno era già in marcia e la porta ancora aperta. Ho dovuto sporgermi, prendere di forza la maniglia e tirarla per chiudere. Gli altri erano di schiena, alcuni non si sono nemmeno accorti che il treno era già partito. E se qualcuno fosse caduto?».

Solo a Mestre molti passeggeri sono scesi e il treno si è svuotato un po’. Altri pendolari affermano che non è la prima volta che questo accade. Qualcuno al capolinea di Venezia ha cercato il capotreno per chiedere spiegazioni o quantomeno segnalare il guasto, ma non si è trovato. I disagi però non sono finiti. L’ex consigliere comunale di Mirano Luigi Gasparini, pendolare di Trenitalia tutto l’anno per lavoro, rincara la dose:

«A parte la solita questione della pulizia e di tante (troppe) porte rotte, il problema ricorrente in questo periodo è l’irrespirabilità all’interno delle carrozze», afferma, «tanti vagoni sono senza aria condizionata e dove c’è, o funziona solo in alcuni scompartimenti e quindi c’è la gara per sedersi, o fai la sauna, perché i finestrini non si aprono. Si crea così una situazione assurda, con carrozze strapiene al limite della vivibilità e altre semivuote».

Per non parlare, infine, della sicurezza nelle stazioni: in quella miranese le lamentele arrivano soprattutto per i continui furti di biciclette lasciate dai pendolari nelle rastrelliere, lato Mirano. Accade sempre più spesso, anche in pieno giorno.

Filippo De Gaspari

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Cancellata per l’ottavo giorno consecutivo la corsa delle 4,53 per Venezia

QUARTO D’ALTINO – Non c’è pace per i pendolari del mattino che viaggiano con il primo treno sulla tratta da Portogruaro a Venezia. Anche ieri, per l’ottavo giorno consecutivo, una volta raggiunta la stazione, hanno scoperto che la corsa delle ore 4,53 era stata soppressa.

«Abbiamo trovato per l’ennesima volta l’autobus sostitutivo che però, come sempre, arriva a Venezia dopo le 6 facendoci arrivare in ritardo al lavoro – spiega Gianni Foffano, portavoce del comitato pendolari di Quarto – Come noi, hanno avuto disagi i pendolari di Portogruaro e San Donà e, come se non bastasse, l’autobus di ieri era da 25 posti e noi che siamo saliti a Quarto abbiamo fatto tutto il viaggio in piedi».

Da tempo i pendolari, soprattutto i lavoratori che viaggiano nelle prime ore del mattino o con le ultime corse della sera, lamentano disagi per le cancellazioni o i ritardi.

«Ho chiamato Trenitalia e hanno dato la colpa al macchinista, a guasti o ad altre cause, sostenendo che non dipende da loro – continua Foffano – Ma noi siamo furibondi. Non possiamo continuare ad arrivare in ritardo al mattino e nel mese di giugno è successo almeno 15 volte. I pendolari hanno stabilito una sorta di contratto, quello dell’abbonamento, per un servizio che di fatto non è garantito. Abbiamo già organizzato una manifestazione ma a quanto pare non è bastato e vogliono proprio farci arrabbiare».

Il 20 maggio un gruppo del Comitato pendolari di Quarto d’Altino ha manifestato nella sede direzionale di Trenitalia a Mestre per il paventato orario cadenzato e per gli altri disagi sui treni regionali della tratta ferroviaria Trieste/Portogruaro/Quarto dAltino/Venezia e ora chiede di essere ricevuto in Regione.

«I nostri sindaci hanno già chiesto audizione presso la commissione regionale di riferimento – aggiunge Luciano Ferro, un altro portavoce dei pendolari – Lo chiediamo anche noi in qualità di Comitato pendolari di Quarto d’Altino».

Melody Fusaro

 

QUARTO D’ALTINO – Nella settimana trascorsa è stato soppresso tutti i giorni e così pure l’altro ieri e ieri mattina. Quanto all’ultimo mese, le cancellazioni sono almeno una ventina. A sentire il racconto dei pendolari il Regionale 5800 è una sorta di treno «fantasma». Si tratta del primo collegamento Portogruaro-Venezia del mattino, che transita da San Donà alle 4.37 e da Quarto d’Altino alle 4.53.

«È il treno che dovrebbe portare i turnisti al lavoro a Venezia. Ma nell’ultima settimana è stato cancellato tutti i giorni. Posso capire che il treno si rompa una volta, ma così è una cancellazione sistematica», attacca Gianni Foffano del comitato pendolari di Quarto, «il treno viene sostituito con un autobus, ma il pullman fa tutte le fermate e impiega molto più tempo. Capita di arrivare a piazzale Roma alle 6 o anche alle 6.10, quando invece dovresti aver già timbrato il cartellino. Noi paghiamo l’abbonamento e quindi pretendiamo che Trenitalia ci garantisca un servizio regolare. Altrimenti saremo costretti ad attuare altre iniziative, dopo la manifestazione dello scorso 20 maggio».

La situazione del Regionale 5800 si trascina ormai da due anni e mezzo. Ma nell’ultimo tempo sembra precipitata.

«A giugno siamo arrivati a venti cancellazioni in trenta giorni, senza considerare le soppressioni dei mesi precedenti, per cui parliamo di una media di 8-10 cancellazioni al mese»,

aggiunge M.N., pendolare sandonatese. Il problema è che per Trenitalia il convoglio risulta programmato e, dunque, la sostituzione con autobus avviene giorno per giorno, senza che con i pendolari si possa trattare per un orario giudicato accettabile. Capita come ieri mattina che l’autobus sia pure piccolo e alcuni viaggiatori sono costretti a rimanere in piedi.

Giovanni Monforte

 

QUARTO. I NUOVI ORARI DEI TRENI

QUARTO D’ALTINO. Nuovo orario cadenzato in autunno sulla linea ferroviaria Venezia-Trieste: dopo i sindaci, anche il comitato dei pendolari di Quarto d’Altino chiede di essere ascoltato in Regione. Intanto il sindaco Silvia Conte, in collegamento con il consigliere regionale Bruno Pigozzo, sollecita che l’audizione davanti alla commissione trasporti si possa tenere al più presto.

«Siamo in attesa della conferma della data di convocazione. Mi auspico», spiega Conte, «che avvenga prima di agosto. Altrimenti rischiamo di ripetere quanto accaduto lo scorso anno, quando i termini per le osservazioni sulla Tav avevano scadenza a Ferragosto. Noi sindaci abbiamo espresso la necessità di essere ascoltati dalla Regione e ora pure i pendolari hanno chiesto che sia data voce anche a loro».

La richiesta di audizione in Regione è stata inviata dai rappresentanti del comitato pendolari di Quarto d’Altino. Accanto ai pendolari altinati, peraltro, si stanno mobilitando anche gli utenti bellunesi, pure loro alle prese con i problemi dell’orario cadenzato, la cui introduzione è prevista per il prossimo autunno. Intanto, sulla Venezia-Trieste, proseguono i disagi, con nuovi ritardi e soppressioni. (g.mon.)

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QUARTO D’ALTINO – Tutti in piedi lungo la linea Venezia-Trieste. Ancora una volta, a segnalare il disagio, sono i pendolari che ogni giorno montano sul treno dalle stazioni di Marcon, Quarto, Meolo, diretti a Venezia o viceversa, negli orari di punta o in quelli meno frequentati, a seconda delle esigenze lavorative o meno.

«Da quando è iniziato il periodo delle ferie o comunque la stagione stiva», spiega il portavoce dei pendolari, Luciano Ferro, «il treno da Trieste arriva pieno zeppo e noi ci ritroviamo in piedi, la gente non riesce a sedersi e talvolta neanche a montare, si sta schiacciati come le sardine, insomma la solita, eterna storia che si ripete puntuale. Lo ribadiamo perché sembra che Trenitalia non lo capisca, tantissime persone si recano nella città lagunare, c’è gente che paga un abbonamento e non riesce a stare seduta comodamente e magari ha anche dei problemi di salute. La solita corsa delle 4.53 del mattino spesso viene soppressa e sostituita con dei pullman che a volte sbagliano pure itinerario, senza contare che noi non paghiamo per gli autobus ma per i treni. A lamentarsi oltre a noi, sono anche i pendolari di San Donà, che rimarcano gli stessi disagi».

(m.a.)

 

Salta un treno regionale. Pendolari rimasti a piedi.

Continuano i disagi per i pendolari noalesi vittime dei disservizi sulla linea ferroviaria Bassano-Venezia. La giornata di ieri non ha fatto eccezione, quando alla stazione della città dei Tempesta verso le 9.30 è stata annunciata la soppressione del treno regionale 5709 che sarebbe dovuto partire alle 9.41, ma invece non è nemmeno arrivato. Ha rischiato di farne le spese una studentessa universitaria che in mattinata a Venezia doveva sostenere un esame: «Per fortuna che anche il professore era in ritardo – racconta – altrimenti non so proprio come avrei potuto arrivare in tempo». Certo, la prudenza non è mai troppa e magari sarebbe stato meglio arrivare in stazione in tempo per il convoglio precedente, ma tant’è. Se la tabella di marcia fosse stata rispettata non ci sarebbero comunque stati problemi. «Non è la prima volta che sopprimono corse su questa linea – spiega la ragazza, 24 anni, iscritta a Cà Foscari al corso di laurea specialistica di “Lavoro, cittadinanza sociale e interculturalità” – almeno una corsa al mese viene cancellata. Oggi (ieri, ndr) ho dovuto aspettare il treno delle 10.02. Per fortuna quello era in orario». Identico problema lunedì scorso, quando a causa del furto di più di un centinaio di metri di cavi di rame alla stazione di Castelfranco Veneto, il regionale delle 12.57 verso Venezia non è arrivato. O come il treno delle 17.27 da Venezia Santa Lucia di martedì 21 aprile. «In quel caso l’hanno fatto partire da Mestre», sottolinea la malcapitata.

 

TRIESTE

«Probabilmente il commissario Mainardi rammenta le parole che ha pronunciato lui stesso ad agosto del 2012 quando, sottolineando i costi “eccessivi e inaccettabili” dal punto di vista economico e ambientale della Tav Mestre-Trieste, ha detto “no alla Tav, sì al potenziamento dell’attuale linea”».

Lo ricorda la presidente della Regione Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani, commentando le parole del Commissario Governativo per la tratta Venezia-Trieste, il quale ha dichiarato alla stampa che «nessuno ha detto che la Tav non si può fare qui».

«Io invece ho sempre ribadito che per il Friuli Venezia Giulia è fondamentale – spiega Serracchaini – avere collegamenti ferroviari veloci ed efficienti, per i passeggeri e per le merci, e che la tratta Venezia-Trieste rientra tra le priorità su cui intervenire subito. La Regione condivide in linea di principio l’opzione del quadruplicamento della linea, ma soprattutto il potenziamento immediato della linea esistente, a partire dall’intervento puntuale sui colli di bottiglia. Proprio per questo vorremmo conoscere in dettaglio il progetto di quadruplicamento della linea Trieste-Venezia, e magari cominciare un confronto sugli investimenti immediati necessari per i potenziamenti».

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