Gazzettino – Sindaci-pendolari contro il caos treni
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7
dic
2013
I dati di Trenitardo: un convoglio su 4 non arriva mai puntuale
Il dossier-disagi verrà consegnato all’assessore regionale Chisso
Dal Bellunese e dal Trevigiano i primi cittadini presto in Regione per contestare il nuovo orario ferroviario
Sindaci-pendolari? Quasi. I primi cittadini del Bellunese e dell’Alto Trevigiano si preparano a scendere a Venezia, rigorosamente in treno, per dire “no” al nuovo orario cadenzato. Un viaggio ad oltranza, finché non saranno ricevuti dall’assessore Regionale ai Trasporti. Ieri gli amministratori hanno lanciato la nuova strategia da Belluno, dove sono arrivati da Feltre a bordo del regionale Padova-Calalzo, come i pendolari che utilizzano la linea quotidianamente, dopo aver richiesto invano un incontro con Renato Chisso per dimostrare che la nuova programmazione ferroviaria (entrerà in vigore il 15 dicembre) peggiora, e non poco, il servizio dei treni Padova-Calalzo e Venezia-Belluno. Basta controllare l’orologio e vedere aumentare i tempi di percorrenza per rendersene conto. La protesta, intanto, ha viaggiato sul regionale Padova-Belluno. Ieri, fasce tricolori al seguito, i sindaci sono saliti sulle carrozze della sensibilizzazione, agganciando l’iniziativa di Legambiente e contemporaneamente toccando con mano i disservizi che quotidianamente pesano sui pendolari.
«L’avvio dell’orario cadenzato e la sua evidente inadeguatezza, la mancanza d’investimenti, l’assenza di integrazione oraria e tariffaria tra i vari mezzi di trasporto, la mancanza di coinvolgimenti di enti locali, associazioni e cittadini – l’attacco di Andrea Aragona responsabile mobilità di Legambiente – sta portando il servizio ferroviario regionale allo sfascio».
Ecco perché il Bellunese, già marginalizzato dal resto della regione, non vuole perdere l’ultimo treno. Ecco perché da Belluno è partita la richiesta del primo cittadino di Belluno, Jacopo Massaro, e dei suoi colleghi bellunesi (presenti ieri a Belluno anche Pederobba e Cornuda) di incontrare l’assessore Chisso. Vaga la risposta giunta via mail da Venezia («Gli amministratori possono inviare le loro osservazioni»).
Decisa la controrisposta del territorio. Che ha deciso di scendere in Regione finché la battaglia per la ferrovia non darà risposte alle tratte Padova-Calalzo e Venezia-Belluno.
«Con l’orario cadenzato ci sono solo peggioramenti del servizio per il Bellunese – afferma il consigliere regionale Sergio Reolon -. La Regione tolga le due linee a Trenitalia e le metta a bando insieme al trasporto pubblico locale».
E contestualmente arrivano i primi risultati in arrivo da Trenitardo – la banca del tempo perduto, il portale sviluppato dagli universitari del Sindacato degli studenti di Padova che dopo appena 20 giorni di vita ha già conteggiato i ritardi di oltre 11mila corse in transito tra Padova, Treviso, Udine e Venezia. Due i dati più sensibili per i pendolari del Nordest: un treno su quattro è in ritardo di oltre 5 minuti, con picchi che sforano la mezzora, e ogni giorno vengono soppressi in media 12 treni. Ma Trenitardo non si ferma qui, eleggendo come treno più lento il regionale 2110 Venezia Santa Lucia – Milano centrale, che mediamente arriva venti minuti dopo l’orario previsto e nel 47,4% dei casi con un ritardo tra i 5 e i 15 minuti.
Raccolti in una breve relazione di tre pagine, i dati sono già stati recapitati all’attenzione dell’assessore regionale veneto alla mobilità e alle infrastrutture Renato Chisso, oltre che alla responsabile della direzione regionale di Trenitalia, Maria Giaconia. In allegato, una lettera che punta il dito sul nuovo orario cadenzato, in vigore da metà dicembre, ed oltre 50 segnalazioni che ne evidenziano le criticità. Fasce orarie non coperte e orari d’arrivo incompatibili con quelli di lavoro e di studio. Queste le lamentele dei pendolari come Valentina, utente della tratta Treviso – Padova che si dice «sconvolta dal nuovo orario: il treno delle 7,05 ha lasciato il posto al treno delle 7,17, orario indecente per gli studenti che hanno lezione alle 8.30, e già faticavano ad arrivare puntuali a causa dei frequenti ritardi».
(Hanno collaborato Damiano Tormen, Eleonora Scarton e Alessandro Bonavetti)
Gazzettino – Riviera “Senza idrovia rischio alluvione”
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6
dic
2013
RIVIERA DEL BRENTA – Il presidente Zaggia: «Metterà in sicurezza il territorio»
Il Consorzio di bonifica Bacchiglione presenta un progetto alla Regione
Il Consorzio di bonifica Bacchiglione ha presentato una proposta per la realizzazione dell’idrovia Padova-Venezia, come risposta alla Regione del Veneto che – tramite un bando pubblico – ha stanziato 100.000 euro per la presentazione di progetti sui “contratti di fiume”.
Il bando regionale prevede la presentazione di progetti che abbiano a che fare con la messa in sicurezza dei fiumi del Veneto, che «hanno tutti bisogno di appropriate cure manutentive», come ha fatto presente il personale del Genio Civile di Padova, intervenuto a Piove di Sacco per un dibattito pubblico sul «Piano pluriennale per la messa in sicurezza del Brenta».
Il Consorzio di bonifica Bacchiglione è un ente idraulico che cura 916 chilometri della rete minore dei corsi d’acqua nel territorio di 39 comuni, di cui 31 padovani e 8 veneziani.
«L’idrovia Padova-Venezia rappresenta uno snodo fondamentale per la sicurezza idraulica -dichiara Eugenio Zaggia, presidente del Consorzio Bacchiglione – non solo della Riviera del Brenta, ma di tutta la zona padovana e veneziana compresa tra i fiumi Bacchiglione e Brenta, un territorio di oltre 58.000 ettari che si estende dai Colli Euganei fino alla laguna di Venezia . Questo ente crede nella funzione dell’idrovia quale canale scolmatore per mettere in sicurezza la città di Padova, la Riviera del Brenta e parte del Piovese».
Secondo il Genio Civile, per il completamento dell’idrovia Padova-Venezia servirebbe una cifra oscillante tra i 300 e i 600 milioni di euro. Soldi che per il momento non ci sono e anche se ci fossero restano alcune perplessità tecniche sullo sfocio del canale in laguna. Non solo, anche il Comune di Mira si è detto contrario alla realizzazione dell’idrovia nel suo territorio.
«Eppure, senza un nuovo corso d’acqua importante in grado di scaricare in mare le eccedenze d’acqua dei fiumi Brenta e Bacchiglione, il territorio padovano e veneziano, da Padova a Chioggia, sarà sempre sottoposto al rischio alluvione – continua Zaggia – Il nostro obiettivo è proprio quello di stimolare il confronto ed il dialogo tra i vari interlocutori per elaborare una visione condivisa sulla salvaguardia idraulica ed ambientale di un vasto e ricco territorio, sul quale incombe pesantemente il rischio alluvione».
Vittorino Compagno
Gazzettino – “Salviamo i nostri treni”. Pendolari e sindaci uniti.
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5
dic
2013
Chiamata a raccolta anche nell’Alto Trevigiano per la manifestazione di domani a Belluno: inviata una lettera a Venezia con le proposte di modifica degli orari
MONTEBELLUNA – In difesa del trasporto ferroviario. Domani i sindaci bellunesi e dell’Alto Trevigiano, consiglieri regionali e deputati, insieme agli utenti e alle associazioni pro treno, sono invitati alla protesta di Legambiente in difesa del treno. Una manifestazione che partirà in treno dalla stazione di Feltre alle 14.25 (corsa per Calalzo), per concludersi alle 15.30 in municipio a Belluno (il capoluogo è stato eletto capofila della nuova mobilitazione), dove si terrà la riunione dei cosiddetti “sindaci che non vogliono perdere il treno”.
Nel frattempo, agli amministratori di entrambe le province è stata inviata una proposta da inoltrare urgentemente all’assessore regionale alla mobilità Renato Chisso, contenente le seguenti richieste (scadenza per le osservazioni lunedì 9 dicembre):
ripristino di almeno due coppie dirette Calalzo-Venezia;
mantenimento della corsa 11100 Belluno (6.02) – Venezia – Mestre (7.52), «fondamentale per permettere ai pendolari di arrivare in tempo per lavorare a Venezia»;
possibilità di caricare le bici sul treno su tutti i treni;
istituzione di corse delle corriere per le vallate, in coincidenza con arrivi e partenze dalle stazioni principali;
presentazione di un piano di sostituzione-manutenzione del parco macchine; istituzione di due corse serali: Belluno (20.16) per Conegliano (21.18) e Conegliano (21.41) per Belluno (22.42); un terzo treno in fascia pendolari alla mattina (6.58) da Belluno a Padova per sopperire al sovraffollamento;
anticipare l’arrivo a Padova alle 7.50, accorciando i tempi di percorrenza almeno per questo treno;
aggiungere la corsa delle 16.29 da Padova a Belluno;
migliorare la connessione a Castelfranco per Vicenza-Verona.
Viene richiesto inoltre un periodico report con i seguenti punti: grado di utilizzo del trasporto ferroviario;dati sui servizi e i disservizi.
«Chi domani non potesse prendere il treno a Feltre o nelle altre stazioni sulla tratta», scrivono gli organizzatori della protesta, «è invitato ad attendere in stazione a Belluno l’arrivo del treno alle 15.13, un invito quest’ultimo rivolto soprattutto ai Comuni dell’alta provincia bellunese e della della zona del Vittoriese».
«Il gruppo di associazioni e movimenti di pendolari e appassionati competenti è riuscito a dialogare con Trenitalia e con la Regione per migliorare la prima proposta fino a ottenere risultati che devono essere apprezzati», sottolineano, «Possiamo dire che si è migliorato un orario che sarebbe stato devastante per tutto il trasporto pubblico del Bellunese e per l’Alto Trevigiano. Non si è però ancora invertita la tendenza al degrado».
Ezio Franceschini
Nuova Venezia – “Treni, orari da cambiare”
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4
dic
2013
TRENI»LA PROTESTA
Corteo di protesta a Venezia. Chisso: soluzione in una settimana
«Corse ferroviarie inadeguate la Regione ignora i pendolari»
Un centinaio di manifestanti ha attraversato Venezia per chiedere la modifica degli orari
Sindaci e viaggiatori in coro: mancano convogli nella fascia tra le 11 e le 13 e durante la notte
VENEZIA – La protesta dei pendolari esplode in Regione, l’assessore Renato Chisso riceve sindaci e lavoratori nel suo ufficio di palazzo Balbi. Nel pomeriggio l’ora X per i rappresentanti delle tratte ferroviarie che verranno modificate dall’orario cadenzato dei treni, che entrerà in vigore a metà dicembre e che in più punti non soddisfa le esigenze di chi tutti i giorni deve recarsi a Mestre e Venezia per lavoro e tornare dalla città lagunare nei diversi comuni della provincia, senza perdere giornate intere. L’appuntamento era alla stazione di Santa Lucia alle 14.
I pendolari, un centinaio, sono arrivati armati di croci, striscioni, cartelloni, fischietti, megafoni e vuvuzelas, urlando: «L’assessore Chisso si dimetta». Assieme al comitato di Quarto d’Altino, il comitato dei pendolari del Veneto Orientale, ma anche pendolari della tratta Venezia-Trento, della linea che passa per Castelfranco e Bassano, pendolari di Mogliano (linea Udine-Venezia) con 200 firme.
In testa al corteo Luciano Ferro e Gianni Foffano di Quarto d’Altino, il comitato del Veneto Orientale, Marco Fuga (pendolari di Mogliano), Elisa Costa (pendolari di Spinea) davanti a loro con la fascia tricolore, i sindaci e i rappresentanti di sette comuni: Silvia Lasfanti, Cinzia Fedrigo e Daniele Terzariol per San Donà, Silvia Conte (Quarto d’Altino), il sindaco di Salzano Alessandro Quaresimin, Silvano Checchin (Spinea), l’assessore di Portogruaro, Ivo Simonella, il vicesindaco di San Stino di Livenza, Mauro Marchiori, il vicesindaco di Mirano, Annamaria Tomaello, l’assessore di Marcon, Enrico De Marco. In Regione, si è aggiunto anche l’assessore veneziano Ugo Bergamo. Hanno marciato fino a palazzo Balbi per chiedere modifiche di orari, fermate nelle proprie stazioni, per denunciare il buco nella fascia mattutina tra le 11 e le 13 e la mancanza di treni notturni. Ma anche per contestare un percorso che non li ha visti, a loro dire, coinvolti nella partita e un orario definitivo (non ancora cristallizzato ma passibile di modifiche last-minute) che non hanno compreso a fondo.
Tra i manifestanti rappresentanti di Filcams e Filt Cgil. «Regione Veneto, siamo studi della vostra dittatura», recitano gli striscioni «l’orario cadenzato andava concordato con i pendolari».
All’assessore Chisso, è stata consegnata una lettera, firmata da 13 sindaci: oltre a Quarto, San Donà, Portogruaro, San Stino, Meolo, Spinea, Salzano, Ceggia, Marcon, anche quelle di Roncade, Casale, Castelfranco e San Martino Buonalbergo.
Nel documento, materialmente illustrato a Chisso dal sindaco altinate Silvia Conte, si contesta l’orario cadenzato per una questione di «merito» (non accontenta tutti, lascia scoperte delle fasce orarie, non tiene conto dei turnisti) e di metodo (perché da luglio le amministrazioni non sono state più ascoltate e la proposta di progetto presentata dai comuni della tratta Portogruaro-Venezia non è stata presa in considerazione).
Per i sindaci ha parlato Conte: «C’è stato un incontro in estate, a fine luglio, ma poi non abbiamo più ricevuto risposte e le nostre richieste non sono state considerate, si aumentano il numero dei treni, ma il servizio diminuisce, attendiamo da quindici anni l’entrata i funzione del sistema ferroviario metropolitano regionale e quando arriva lascia dei buchi». Chisso ha preso nota di tutte le rimostranze, una ad una, spiegando che molte criticità sollevate sono già state sistemate. Entro il 9 dicembre saranno risolti alcuni “errori” di Trenitalia, poi ci sarà la sperimentazione. I sindaci della protesta hanno chiesto un altro incontro.
Marta Artico
«Odissea tra soppressioni e ritardi»
Il racconto di un lavoratore che ogni giorno all’alba da Musile si reca in laguna
VENEZIA – Marco Natella è di Musile, ma prende il treno a San Donà di Piave. Ha quarant’anni e da ben 21 lavora all’ospedale civile di Venezia. Cammina dietro un cartello, dove a caratteri cubitali sta scritto R5800, che sarebbe il suo treno quello che deve prendere tutti i giorni, che è stato posticipato nel nuovo orario. Si tratta del convoglio con partenza alle 4.53, posticipato 5.17, ma che ieri l’assessore regionale, Renato Chisso, ha spiegato che è tornato al suo posto.
«Ogni giorno mi imbarco in un viaggio allucinante», racconta Natella, «intanto mi sveglio alle tre e mezza del mattino, per arrivare al lavoro alle sei, inoltre il mio treno subisce quindici, a volte si arriva a diciotto cancellazioni in un mese. Io al lavoro posso recuperare se arrivo in ritardo, la ditta esterna di pulizie da cui sono assunto me lo consente, ma conosco colleghi che non sono così fortunati. Inoltre, tra poco cambierà l’impresa, cosa vado a spiegare a chi subentrerà? Che contratto firmerò? Bisogna tenere conto che c’è chi parte da San Stino di Livenza e deve andare a lavorare a Punta Sabbioni. Senza contare che in estate fa caldo, ma in inverno, basta un po’ di ghiaccio perché i treni si fermino».
Prosegue: «Il fatto, è che uno non può alzarsi alle tre del mattino e andare a vedere se il suo treno è stato soppresso o meno, se deve prendere l’auto o se c’è il pullman sostitutivo. Una volta l’autobus si è rotto due giorni su due di seguito, ci hanno smontato a piedi un chilometro prima dei Venezia, in mezzo al ponte, e Trenitalia ha pure detto che erano cento metri. Capita anche che ci mettano dei pullman in cui gli autisti non conoscono la strada e dobbiamo persino fare da navigatori, una cosa fai-da-te».
«Voglio ricordare», precisa, «che il bus sostitutivo è arrivato dopo le proteste, non per spontanea volontà».
Ripeto: «Io d’ora in poi, se spostano il treno di quel quarto d’ora-venti minuti in avanti, inizierò alle sei e mezza anziché alle sei, la mia vita cambierà perché comunque ho due figli, ma c’è chi non può permetterselo e sarà costretto, per non arrivare tardi, a prendere la sua auto e non usufruire più del treno. Loro dicono che siamo pochi a prendere il treno del mattino, ma siamo pochi perché la gente si demoralizza, perché è un lento stillicidio, altrimenti saremmo molti di più.
(m.a.)
La rabbia dei sindaci «È troppo tardi per fare modifiche»
I primi cittadini della provincia di Venezia sono molto critici «La Regione ha perso quattro mesi per trovare una soluzione»
VENEZIA – Sindaci e pendolari, ieri pomeriggio, sono partiti dalla stazione di Santa Lucia ciascuno con precise richieste e problemi da segnalare, nella speranza che trovino una soluzione.
«La nostra difficoltà», spiega Alessandro Quaresimin sindaco di Salzano, «è che oltre al treno non possiamo contare su altri mezzi, nel senso che non abbiamo un’azienda del trasporto pubblico locale, dunque non c’è alternativa per noi. Gli studenti ed i lavoratori, non hanno le stesse possibilità di prima di andare a Venezia piuttosto che raggiungere Castelfranco. Nel nostro caso abbiamo perso non tanto treni che ci sono, ma fermate».
Quaresimin le soluzioni le avrebbe, le ha sottoposte con vigore all’assessore regionale ieri, bisogna capire se sono percorribili senza modificare l’equilibrio complessivo e spostare l’ago della bilancia.
«Due anni fa», commenta il sindaco di Spinea, Silvano Checchin, «abbiamo chiesto di potenziare la nostra fermata, che potrebbe diventare la porta di Venezia, ma attendiamo ancora risposta». «
Le carrozze sono inconsistenti e al mattino si sta pigiati come sardine», interviene il vicesindaco di Mirano Annamaria Tomaello, «soprattutto nessuno si sogni di togliere la stazione di Ballò per spostarla in corrispondenza di Veneto City».
«Bisogna ragionare sugli utenti potenziali», chiarisce l’assessore portogruarese Ivo Simonella, «altrimenti la gente il treno, se non ha servizi comodi ed efficenti, non lo prende».
«C’è gente che con le modifiche agli orari», spiegano i consiglieri sandonatesi Silvia Lasfanti e Cinzia Fedrigo, «rischia il licenziamento».
«A Marcon», aggiunge l’assessore locale ai Trasporti, Enrico De Marco, «non abbiamo nemmeno il servizio sostitutivo in alcuni casi, peggio di così non poteva andare».
«È veramente allucinante che questioni così importanti», registra il sindaco altinate Silvia Conte, che ha tenuto testa all’assessore regionale, Renato Chisso, a nome di tutti i sindaci, «problematiche già segnalate da pendolari e sindaci, non siano state affrontate in tempo. Mi fa piacere che l’assessore garantisca il suo impegno, ma siamo al 4 di dicembre e le cose che abbiamo detto non sono diverse da quelle spiegate il 31 luglio: si cercherà di tamponare, ma i disagi saranno notevoli. Spero Chisso abbia capito, con la mobilitazione di sindaci e pendolari, che è necessario ragionare in maniera più seria e concreta sul tema del trasporto regionale, i nodi prima o poi vengono al pettine: una Regione che non ha mai investito sul trasporto pubblico, oggi si trova a fare i conti con la realtà, ossia che non si investe neanche lo 0,5 per cento del proprio bilancio. Non chiediamo la luna, chiediamo quello che nelle grandi città d’Italia esiste da anni».
Marta Artico
Chisso: criticità eliminate nel giro di una settimana
L’assessore alla mobilità incontra gli amministratori e promette una soluzione «Trenitalia ha fatto dei piccoli errori». Nuove corse sulla Venezia-Trieste
VENEZIA «Avevamo già sistemato molte questioni e criticità sollevate dagli utenti relativamente al prossimo orario ferroviario cadenzato: entro il 9 dicembre vedremo di sistemare gli inconvenienti che restano». L’assessore regionale alla mobilità Renato Chisso, nel pomeriggio, non si è sottratto al confronto. Al contrario. Nel suo ufficio ai piani alti di palazzo Balbi, ha ricevuto tutti i sindaci e i rappresentanti dei pendolari. Orari alla mano, quelli che non aveva se li è fatti stampare, ha passato in rassegna linea per linea, tratta per tratta, ascoltando le lamentale dei rappresentanti degli utenti della linea e facendo capire, che alcune cose possono essere sistemate, altre invece dipendono da Ferrovie Italiane, come la questione dello stop per manutenzione dalle 11 alle 13 ed altre ancora non possono essere aggiustate pena l’andare contro altri comuni di altre province, visto che gli orari sono tutti collegati.
«Il sabato e la domenica c’è un problema, è vero, ma l’orario cadenzato è fatto per i lavoratori pendolari, che dal lunedì al venerdì, anzi fino al sabato alle 13, prendono il treno. Stiamo però lavorando ad una soluzione. Mediante il servizio di collegamento sostitutivo e cercando di capire effettivamente in quanti prendono questi treni».
Prosegue: «In ogni caso, ci sarà tempo anche dopo l’entrata in vigore del sistema per fare ulteriori verifiche, valutare le problematiche e procedere agli aggiustamenti. L’orario cadenzato serve per rispondere ad una situazione critica, non modificabile rattoppi e pezze dell’esistente».
Chisso ha spiegato che il primo treno del mattino lungo la Venezia-Trieste, il 5800, è tornato con il suo orario originale, che si sta lavorando per ripristinare il treno che da Venezia partiva alle 23.12, anticipato alle 22.41, che quello delle 00.21 è stato coperto con il servizio sostitutivo, in attesa di capire quanti lo usano. Ha precisato che l’orario attuale di Trenitalia presenta alcuni errori, non causati dalla Regione, che saranno corretti entro il 9 dicembre. L’assessore ha preso nota anche delle richieste del Miranese. Nello specifico cercherà di fare qualche cosa, senza penalizzare altre tratte, per risolvere la situazione degli studenti posta dal sindaco di Salzano e dai rappresentanti del comitato pendolari: i ragazzi delle scuole, rebus sic stantibus, arriverebbero a Venezia o troppo presto o in ritardo. Buone notizie anche per il treno che parte da Sacile e ferma a Mogliano alle 5.18, che sarà reintrodotto con servizio sostitutivo, poi definitivo. «Ci sono sciacalli che hanno messo in giro voci sbagliate per allarmare la popolazione, c’è chi ha seminato il panico e tanta brava gente che ha invece segnalato i problemi. Continuate a mandarci le vostre proteste, cercheremo di aggiustare il più possibile». Chiosa: «Laddove abbiamo verificato che c’erano dei buchi siamo già intervenuti, in altri casi stiamo studiando le soluzioni, in altri ancora dobbiamo trovare la quadra evitando di accontentare qualcuno penalizzando altri. Rimaniamo in ascolto delle criticità per dare risposte a chi usa il treno ogni giorno».
Marta Artico
REGIONALI LENTI E VELOCI
Dal 15 dicembre in vigore il nuovo orario cadenzato
PADOVA – Più i giorni si avvicinano all’entrata in vigore del nuovo orario annuale di TrenItalia, ossia al 15 dicembre e più per i viaggiatori, pendolari compresi, si avvicina il tempo di prendere confidenza con il cosiddetto orario cadenzato. A cominciare dalla tratta Venezia-Padova: i nuovi regionali veloci, istituiti per la prima volta sulla linea per Verona Porta Nuova, con fermate solo a Mestre, Padova, Vicenza, San Bonifacio e Porta Vescovo, partono da Santa Lucia sempre ai minuti 12. In pratica alle 7.12; 8.12; 11.12; 12.12 sino alle 21.12. Sino a Padova il tempo di percorrenza è di soli 26 minuti e si devono sborsare 3,55 euro (la Freccia Argento costa 16 euro).
Diverso il cadenzamento dei treni cosiddetti lenti sulla medesima linea. Da Venezia Santa Lucia si parte sempre ai minuti 35. Ossia alle 6.35; 7.35; 8.35 ed ultimo alle 22.35.
Da Padova per Vicenza, invece, i regionali veloci partono ai minuti 40. Ossia alle 7.40; 8.40; 11.40. Ultimo alle 21.40,anche se quello “lento” parte alle 23.26 ed arriva alle 23.52. Tempo: 17 minuti e si pagano 3,55 euro.
Venezia-San Donà di Piave- Portogruaro: i lenti partono alle 6.11, 7.11, sino alle 22.11. Dopo mezzanotte ci sarà un bus che partirà alle 0.20 ed arriverà, dopo un lungo giro a fianco dei vigneti e dei campi di mais dell’Alto Veneto, alle 2.26. Ossia oltre due ore per percorrere ottanta chilometri.
I regionali veloci sempre per Portogruaro partiranno alle 6.42; 7.41; 9.41, etc, sino alle 22.41.
Padova-Castelfranco- Montebelluna: 5.29; 6.29; 7.29 sino a 21.29.
Venezia-Castelfranco: i lenti alle 6.26; 7.26; 8.26; sino alle 20.26. I veloci alle 6.56; 7.56; sino alle 20.56. Tempo di percorrenza per i lenti un’ora, mentre per i regionali veloci 48 minuti. (Legnago)
Este – Monselice( Padova ): 7.13; 8.13; 10.13; 13.13 sino a 21.13. Tempo: nove minuti.
Treviso-Mestre: ai minuti 36 per i treni che fermano in tutte le stazioni. Ossia a 5.36; 6.36: 7.36; 8.36. Ai minuti 56 per quelli veloci. In pratica alle 6.56: 7.56; 8.56.Ultimo treno utile per Mestre alle 23.25( arrivo 23.46).
Chioggia-Rovigo: 5.35; 6.35; 7.35 sino a 19.35. Tempo: un’ora.
Portogruaro- Treviso: 6.31; 7.31; 9.31. Ultimo 19.31. Tempo: 59 minuti.
Belluno-Conegliano: ai minuti 16. Ossia 5.16; 6.16; 7.16; 8.16 sino a 19.16: Tempo di percorrenza: 1.02.
Treviso- Castelfranco- Cittadella- Vicenza: 5.39; 6.39; 7.39. Ultimo 20.39. Tempo: un’ora e 7 minuti .
Felice Paduano
Un altro incontro tra Natale e Capodanno
Sull’onda della richiesta di un maggior coinvolgimento da parte della Regione delle amministrazioni locali, è stato chiesto un incontro con l’assessore ai Trasporti, Renato Chisso, e i portatori di interesse, che verrà stabilito in una data utile tra Natale e Capodanno, visto che tutti i presenti si sono detti disponibili durante le feste, compreso Chisso. L’incontro sarà dunque fissato e comunicato al sindaco di Quarto d’Altino, Silvia Conte, che poi penserà ad avvertire gli altri sindaci delle diverse tratte.
Gazzettino – Castelfranco. Il treno e’ pieno, nessuno sale
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4
dic
2013
CASTELFRANCO – Il convoglio per Vicenza nel caos: in molti sono costretti a restare a terra
L’odissea di un pendolare alle prese con vagoni stipati come carri bestiame
«Vagoni passeggeri? Questi sono carri bestiame»: esplode la rabbia dei pendolari costretti a inenarrabili peripezie per spostarsi in treno. L’ultimo episodio risale a ieri, siamo sulla tratta Treviso-Vicenza. La “vittima” questa volta è un residente di Castello di Godego che per ragioni di praticità va a prendere il treno a San Martino di Lupari (Padova) per poi cambiare o a Castelfranco o a Treviso.
«Da un mese stiamo vivendo una situazione irreale, paradossale, da terzo mondo», spiega l’utente che poi dà sfogo al suo racconto, purtroppo simile a tanti altri. «Soprattutto a Castelfranco ed a San Martino di Lupari la situazione è da collasso -spiega non meravigliandosi del fatto che solo domenica un altro utente ma questa volta sulla tratta Venezia-Trento è svenuto per la calca – Siamo proprio ammassati all’interno come delle bestie dove è impossibile qualsiasi tipo di movimento. Quando il treno delle 7.30 arriva a San Martino di Lupari, si fatica proprio ad entrare e talvolta si rimane a terra. Stessa cosa anche a Castelfranco solo che qui essendoci il cambio per le coincidenze che arrivano da altre destinazioni, il treno in parte si svuota. Ma se non si è pronti in prima fila a salire, si rischia anche qui di rimanere a terra come è successo in diverse occasioni purtroppo».
La sopportazione ormai è giunta al limite: «Non so quanto riuscirò ad andare avanti in queste condizioni e come me anche tanti altri utenti che per studio o lavoro devono prendere il treno. Ho anche cercato di parlare con il personale, farmi spiegare cosa sta succedendo, ma non se ne viene a capo. Il problema purtroppo è al vertice».
Molti disagi poi vengono segnalati anche sulla tratta Castelfranco-Padova dove da qualche tempo ci sono solo tre carrozze e, come viene segnalato da alcuni utenti locali, in più situazioni sono rimasti a piedi.
«Ma Trenitalia e la Regione Veneto sono a conoscenza di queste assurde situazioni?», si chiede il viaggiatore esasperato come migliaia di sfortunati “colleghi”, mentre gli episodi di disservizio si moltiplicano quotidianamente.
Tribuna di Treviso – Ferrovie. Il caos dei nuovi orari.
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1
dic
2013
Ultimo treno anticipato, coro di proteste
Cene e visite serali a Venezia impossibili. E chi viaggia su lunghe percorrenze rischia di passare la notte a Mestre
Abbonato storico – Cladio Peris ha studiato le varie possibilità e ha gettato la spugna: sarò costretto a usare l’auto per andare al lavoro
Trevigiani e friulani in “fuga” da Venezia, se usano il treno. Col nuovo orario, dal 15 dicembre, il coprifuoco scatterà intorno alle 23. Un’ora prima di oggi, quando l’ultimo treno è alle 23.56. Nella città lagunare, dunque, l’appassionato della Fenice dovrà lasciare il teatro alle 22.30 per recarsi in stazione sicuro di salire sull’ultimo convoglio, alle 23.04. Tempi strettissimi per cene più o meno intime.
Infuriati i pendolari. «Io dovrò usare l’auto», ammette Claudio Peris, uno degli abbonati storici sulla linea Vittorio Veneto-Conegliano. Così pure un suo collega, che addirittura deve salire a Calalzo di Cadore, passando da Treviso e Conegliano. A Mestre l’ultima coincidenza possibile sarà alle 22.16, chi arriverà da Milano (o da Padova, Vicenza, Verona) con le Frecce, successivamente, dovrà trascorrere la notte in stazione, fino alle 5.16 del mattino. E sapete per quanti minuti di differenza? Sette in un caso, 11 nel secondo. La Frecciargento 9454 arriva, salvo ritardi, alle 23.23, la Frecciabianca 9753 alle 23.38. Per non dire del regionale veloce da Padova delle 23.33 o dell’Euro Night dell’1.02. L’alternativa al bivacco? Pigliarsi un taxi, una trentina di euro – trattando – fino a Treviso, una sessantina, sempre trattando, fino a Conegliano. In verità, un’altra soluzione c’è: scendere a Mestre in auto o farsi rimorchiare. Come spesso è accaduto a Peris, con i treni soppressi.
«È meramente un conto economico, quello che fanno le Ferrovie», sottolinea Enrico Caberlotto, che anima il Comitato di pendolari di Vittorio Veneto e ha partecipato in questi mesi a numerose trattative, concludendo che «non tutto si deve buttar via dell’orario “cadenzato”, perché se peggiorano le condizioni da Vittorio Veneto verso Venezia, migliorano quelle verso le Dolomiti».
Un conto economico, però, che non convince Peris. «Il treno di mezzanotte, l’ultimo verso Treviso e Udine, ha una media, per come ho potuto constatare, fra i 200 e i 300 passeggeri. È vero che si dimezza a Treviso, ma a Conegliano ne restano sempre una cinquantina. I conti, dunque, dovrebbero tornare».
Problemi non meno pesanti all’alba in treno. La sveglia non scatta prima delle 6, con grave pregiudizio per i numerosi pendolari da Treviso (ma anche da Conegliano e perfino da Sacile) verso Marghera. «Stiamo trattando con Trenitalia per ripristinare il convoglio da Sacile delle 4.25 con arrivo a Conegliano alle 4.37», anticipa l’assessore regionale ai trasporti, Renato Chisso. Il primo treno utile da Treviso per Mestre e Venezia è infatti quello delle 5.04, proveniente da Sacile-Conegliano. Con il nuovo orario, il primo treno utile da Treviso è posticipato di oltre 30 minuti, alle 5.36 con arrivo a Mestre alle 6.02, inutile per i pendolari con il turno che inizia alle 6.
“Vorrà dire», puntualizza Peris, «che il sottoscritto dovrà recarsi in auto fino a Treviso, non potrò usufruire del primo treno che transita da Conegliano alle 5.40». Su alcuni aspetti si sta ancora trattando fra Regione e Trenitalia. L’assessore Chisso conferma che una soluzione è stata trovata per Oderzo, con la reintroduzione del treno delle 7.30 del mattino. A Conegliano faranno tappa i nuovi convogli per Vittorio Veneto e Belluno, i Minuetto.
Francesco dal Mas
Effetto domino sulle coincidenze
Problemi per chi deve rincasare con le “Frecce” da Milano, Roma e Bologna
Il taglio di due treni «notturni» dall’orario cadenzato invernale non mette in crisi solo i turisti e i comuni visitatori che vanno a Venezia per cenare, guardare uno spettacolo o fare una semplice e romantica passeggiata serale. Rischia infatti di lasciare a piedi anche viaggiatori in arrivo da Milano, Bologna, Roma. Così com’è infatti, oggi «l’invernale» di Trenitalia ha depennato il treno diretto Venezia-Treviso delle 23.18 e quello per Udine in partenza da Venezia alle 23.56. Due treni non certo stipati di viaggiatori, ma utili per dare continuità al servizio garantendo una copertura serale (non certo notturna) a Venezia, ma anche alle coincidenze delle «Frecce» in arrivo a Mestre dalle 23.16 in poi. Quelle che da domani non coincideranno più con nulla. Provare per credere.
Partenze da Milano alle 21. A Mestre arrivi, ma alle 23.28 (ritardi permettendo), e l’ultimo treno diretto a Udine (quindi Treviso, Conegliano, …) è già passato da una decina di minuti. Alternative? Nessuna a parte costosi taxi o una gelida notte in stazione (il primo treno è all’alba). Non resta che partire prima da Milano, dove l’ultima possibilità di viaggio per azzeccare la coincidenza a Mestre è alle 20.05.
Arrivi da Bologna. L’ultimo treno utile per poter raggiungere la Marca è quello che parte da Bologna alle 21.10 perchè il regionale veloce che parte da Bologna solo 10 minuti dopo arriva a Mestre alle 23.06, con un’altissima dose di rischio di perdere la coincidenza delle 23.16 e quello dopo (Frecciargento delle 22.10 da Bologna con arrivo alle 23.23) di fatto non trova nessun treno ad aspettarla.
In arrivo da Roma? Ovviamente nessuno sconto nemmeno per i viaggiatori in arrivo dalla capitale, anzi. L’ultimo treno utile è quello che parte da Termini alle 18.50 e arriva a Mestre alle 22.23. Tutti quelli seguenti non hanno coincidenze che permettano ai viaggiatori di arrivare Treviso e oltre. Alternative? Un treno notturno che prevede sette ore di viaggio e arriva a Treviso (e solo lì) alle 6.12 o cambi – sempre notturni – tra euronight e i primi regionali del mattino a Verona e Mestre. Prima almeno c’era il treno delle 19.50 che arrivava a Mestre alle 23.23.
«Ci saranno pullman sostitutivi»
L’assessore Chisso: pochissimi viaggiatori, taglio inevitabile. Ma stiamo trattando
L’ultimo convoglio da Venezia per Treviso ed il Friuli parte alle 23.04. Dal 15 dicembre, con l’orario cadenzato. Oggi, invece, i viaggiatori hanno la possibilità di posticipare la partenza fin quasi a mezzanotte. «Abbiamo fatto di tutto per convincere Trenitalia a confermare questo orario», afferma l’assessore regionale Renato Chisso, «niente da fare. I viaggiatori sono pochissimi. Quindi stiamo trattando per pullman sostitutivi». Il trevigiano che va alla Fenice deve arrangiarsi. Così il friulano. «L’ha sempre fatto, per la verità. Come colui che si recava alla spiaggia del Lido e si fermava a cenare, per poi rientrare». Ma arrangiarsi come? «Utilizzando la propria auto. Vorrei però tranquillizzare: gli orari non sono stati ancora definiti. Abbiamo una settimana di tempo, fino al 9 dicembre. Stiamo trattando la soluzione di tutti i problemi aperti. E speriamo di individuarla nella maggior parte dei casi. Poi ci sarà una verifica del “cadenzato” nei primi 3 mesi di sperimentazione. Altre correzioni sono dunque possibili. Dico subito, per onestà, che al momento per il rientro da Venezia dopo quell’ultimo treno, il problema si presenta complicato». Con la metropolitana di superficie i collegamenti si prolungheranno fino alle 2 di notte. Ma quando? «Non ci sono dubbi, entro il 2015. L’orario cadenzato ne è l’avvio concreto. Sarei tentato di immaginare che fra un anno, con l’arrivo dell’orario 2015 si verificheranno possibili anticipazioni. Vedremo». A sentire Cgil Trasporti, l’orario cadenzato è in generale un disastro. L’alba è davvero impossibile per i pendolari. «Con il nuovo orario avremo il 20% di corse in più, il 30% da marzo, quando, con i nuovi treni si creeranno 40 nuovi posti di lavoro, due per ogni nuovo convoglio in arrivo. È questo il disastro? Si abbia la pazienza di attendere fino al prossimo mese di marzo».
(f.d.m.)
Mattino di Padova – Nuovo orario dei treni
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1
dic
2013
«Di sera per i pendolari pullman al posto dei treni»
Parla l’assessore Chisso: da Venezia a Padova l’ultimo convoglio è alle 22,35 «Ci stiamo adoperando per bus sostitutivi che partiranno da piazzale Roma»
«Tutto è rimediabile. O quasi. Anche per un orario ferroviario. Purtroppo l’ultimo treno da Venezia per Padova resterà quello delle 22.35, minuto più, minuto meno. Altri convogli successivi non ci saranno. Ma ci stiamo adoperando per pullman sostitutivi».
Parola di Renato Chisso, assessore regionale alla Mobilità, che è alle prese con l’orario cadenzato dei treni e con i problemi che la nuova organizzazione sta ponendo, soprattutto nei collegamenti dell’alba e in quelli della tarda serata. Dopo le 22.30 sarà impossibile rientrare in treno da Venezia «Abbiamo fatto di tutto per convincere Trenitalia ad arrivare almeno fino alle 23, magari anche sino a mezzanotte. Niente da fare. I viaggiatori sono pochissimi. Quindi stiamo trattando per pullman sostitutivi. Siccome abbiamo già trovato un accordo per arrivare, dall’altra parte del Veneto, fino a Quarto d’Altino, ritengo che ce la faremo anche per portare i viaggiatori sino a Padova. Certo, questi, purtroppo, dovranno recarsi fino a piazzale Roma». Il padovano che va alla Fenice deve arrangiarsi. «L’ha sempre fatto, per la verità. Come colui che si recava alla spiaggia del Lido e si fermava a cenare, per poi rientrare».
Arrangiarsi? Come? «Utilizzando la propria auto. Vorrei però tranquillizzare: gli orari non sono stati ancora definiti. Abbiamo una settimana di tempo, fino al 9 dicembre. Stiamo trattando la soluzione di tutti i problemi aperti. E speriamo di individuarla nella maggior parte dei casi. Poi ci sarà una verifica del «cadenzato» nei primi 3 mesi di sperimentazione. Altre correzioni sono dunque possibili. Dico subito, per onestà, che al momento per il rientro da Venezia dopo quell’ultimo treno, il problema si presenta complicato. La Regione insisterà ancora nei prossimi giorni per avere un treno dopo le 23. Di sicuro ci sarà il pullman. A piedi non lasceremo certamente nessuno».
Quando il Veneto sarà collegato dai treni anche a notte inoltrata? «Bisognerà aspettare la metropolitana di superficie per avere collegamenti fino alle 2 di notte».
Ma la metropolitana quando si materializzerà? «Non ci sono dubbi, entro il 2015. L’orario cadenzato ne è l’avvio concreto. Sarei tentato di immaginare che fra un anno, con l’arrivo dell’orario 2015 si verificheranno possibili anticipazioni. Vedremo».
A sentire Cgil Trasporti, l’orario cadenzato è in generale un disastro. L’alba è davvero impossibile per i pendolari. «Chi pretende un treno alle 4 del mattino è destinato a rimanere deluso. Questo si, ma con il nuovo orario avremo il 20% di corse in più, il 30% da marzo, quando, con i nuovi treni si creeranno 40 nuovi posti di lavoro, due per ogni nuovo convoglio in arrivo. E’ questo il disastro? Si abbia la pazienza di attendere fino al prossimo mese di marzo». Ne soffriranno i pendolari. Un treno ogni ora, con le coincidenze che saltano… «Non diciamo sciocchezze. A parte il fatto che l’orario cadenzato è frutto di una consultazione di 6 mesi, anche con le associazioni di consumatori, noi avremo tra Venezia e Padova questa realtà: ogni ora un treno veloce per Bologna ed uno per Verona, ogni ora un treno lento per Rovigo (e Ferrara, in alcuni casi), un altro per Vicenza, un terzo per Verona. Quindi 5 treni da Venezia a Padova, uno ogni 12 minuti circa. Senza contare le Frecce. Dal mese di giugno del prossimo anno, inoltre, disporremo pure delle navette». In che misura l’orario cadenzato favorirà il collegamento con Vicenza e Verona «Chi doveva recarsi a Verona, fino ad oggi, era costretto ad utilizzare soprattutto le Frecce. Dal 15 dicembre potrà servirsi dei regionali veloci, uno all’ora, ben 13, con un notevole risparmio nei biglietti».
Francesco Dal Mas
Martedì corteo dei lavoratori in Regione
Martedì 3 dicembre, tra i manifestanti, che partiranno da Quarto d’Altino e andranno a fare un corteo a Venezia per cercare di far rivedere alla Regione il nuovo orario dei treni locali, ci saranno anche tanti lavoratori del turismo, delle pulizie e della vigilanza sotto le bandiere della Filcams-Cgil. Sono le persone, tra cui tantissime donne, che lavorano, in genere, negli alberghi di Venezia, del Lago di Garda e di Terme Euganee, dove il turno di servizio comincia, quasi sempre, all’alba.
«Già oggi questa tipologia di lavoratori è soggetta a continui richiami disciplinari, anche scritti ed a vessatorie minacce di licenziamento», spiega una nota della segreteria regionale della Filcams-Cgil.
«Nel nuovo orario in vigore dal 15 dicembre le partenze dei primi treni mattutini sono stati spostati in avanti. Di fatto per questo genere di dipendenti diventa ancora più problematico raggiungere il posto di lavoro in orario. Saranno costretti ad andare in albergo o negli uffici, dove devono effettuare le pulizie giornaliere, in automobile. Ma, in molti casi, le lavoratrici non hanno l’auto e, comunque, non possono sottoporsi a spese aggiuntive».
(f.pad.)
COSA CAMBIA
I maggiori problemi sono già al mattino
Le criticità oggi si verificano essenzialmente al mattino, quando i pendolari vanno a scuola e a lavorare. Vediamo cosa cambierà dopo il 15 dicembre. Linea-(Legnago) Montagnana –Este-Monselice-Terme Euganee-Padova: il primo treno partirà alle 6.16 ed arriverà a Padova alle 7.02 dopo 46 minuti. I due treni successivi alle 6.49 ( arrivo 7.40) ed alle 7.16 ( 8.02). Questi tre saranno gli unici ad arrivare direttamente alla città del Santo. A partire da quello delle 7.49 ci sarà il trasbordo obbligatorio a Monselice sino a quello delle 20.49. Oggi, invece, il primo è alle 5.35 ed arriva a Padova alle 6.37, ma con trasbordo a Monselice. L’ultimo da Montagnana partirà alle 20. 49 ed arriverà alle 22.49. Ossia un viaggio di due ore con attesa di un’ora alla stazione di Monselice.
Linea Rovigo-Padova: primo treno alle 5.34 ed arrivo in città alle 6.21. Oggi parte alle 5.54.
Linea Padova-Rovigo: primo alle 6.10. Secondo alle 6.33. Oggi primo regionale alle 5.30.
Padova-Venezia: primo treno alle 5.05 e poi alle 5.35, 5.51, 6.21. 6.23, 6.35, 6.51 e 7.21. Oggi c’è un bus alle 4 ed il primo treno è alle 5.31.
Linea Camposampiero-Padova: primo treno alle 6.43, con arrivo in città alle 7.01 e poi alle 6.50, 7.20, 7.43. Oggi primo treno alle 5.45 ed arrivo alle 6.18. Ultimo alle 21.43 con arrivo alle 22.01.
Padova-Camposampiero: primo alle 5.29 ed ultimo alle 21.29. Oggi primo 5.55 ed ultimo alle 22.46. Penalizzati quelli dell’Alta che lavorano in città sino alle 22.
Cittadella-Padova: primo treno 6.21 ed arrivo alle 7.19, ma via Vicenza. Primo treno diretto alle 7.01. Oggi primo regionale, che poi è un bus, è alle 5.10 con arrivo alle 6.44. Il primo treno è alle 6.44 ( 7.30).
Linea Padova-Cittadella: primo treno alle 5.29, ma via Castelfranco e con arrivo alle 6.20. Secondo alle 6.16. Oggi il primo convoglio è un bus (6.11) con arrivo alle 6.55 e primo treno alle 7 (7.42).
Linea Padova-Vicenza: primo alle 5.56, secondo alle 6.56 e terzo alle 7.26. Oggi primo alle 5.39 e secondo alle 6.
Sintetico il commento del segretario della Filt-Cgil. «Un solo esempio per toccare con mano il problema dei treni mattutini: oggi il primo treno da Camposampiero parte alle 5.45 ed arriva a Padova alle 6.18. Con il nuovo orario si partirà alle 6.43 e si arriverà alle 7.01. E chi deve cominciare il lavoro già alle 7?».
Felice Paduano
Corriere delle Alpi – Belluno. Ferrovie. Pendolari e tecnici “Per la prima volta a Venezia alle 7.30″
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1
dic
2013
TRENO»ORARIO CADENZATO
Giudizio abbastanza positivo delle associazioni bellunesi «Molti nodi sono stati risolti, servono più corse nei festivi»
BELLUNO «Per la prima volta anche i bellunesi potranno arrivare a Venezia prima delle 8, ma mancano corse serali in più da e per Conegliano e alcune nei festivi per agevolare i turisti. Tra le note positive anche il fatto che la stazione di Belluno, diventando uno snodo per tutte le direzioni, dovrà essere sempre presidiata».
Qualche vittoria è stata ottenuta con il nuovo orario cadenzato, ma pendolari e tecnici delle ferrovie chiedono comunque delle modifiche.
La tratta Belluno-Padova. «Con il nuovo orario cadenzato abbiamo ottenuto qualche vittoria», spiega Mattia Centeleghe. «Quel treno feriale da Belluno per Padova delle 4.48, infatti, permetterà ai pendolari di arrivare a destinazione per le 7.30, mentre nella bozza iniziale si prevedeva di giungere a Padova dopo le 8». Tra le altre vittorie, Centeleghe annovera anche «l’arrivo a Belluno al minuto 30». Sulla tratta Padova-Belluno, invece, «ci sono state concesse due coppie di treni in più rispetto ad ora, ma non ci stancheremo di chiedere un treno che parta un’ora più tardi rispetto all’attuale corsa delle 21.29, fondamentale per le lunghe percorrenze».
Belluno-Conegliano. Per la prima volta dopo 50 anni, i pendolari potranno arrivare a Venezia prima delle 8 (alle 7.30). Ma anche l’attesa a Conegliano di 13-15 minuti sarà positiva, visto che la coincidenza per Venezia o per Belluno partirà direttamente da Conegliano, con il treno quindi vuoto. Tra le richieste: «Per favorire il rientro dalla pianura, stiamo trattando con l’azienda per poter avere due corse in più alla sera (una per verso di marcia), un’ora dopo le ultime (previste oggi alle 19.16 per Conegliano e alle 20.41 da Conegliano)». «Anche su Conegliano», conferma Centeleghe, «ci hanno promesso il minuetto al posto delle automotrici, in modo da aumentare la capacità di posti e garantire dei tempi sprint».
La Belluno-Calalzo. «Abbiamo meno treni, ma saranno più efficaci. La cosa importante è che a Ponte nelle Alpi avremo la coincidenza da e per Conegliano e a Belluno da e per Padova, con un’attesa di circa un quarto d’ora, il tempo per assorbire eventuali disturbi della circolazione».
I disagi nei festivi. Nei festivi si soffrirà di più con l’orario cadenzato. Su Calalzo, Venezia e Padova si perdono dalle tre alle quattro corse, ma la speranza dei pendolari è di riuscire a ottenere treni diretti Venezia-Calalzo e Ponte nelle Alpi-Padova, con la coincidenza a Ponte per garantire il servizio nel Cadore. «Questo permetterebbe anche un maggiore utilizzo dei treni da parte dei turisti. Essendo questa l’unica linea che aumenta l’utenza nei periodi di vacanza, c’è l’interesse da parte della Regione e della società a darci una risposta positiva».
Per il portavoce delle associazioni degli utenti, «rispetto alla prima bozza, l’orario è stato migliorato, anche se non è perfetto. Dovremo monitorarlo, prendere nota dei disagi e presentare le proposte di modifica in primavera». Ma c’è anche il lato positivo: «Grazie a questo orario, Belluno diventa di fatto il nodo di tre linee: per Padova, per Calalzo e per Conegliano. A Belluno, inoltre, sarà fatto il rifornimento di carburante di alcuni treni, mentre altri resteranno la notte a Belluno, garantendo la presenza di personale 24 ore su 24». Resta il problema delle coincidenze con le corriere di Dolomitibus: «L’orario cadenzato potrà diventare un’occasione per rimodulare tutto il servizio di trasporto locale. Una nota di demerito, però, la merita la Regione, che non ha fornito per tempo l’orario alla Provincia, che ora si trova a fare le corse per adeguare il proprio servizio».
Paola Dall’Anese
L’ASSESSORE CHISSO
«Per il 9 dicembre altre novità. Ci sarà il diretto per Venezia»
Rassicurazioni dalla regione. Sull’anticipo dell’orario dell’ultimo treno per Padova vedremo cosa si potrà fare. Confermiamo anche le corse per S. Croce
BELLUNO – Non disperino i pendolari e chi utilizza il treno per andare al lavoro a Venezia. È vero, manca un treno diretto fra Belluno e la laguna e il cambio a Conegliano comporta attese non proprio brevissime per i bellunesi, ma l’assessore regionale Renato Chisso, da Bribano – dove ha presenziato all’inaugurazione del ponte, riaperto al traffico in entrambi i sensi di marcia dieci giorni fa – rassicura e assicura: «Entro il 9 dicembre ci saranno novità sull’orario dei treni. Siamo a conoscenza delle problematiche che sono state evidenziate, ci stiamo lavorando. Vedrete che alla fine ci sarà un diretto per Venezia».
L’orario cadenzato che entrerà in vigore il 15 dicembre è stato costruito, ricorda l’assessore ai trasporti, anche con l’aiuto delle associazioni degli utenti: «Da luglio abbiamo organizzato riunioni in Provincia, alle quali hanno partecipato le comunità locali, per lo meno quelle interessate», afferma Chisso. «Queste ci hanno segnalato due o tre associazioni di utenti, con le quali si è collaborato per evidenziare cosa non funzionava nei vecchi orari e per arrivare a un orario cadenzato che fosse soddisfacente per gli utenti».
E le associazioni non si sono fatte trovare impreparate: «Anzi, hanno messo in croce Rfi», spiega Chisso. «I rappresentanti erano molto preparati». Pendolari e tecnici delle ferrovie bellunesi, infatti, hanno incontrato più volte il personale di Rfi, di Trenitalia e anche l’assessore per chiedere modifiche all’orario, in base alle esigenze degli utenti ed a concreti problemi tecnici. L’ultimo incontro è avvenuto la settimana scorsa. Un lavoro di collaborazione partito il primo agosto con la riunione a palazzo Piloni tra Renato Chisso, i sindaci e le associazioni di pendolari (che all’inizio non erano previste). A quell’assemblea l’assessore ha dovuto ammettere la competenza delle associazioni tanto da voler continuare i “colloqui” nella sede mestrina di Rfi e Trenitalia, fino a giungere al risultato odierno per quanto riguarda il cadenzamento. L’orario che è stato elaborato, continua Chisso, «era il massimo che era possibile ottenere. Certo, è perfettibile e ci sarà qualche miglioria, entro il 9 dicembre ci saranno novità». I problemi che interessano il Bellunese sono, in particolare, il fatto che manca un treno diretto per arrivare a Venezia (bisogna cambiare a Conegliano con tempi di attesa che si aggirano sulla mezz’ora) e che l’ultimo convoglio che parte da Padova per arrivare a Belluno è stato anticipato di circa un’ora. «Vedrete che alla fine ci sarà un diretto fra Belluno e Venezia», assicura l’assessore regionale. «Ma stiamo lavorando anche sulla linea Belluno – Padova. Sappiamo che c’è il problema dell’anticipo di orario dell’ultimo treno in partenza da Padova: vedremo cosa si può fare». Per quanto riguarda l’Alpago, infine, Chisso conferma che sarà mantenuta la fermata di Santa Croce del Lago, per la quale tanto si era battuto il sindaco di Farra.
Alessia Forzin
Nuova Venezia – Nuovi orari dei treni, tagli per i pendolari
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30
nov
2013
dal 15 dicembre si cambia
Trenitalia ufficializza le novità dei regionali, Simonaggio (Cgil) all’attacco: «È stato colpito chi va a lavorare presto al mattino»
Mancano appena due settimane all’entrata in vigore del nuovo orario annuale di Trenitalia, che, per la prima volta nella storia dei treni regionali delle Ferrovie dello Stato nel Veneto, sarà di tipo cadenzato. Ossia i locali, su una determinata linea, partiranno ed arriveranno sempre alla stessa ora ed agli stessi minuti. A fronte di questa novità, c’è subbuglio tra i pendolari preoccupati per alcuni tagli alle linee regionali. La Cgil si è fatta interprete ieri di questo disagio e il segretario regionale Ilario Simonaggio ha avuto parole molto dure:
«Non ci sono i treni del mattino presto e i nuovi Stadler, fabbricati in Svizzera, sono più capienti perché hanno posti in piedi».
Il sindacato registra la protesta di che si è visto eliminare quattro regionali veloci per Brescia e Milano. E su Venezia: «Come è possibile che a Venezia, da Padova, non si possa arrivare dopo le 22.30?»
Già da oggi è possibile consultare il nuovo orario, che parte domenica 15 dicembre, sul sito di Trenitalia ed anche su quello delle Ferrovie Tedesche (Deutsche Bahn). Anzi c’è di più. Per quanto riguarda i treni a lunga percorrenza, non è previsto nessun cambiamento. Né per le Frecce Argento Venezia-Padova- Bologna-Firenze-Roma ( oltre 15 coppie al giorno più 5 Italo)a/r e né per le Frecce Bianche Venezia-Padova-Vicenza-Verona-Brescia-Milano/ Torino, dove c’è un Eurostar ogni mezz’ora.
L’unica, ma attesa, novità sulle lunghe distanze è, dopo quattro anni, il ritorno dell’Eurocity, gestito dalle Ferrovie Austriache, anche di giorno, sulla linea Venezia Santa Lucia (15.59)- Treviso ( 16.30)- Udine – Tarvisio-Klagenfurth – Wien Meidling.
Neanche questa volta partirà la SFMR, ossia il metrò sulla tratta Padova-Venezia, sebbene quasi tutte le opere del progetto, partito 25 anni fa, siano state ultimate con una spesa di oltre cento milioni.
«A questo punto o l’assessore Renato Chisso spiega nei particolari le cause dei ritardi in questa, lunghissima, telenovela ferma ad un binario morto oppure si deve dimettere subito.» osserva Nino Pipitone, consigliere d’Idv.
Due, essenzialmente, invece, le novità sulle linee regionali. Per la prima volta nascono tredici coppie di treni regionali veloci sulla linea Venezia-Padova- Vicenza-Verona, con fermate anche a San Bonifacio e Verona Porta Vescovo e, sempre per la prima volta, tredici coppie di regionali collegheranno Treviso direttamente con Padova, via Castelfranco, Camposampiero, senza dovere, per forza, andare prima a Mestre e salire su un altro treno per la città del Santo.
Applausi per la nuova linea diretta Treviso-Padova, ma non per l’istituzione dei nuovi regionali veloci Venezia-Padova-Verona perché, dal 15 dicembre, non ci saranno più i quattro regionali veloci che oggi collegano la laguna con Milano. Chi non vuole spendere un sacco di soldi per salire sulle Frecce Bianche dovrà scendere a Verona Porta Nuova e prendere la coincidenza con gli altri regionali veloci che collegano la città di Giulietta e Romeo con Milano, via Brescia, Rovato e Treviglio.
Pochi cambiamenti sulla linea delle Dolomiti che parte da Padova, via Montebelluna e Feltre. Anche qui l’orario sarà cadenzato. Il primo da Belluno partirà alle 4.48 e l’ultimo alle 19.48. Saranno regionali velocizzati a metà perché, arrivati a Camposampiero, non fermeranno più sino a Padova nelle stazioni di San Giorgio delle Pertiche, Campodarsego e Vigodarzere, dove, però, fermeranno i nuovi locali provenienti dalla Marca.
Brutte notizie, infine, per i viaggiatori, che, alla sera, si servono, in genere, degli ultimi treni in partenza da Santa Lucia per Padova, Treviso-Castelfranco –Bassano e San Donà-Portogruaro. Linea per Padova: ultimo regionale alle 22.35. Per Mogliano-Preganziol-Treviso alle 23.04 (oggi ultimo 23.56) ; per Bassano alle 21.08( oggi 21.28 e 22.38) e per Portogruaro alle 22.41 (oggi 00.21 e 00.36).
Felice Paduano
«Penalizzata la tratta Venezia-Trieste»
Cresce la protesta dei sindaci. Conte (Quarto d’Altino) critica la Regione. Martedì corteo a Venezia
«Riteniamo necessario manifestare il nostro dissenso sia per il metodo seguito dalla Regione che per il merito. La Regione non ha coinvolto né l’utenza né i rappresentanti delle istituzioni locali».
È il testo di una lettera, spedita dal sindaco di Quarto d’Altino, Silvia Conte, a tutti i sindaci della tratta Venezia-Trieste, ma non solo a loro. Tra i destinatari ci sono i comuni di Venezia, Portogruaro, Casale, Ceggia, Fossalta di Piave, Fossalta di Portogruaro, Marcon, Meolo, Roncade, San Donà di Piave, San Stino di Livenza.
L’invito è quello a partecipare alla manifestazione in programma martedì a Venezia, con partenza dalla stazione di Santa Lucia e marcia verso il consiglio regionale, alla quale parteciperanno i pendolari, infuriati contro il nuovo orario cadenzato che entrerà in vigore da metà dicembre. Una lettera motivata dai gap del nuovo orario, che per alcuni Comuni rappresenterà un grosso problema.
Si legge: «Non sono stati coinvolti i portatori di interessi diffusi, né le aziende di trasporto pubblico locale nel percorso di elaborazione, né la Regione ha recepito le istanze da noi rappresentate nelle sedi istituzionali, né ha attivato un adeguato piano di comunicazione».
Precisa Conte: «Il risultato è che dopo anni di attesa per un nuovo servizio ferroviario metropolitano quello che entrerà in vigore dal 15 dicembre prossimo è fortemente penalizzante per i pendolari e per le attività economiche, riducendo di fatto la fascia oraria dal servizio».
La protesta di martedì dunque monta. «La penalizzazione è certa», commenta il sindaco di Marcon, Andrea Follini «mancano dei treni della sera e del mattino, c’è poco da fare. Penso anche ai tanti lavoratori che si recano negli alberghi a lavorare, magari anche ci arrivano, ma poi come tornano?»
Tra i problemi evidenziati, c’è quello relativo ai treni del mattino, è stato confermato il primo convoglio, in partenza da Portogruaro alle 4.38, ma è stato posticipato rispetto all’orario precedente, creando dei disagi ai lavoratori che devono prendere servizio presto, ad esempio all’ospedale civile di Venezia o nelle vetrerie di Murano e che dunque devono cambiare più mezzo. Rimane il buco delle due ore in mezzo alla mattinata c’è poi la partita del buco della sera, tra le 20 e le 22, segnalato dal comitato altinate.
Il cadenzamento, insomma, secondo i sindaci, non è effettivo in tutta la giornata. In tanti sindaci, in queste ore, oltre all’adesione formale alla manifestazione, hanno annunciato che parteciperanno lunedì mattina, alla protesta di Legambiente, «Pendolaria».
Cittadini, utenti, ambientalisti, rappresentanti istituzionali monteranno sul treno regionale 11034, che partirà da Portogruaro alle 7.53 per raggiungere Mestre, dove si terrà una conferenza stampa, per chiedere l’istituzione e l’operatività di un tavolo sulla mobilità.
Giovedì sera, nel frattempo, in concomitanza con l’uscita del nuovo orario, si è svolto a Quarto d’Altino l’incontro pubblico congiunto con i comuni di Marcon, Quarto e Casale, dove sono emersi i tanti disagi sottolineati dai cittadini e dagli amministratori.
(m.a.)
Mattino di Padova – Trenitalia ufficializza le novita’ dei regionali, in vigore dal 15 dicembre.
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30
nov
2013
Cgil attacca: «Penalizzato chi va a lavorare presto»
Venezia vietata dopo cena: esplode la polemica per l’ultima corsa alle 22.35
Mancano due settimane all’entrata in vigore del nuovo orario annuale di TrenItalia che, per la prima volta nella storia dei regionali delle Ferrovie dello Stato, sarà di tipo cadenzato: i locali, su una determinata linea, partiranno ed arriveranno sempre alla stessa ora ed agli stessi minuti. A fronte di questa novità, c’è già subbuglio tra i pendolari preoccupati per alcuni tagli alle linee regionali. La Cgil si è fatta interprete ieri di questo disagio e il segretario regionale Ilario Simonaggio ha avuto parole molto dure:
«Non ci sono i treni del mattino presto ed i nuovi Stadler, fabbricati in Svizzera, sono più capienti perchè hanno posti in piedi».
Il sindacato registra la protesta di chi si è visto eliminare i quattro regionali veloci per Brescia e Milano. E su Venezia: «Come è possibile che un padovano non possa andare la sera nella città più bella del mondo perchè non ci sono treni dopo le 22.30? »
Già oggi è possibile consultare il nuovo orario, che parte domenica 15 dicembre, sul sito di TrenItalia. Per quanto riguarda i treni a lunga percorrenza, nessun cambiamento. Né per le Frecce Argento per Roma (15 al giorno più 5 Italo) e né per le Frecce Bianche per Milano/Torino, dove c’è un Eurostar ogni mezz’ora.
L’unica, ma attesa, novità sulle lunghe distanze è il ritorno dell’Eurocity, gestito dalle Ferrovie Austriache, anche di giorno, sulla linea Venezia Santa Lucia (15.59)- Treviso ( 16.30)- Udine – Tarvisio – Wien.
Come anticipato dal nostro giornale, neanche stavolta partirà la Smfr, il metrò sulla tratta Padova-Venezia, sebbene quasi tutte le opere del progetto, partito 25 anni fa, siano state ultimate con una spesa di cento milioni:
«O l’assessore Chisso spiega nei particolari le cause dei ritardi in questa telenovela ferma ad un binario morto oppure si deve dimettere», osserva Pipitone, consigliere Idv. Due, essenzialmente, le novità sulle linee regionali.
Per la prima volta nascono tredici coppie di treni regionali veloci sulla linea Venezia-Padova- Vicenza-Verona, con fermate anche a San Bonifacio e Verona Porta Vescovo e, sempre per la prima volta, tredici coppie di regionali collegheranno Treviso direttamente con Padova, via Castelfranco, Camposampiero, senza dovere andare prima a Mestre e salire su un altro treno.
Applausi per la nuova linea diretta Treviso-Padova, ma non per l’istituzione dei nuovi regionali veloci Venezia-Padova-Verona perché, dal 15 dicembre, non ci saranno più i quattro regionali veloci che oggi collegano la laguna con Milano. Chi non vuole spendere soldi per salire sulle Frecce Bianche dovrà scendere a Verona Porta Nuova e prendere la coincidenza con gli altri regionali veloci che collegano Verona con Milano, via Brescia, Rovato e Treviglio.
Pochi cambiamenti sulla linea delle Dolomiti che parte da Padova, via Montebelluna e Feltre. Anche qui l’orario sarà cadenzato. Saranno regionali velocizzati a metà perché, arrivati a Camposampiero, non fermeranno più sino a Padova nelle stazioni di San Giorgio delle Pertiche, Campodarsego e Vigodarzere, dove, però, fermeranno i nuovi locali provenienti dalla Marca. Brutte notizie, infine, per i viaggiatori, che, alla sera, si servono degli ultimi treni in partenza da Santa Lucia per Padova, Treviso, Castelfranco, Bassano e San Donà-Portogruaro. Linea per Padova: ultimo regionale alle 22.35. Per Mogliano-Preganziol-Treviso alle 23.04 (oggi ultimo 23.56); per Bassano alle 21.08( oggi 21.28 e 22.38) e per Portogruaro alle 22.41 (oggi 00.21 e 00.36). Ci sarà un bus che partirà alle 00.20 ed arriverà 2.26…
Felice Paduano
I PENALIZZATI – Tagli di corse verso la Bassa Meno fermate nell’Alta
La novità che meno piacerà ai pendolari di Padova è la linea per Legnago-Mantova e viceversa, via Terme Euganee, Monselice. Oggi sono sette i regionali che partono da Padova e vanno verso Este, Montagnana, senza trasbordare su un altro treno a Monselice. Tra due settimane, invece, i regionali diretti saranno tre (tutti alla mattina da Legnago) e i pendolari della Bassa, per venire e tornare dalla città dovranno scendere a Monselice e servirsi dei regionali veloci della linea Padova-Bologna, che fermano solo a Terme Euganee o quelli provenienti da Rovigo, ad andamento lento, con fermate anche a Battaglia ed Abano. A proposito della linea Padova-Rovigo-Ferrara- San Pietro in Casale- Bologna e viceversa, i cui treni sono sempre strapieni, c’è da dire che il nuovo orario apporterà solo leggerissime modifiche. Da Padova il treno veloce (costo 9.20 euro,la Freccia Argento 24) partirà ai minuti 10 e non più a 12’. L’ultimo per il capoluogo emiliano partirà alle 20.10. Tutta da verificare la situazione prevista per i pendolari che si spostano dall’Alta, in particolare da Cittadella e Camposampiero, in direzione Padova.
Per la prima volta i treni provenienti da Calalzo/Belluno non fermeranno più nelle stazioni di San Giorgio delle Pertiche, Campodarsego e Vigodarzere. In compenso gli utenti, che salgono sul treno nelle tre stazioni sovramenzionate, potranno utilizzare i regionali che arrivano da Bassano e quelli da Treviso, via Paese, Castelfranco. Le difficoltà che i pendolari dell’Alta avranno con il nuovo orario saranno dovute alla mancanza di treni nelle fasce orarie della mattina presto. Oggi all’alba sono in servizio alcuni bus sostituvi. Ma i più penalizzati saranno i pendolari dell’Alta, che oggi, dopo il lavoro in città, tornano, tardi, a casa, nei paesi del Camposampierese.
AssoUtenti: «Positiva la scelta dell’orario cadenzato»
Se il sindacato attacca il nuovo orario dei treni, c’è anche chi elogia, senza se senza ma, la scelta del nuovo orario cadenzato. «Rappresenta un’ottima opportunità di riordino del sistema mobilità in Veneto», spiega Davide Grisafi, aponense e coordinatore regionale di AssoUtenti, « Siamo davanti all’applicazione di un sistema integrato in grado di combinare l’ offerta su gomma con quella sul ferro. L’orario cadenzato, tra l’altro varato anche con la nostra collaborazione, fa risparmiare nei costi generali perché permette di gestire al meglio, i flussi dei materiali, del personale e delle manutenzioni. A questo punto il Veneto diventa un modello per tutte le altre regioni della penisola. In pratica sono stati messi treni dove e quando servono. E’ necessario, però, che dallo Stato arrivino più risorse». f.pad.
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