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TRASPORTI – On line sul sito di Trenitalia, polemica sulla mancanza di informazioni sui servizi

Dal 15 dicembre i treni cadenzati, ma nessuno li ha concordati con enti locali e aziende di trasporto

TRENI – Ecco tutte le corse dell’orario cadenzato. Ma i pendolari sono sul piede di guerra

TRENI – Finalmente on line i nuovi orari cadenzati in vigore dal prossimo 15 dicembre sulle linee regionali

La sorpresa è arrivata di prima mattina, con la pubblicazione “on line” sul sito di Trenitalia dei nuovi, fatidici orari cadenzati in vigore dal 15 dicembre. Ma è bastata una rapida occhiata ad alcune schermate per rendersi conto che gli orari corrispondono (con trascurabili variazioni) ai “dati provvisori” – così li aveva definiti Trenitalia – comparsi già nei giorni scorsi sul sito delle ferrovie tedesche. Nessuna novità dunque per studenti e pendolari che, in assenza di comunicazioni ufficiali sui nuovi orari, attesi e allo stesso tempo temuti, avevano “smanettato” sul computer in cerca di qualche dato certo sui loro spostamenti quotidiani.

Di buono c’è che, a 25 anni dalla firma del primo protocollo d’intesa fra Regione e Ferrovie, il progetto Sfmr comincia a prendere corpo: su ciascuna delle quattro linee che gravitano sul nodo di Mestre (in assenza dei nuovi orari della linea per Adria, ancora non disponibili) partenze e arrivi saranno a cadenze fisse, come illustrato dalla grafica pubblicata a parte.

Fra San Donà e Venezia ci saranno due corse orarie, tre (con cambio) sulla linea da Noale-Scorzè, quattro fra Treviso e Venezia e cinque sulla Venezia-Padova, due delle quali con regionali veloci.

Il problema è che, nella stesura degli orari, Trenitalia ha fatto di testa sua, ignorando aziende di trasporto, enti locali e passeggeri, che alla fine sono che pagano il biglietto.

«Nessuno ci ha consultato – tuona il presidente dell’Atvo, Fabio Turchetto – Siamo la Cenerentola dei trasporti. Il risultato è che su dieci corse, solo tre o quattro corrispondono a quelle preesistenti. Le altre arrivano a San Donà alcuni minuti dopo le coincidenze con l’autobus o in prossimità di queste. Il risultato è che, per pochi minuti, studenti e pendolari rischiano di dover attendere dai 30 ai 40 minuti». Con gli studenti, come osservato alcuni giorni fa dal sindaco di San Donà Andrea Cereser, “costretti” a vagare per le strade in attesa delle rispettive coincidenze.

Ma è soprattutto la mancanza di comunicazione a disorientare i viaggiatori: «Sin da quando si è iniziato a parlare di Sfmr, la Regione Veneto si è distinta per una certa noncuranza sul fronte della comunicazione», si legge sul sito dell’associazione “Ferrovie a Nordest”. Niente mappe, tantomeno orari (se non quelli comparsi ieri mattina sul sito di Trenitalia), tantomeno informazioni su tariffe, servizi e coincidenze con altri mezzi di trasporto. No stupisce così che, sui social network, i commenti si sprechino. Così scrivono su Facebook i pendolari del Veneto orientale: «Ora che sul sito di Trenitalia sono stati pubblicati gli orari e per la nostra linea sono identici a quelli tedeschi… possiamo sentirci presi in giro»? Chissà se arriverà una risposta.

 

AFFOLLATO INCONTRO IERI SERA DEI COMITATI DI QUARTO, SAN DONÀ E PORTOGRUARO

Pendolari scontenti e arrabbiati  «Inascoltate le nostre richieste»

L’orario cadenzato è ufficiale e fa arrabbiare quasi tutti. Erano in molti ieri sera a Quarto d’Altino per l’incontro organizzato dai Comuni di Quarto, Marcon e Casale sul Sile. Presenti i sindaci Silvia Conte e Andrea Follini, l’assessore di Quarto Radames Favaro, il vicesindaco di Casale, Lorenzo Biotti, e i riferimenti storici della lotta ai disservizi ferroviari della tratta Venezia-Portogruaro, Luciano Ferro e Gianni Foffano del Comitato pendolari di Quarto. Ma questa volta c’erano anche molte altre persone, in rappresentanza dei pendolari di San Donà di Piave, come Marco Natella, e di Portogruaro, alcuni studenti, lavoratori dello spettacolo e numerose altre persone abituate a prendere il treno e che dal 15 dicembre dovranno stravolgere le loro abitudini. Perché dopo le anticipazioni nel sito delle ferrovie tedesche, ieri l’orario è stato ufficializzato anche nel portale di Trenitalia, confermando i loro timori, i tagli alle corse al sabato e ai festivi, i disagi alle prime ore del mattino e in fascia notturna che preoccupano i turnisti e gli albergatori. Ad illustrarlo due rappresentanti dell’associazione Ferrovie a Nordest, che da mesi propongono delle alternative che stiano nel limiti del budget.

«Da agosto più nessun segno di vita ed ora scopriamo, nello sconforto, che l’orario è ufficiale» aggiunge Conte. Per gli abitanti di Marcon è anche più difficile perché gli autobus sostitutivi attualmente saltano la fermata di Gaggio e collegano direttamente Quarto a Mestre:

«C’è rabbia e frustrazione» aggiunge Follini – perché abbiamo offerto un’alternativa meno costosa, capisco rivedere l’orario ma non peggiorarlo». Poi c’è il problema degli autobus sostitutivi e dei numerosi treni che fermeranno a Mestre, al binario Giardino distante circa 200 metri dal primo sottopassaggio utile.

«Io lavoro al pronto soccorso e da metà dicembre dovrò prendere macchina, autobus e vaporetto» spiega Luciano Ferro. Un’arrabbiata lavoratrice della Fenice aggiunge che per il mondo dello spettacolo non avere più il treno delle 23 sarà un disastro e gli studenti temono che il lungo buco dell’ora di pranzo renderà ancora più difficile salire sul treno strapieno di mezzogiorno. Ora si troveranno tutti il 2 dicembre alla manifestazione di Legambiente e il giorno successivo, martedì 3 dicembre alle 14, per la manifestazione dei comitati pendolari che da piazzale Roma raggiungerà palazzo Balbi.

Melody Fusaro

 

FERRROVIE – Treni, pendolari sul piede di guerra e Reolon (Pd) chiede le dimissioni di Moretti

VENEZIA – Grande fermento per il sistema ferroviario del Nordest. Ieri l’assessore ai trasporti del veneto Renato Chisso si è presentato alla stazione di Oderzo per rassicurare i pendolari che sono sempre più arrabbiati. La tratta Treviso-Portogruaro è infatti più che calda, con 837 firme raccolte per segnalare i disagi legati alla soppressione delle corse. Ma non è l’unico “nucleo di protesta”.

Il sindaco di Montegrotto, Massimo Bordin ha scritto una pesante lettera a Trenitalia per denunciare la riduzione del numero dei convogli regionali veloci sulla linea Padova-Bologna. Denuncia che è arrivata in copia anche alla presidente della Provincia Barbara Degani e all’assessore Renato Chisso. E sulle Ferrovie si scaglia anche il consigliere del Pd Sergio Reolon che è arrivato a chiedere le dimissioni dell’amministratore delegato di Trenitalia Mauro Moretti, dopo aver letto che il numero uno delle Ferrovie dello Stato sostiene che i comuni devono adeguarsi agli orari di Trenitalia.

«Il Paese non può rimodulare la propria vita sulla base dei costi e delle esigenze di Trenitalia – afferma Reolon – l’Italia non può adeguarsi a tempi e orari delle ferrovie. Moretti è alla guida di FS da sei anni, è venuto il momento di un ricambio salutare per cercare di migliorare un servizio in continuo peggioramento».

E nel Friuli Venezia Giulia la situazione non è migliore e i Comitati stanno vigilando sull’applicazione dell’orario cadenzato.

«La Regione ha sempre garantito un rapporto con i pendolari. – sottolinea l’assessore alla Mobilità Mariagrazia Santoro – Ciò è successo anche in occasione dell’attuazione dell’orario cadenzato. Tale nuova modalità di orario porta tra l’altro a una semplificazione del sistema».

 

LETTERE AL DIRETTORE

In piedi, immobili, senza fiato. I treni indecenti dei pendolari.

Caro direttore,
esasperata dalla disumana situazione del treno mattutino 5705 che percorre la tratta Bassano del Grappa-Venezia, decido di scrivervi, portavoce anche di tutti i malcapitati che come me devono usufruire di questo treno.
Ogni mattina si ripete l’incivile situazione che ci vede stipati come deportati all’interno di due soli vagoni, che sono assolutamente insufficienti a contenere il numero dei passeggeri. E ogni mattina si ripete la sagra di lamentele e ingiurie da parte di tutti noi che paghiamo un abbonamento o un biglietto molto oneroso per non avere alcun servizio. Se chiediamo spiegazioni al capotreno la risposta è che “non può far niente, siamo noi utenti che ci dobbiamo attivare”. Qui non si tratta di servizio scadente, ma improponibile.
Io sono incinta e sto cominciando ad avere seri problemi su questo treno. Perché passi la condizione dello stare in piedi, che poco importa, ma il fatto di non potersi muovere e respirare credo vada oltre ogni umana sopportazione. Devo in qualche modo far sapere ai signori di Trenitalia che per qualsiasi danno fisico io possa subire su questo treno, saranno direttamente giudicati responsabili e chiamati in causa.
Michela L.

——
Cara lettrice,
non è la prima volta che pubblichiamo proteste e denunce come la sua. E purtroppo non solo per la tratta ferroviaria Bassano-Venezia. Nonostante impegni e dichiarazioni d’intenti, però, la condizione in cui sono costretti a viaggiare moltissimi pendolari a Nordest sembra essere immutabile: trattati alla stregua di buoi e caricati su carri buoi. Con scarso o nessun rispetto per le persone.
Tantomeno ovviamente per quelle che, come lei, incinta, avrebbero bisogno di poter trovare almeno un posto a sedere. Una situazione indecente e incivile che non ci stancheremo di denunciare. A costo di apparire noiosi e ripetitivi.

Pendolari e sindaci infuriati: «Il nuovo orario cadenzato contiene tutti i tagli che temevamo»

QUARTO D’ALTINO «È un disastro. Invece di migliorare il servizio, lo si va a peggiorare» tuonano dal comitato pendolari.

«Sono gli orari che temevamo, forse è per questo che non ce li hanno mostrati prima» rincara la dose il sindaco di Quarto d’Altino, Silvia Conte.

Eccolo, finalmente, il nuovo orario cadenzato, che entrerà in vigore dal prossimo 15 dicembre. Ieri lo ha pubblicato Trenitalia sul suo sito e un primo risultato lo ha già ottenuto: scontentare tutti gli utenti del Veneto Orientale.

A parte qualche aggiunta come la riconferma dell’Intercity serale Trieste-Venezia (peraltro non di competenza del Veneto), l’offerta, per quanto di competenza regionale, ricalca quanto già era stato anticipato nei giorni scorsi sul sito delle Ferrovie Tedesche (Db), nonostante le smentite di Trenitalia.

Ma, soprattutto, hanno trovato conferma tutte le preoccupazioni sollevate dai pendolari già al cospetto delle prime bozze ufficiose circolate nelle settimane scorse. A iniziare dal problema per i lavoratori turnisti che usano il primo treno del mattino. Il treno è stato confermato, ma posticipato in partenza da Portogruaro alle 4.38 (anziché alle 4.13) con il risultato di transitare da Quarto alle 5.17 e giungere a Santa Lucia alle 5.50.

«È vero che il treno è stato confermato, ma ci sono lavoratori che alle 6 debbono essere in servizio e avranno molte difficoltà con questo spostamento d’orario», avverte Gianni Foffano, del comitato dei pendolari altinati.

Non va meglio per chi lavora di sera negli esercizi pubblici veneziani. Finora esistevano due treni in partenza da Santa Lucia dopo mezzanotte: dal 15 dicembre sarà soppresso quello per Trieste, mentre il Regionale lento sarà sostituito con un autobus, con orari molto allungati e il disagio della partenza da piazzale Roma.

«Sono gli orari che temevamo. All’assessore regionale Renato Chisso, che da 15 anni promette la metropolitana di superficie, ricordiamo che questo nuovo orario che ci viene imposto è una mazzata.

Vengono tagliate delle corse importanti», commenta il sindaco Conte, «lo stesso cadenzamento non è effettivo in tutta la giornata, visto che viene mantenuto un buco di due ore alla mattina e di sera si crea un buco in partenza da Venezia tra le 20 e le 22. Non sono state recepite in minima parte le nostre richieste di luglio».

Conte rinnova la richiesta di un incontro urgente con Chisso, aperto a tutti i sindaci ormai infuriati. L’obiettivo potrebbe essere ottenere almeno delle minime migliorie, come ad esempio far arrivare i nuovi Regionali limitati a Mestre non sul cosiddetto binario «giardino», ma al binario 1. In un intervento sul loro sito gli esperti dell’associazione Ferrovie a Nordest hanno posto l’accento sulla mancanza di comunicazione che ha accompagnato, da parte della Regione, l’introduzione del nuovo orario. Una situazione ben diversa da quella avvenuta in altre regioni.

Giovanni Monforte

 

Manifestazione il 3 dicembre davanti la Regione 

QUARTO D’ALTINO. I pendolari confermano la manifestazione di protesta indetta per martedì 3 dicembre, con tanto di corteo che sfilerà lungo le calli di Venezia fino alla sede della Regione. La speranza dei pendolari è che possano aderire anche tanti sindaci del territorio. Mercoledì la conferenza dei sindaci del Veneto Orientale ha affrontato la questione treni, con il presidente Andrea Cereser che aveva informato i colleghi sindaci delle scuse di Trenitalia per il disguido della pubblicazione dell’orario sul sito Db. Una beffa, visto che poi in realtà l’orario era corretto.

«Non possiamo che tornare a essere sorpresi da questo atteggiamento di Trenitalia, che si lascia sfuggire l’orario, dice che è un errore e poi lo ripubblica nella stessa maniera. Quanto meno, una volta che era apparso sul sito delle Db, si poteva dire che l’orario era questo e avviarne la discussione», chiosa Cereser.

(g.mon.)

 

I nuovi orari penalizzano i turnisti che viaggiano all’alba e in tarda serata.

Casale si allea con Marcon e Quarto d’Altino

CASALE – Pendolari casalesi in rivolta per l’entrata in vigore, a partire dal 15 dicembre, del cosiddetto orario ferroviario cadenzato lungo la linea Venezia-Portogruaro. Si tratta di una vera e propria rivoluzione decisa dalla Regione con Rfi, Rete ferroviaria italiana, che prevede la partenza dei treni da ogni stazione della tratta a minuti fissi di ogni ora. I pendolari casalesi, sia studenti che lavoratori, fanno riferimento alla stazione di Quarto d’Altino che dista solo pochi chilometri dal paese. E proprio la linea che passa per Quarto d’Altino sarà al centro della contestata rivoluzione. Per questo l’allerta dei casalesi è massimo, tanto che alcune rimostranze relativamente ai nuovi orari sono arrivate direttamente al sindaco Stefano Giuliato.

«Di fronte al disagio manifestato dai miei cittadini, ho deciso di fare rete con i sindaci di Quarto d’Altino e Marcon per portare avanti questa istanza», spiega il primo cittadino di Casale. Ieri sera un rappresentante dell’amministrazione Giuliato ha partecipato all’incontro organizzato a Quarto d’Altino con i pendolari per analizzare, per quanto ad ora si sa, l’orario cadenzato.

I cittadini che utilizzano il treno sulla tratta Venezia-Portogruaro chiedono che i nuovi orari, ad oggi ancora top secret, non vadano a peggiorare il servizio ferroviario. In particolare i problemi si concentrerebbero soprattutto per coloro che lavorano a turni, con la fascia dalla tarda serata alla mattina presto praticamente scoperta. Tra le richieste dei Comuni alla Regione c’è quella di mantenere i treni attorno alla mezzanotte da Venezia che servono ai turnisti ma anche ai turisti che visitano la città lagunare ma dormono nel Veneziano per risparmiare. Ci sarebbero poi dei “buchi” di orario nella tarda mattinata. E circa la metà dei treni fermerebbe a Mestre: chi dovrà arrivare a Venezia sarà dunque costretto a cambiare convoglio. Per protestare contro l’introduzione del nuovo orario, è in programma una manifestazione nel pomeriggio di martedì 3 dicembre, a cui sono invitati anche i pendolari casalesi. Il ritrovo è fissato alle 14 alla stazione Santa Lucia di Venezia, il corteo marcerà verso Palazzo Balbi, sede della regione. L’invito ad aderire alla manifestazione è esteso ai comitati di pendolari del Veneto Orientale e ai cittadini che utilizzano la linea Venezia-Portogruaro.

Rubina Bon

 

L’ira del sindaco Conte. Questa sera l’incontro organizzato dai Comuni di Quarto Marcon e Casale in vista della manifestazione del 3 dicembre a Venezia

QUARTO D’ALTINO – Certezza sugli orari che entreranno in vigore a metà dicembre. Non si placa la polemica generata dal nuovo orario cadenzato dei treni con il quale i pendolari si dovranno confrontare a breve. Dopo il Veneto Orientale, questa sera alle 19 si terrà l’incontro pubblico organizzato dai comuni di Quarto d’Altino, Casale sul Sile e Marcon, per cercare di vederci chiaro sulla tratta Venezia-Trieste e sulle lineee ad essa collegate, visto che si tratta di comuni che usufruiscono del trasporto su ferro e in alcuni casi, come quello specifico del territorio altinate, non possono nemmeno contare su una linea di trasporto pubblico locale su gomma.

Parteciperanno Silvia Conte, sindaco di Quarto, Andrea Follini, sindaco di Marcon e Stefano Giuliato, sindaco di Casale sul Sile. “Il nuovo orario cadenzato del trasporto ferroviario: migliore o peggiore?” è il titolo dell’incontro. Nel frattempo, tutti attendono, dopo la pubblicazione sul sito di Ferrovie Tedesche di orari non definitivi, il programma completo «riveduto e corretto» con le richieste più o meno accolte da parte della Regione, di sindaci e pendolari, che dovrebbe uscire in questi giorni, forse già oggi.

«Ribadiamo quanto stiamo dicendo in tutte le lingue» commenta Luciano Ferro del comitato pendolari altinati «con i tagli previsti nel nuovo orario cadenzato, i lavoratori non riusciranno a tornare da Venezia dopo una certa ora, non potranno dare il cambio ai colleghi con i turni, per noi è una disfatta su ogni fronte».

Ieri si è svolta anche la Conferenza dei sindaci del Veneto Orientale, dove si è discusso il problema ed è stata manifestata nuovamente preoccupazione per la situazione.

«Invitiamo tutte le amministrazioni all’incontro che si svolgerà oggi» spiega il sindaco Conte che ieri ha partecipato alla Conferenza dei sindaci «Quello che mi sento di rimarcare, ancora una volta, è la mancanza di trasparenza delle informazioni, siamo fortemente amareggiati per l’assenza di risposte da parte della Regione».

Prosegue: «Aderiremo anche noi alla manifestazione del 3 dicembre, parteciperemo a fianco dei pendolari e degli utenti».

Non solo: «Come amministrazione parteciperemo anche all’iniziativa di Legambiente del 2 dicembre, per chiedere una volta per tutte alla Regione, un cambio di passo nel metodo».

Aggiunge: «Ai cittadini, a noi, così come alle categorie economiche serve chiarezza e servono certezze, non si può parlare di rivoluzione e scoprire che vengono tagliati treni fondamentali. La gente non prenderà più il treno, altro che incentivarne l’uso».

Marta Artico

 

Mattino di Padova – “Metro” ancora sul binario morto

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28

nov

2013

La partenza del collegamento ferroviario veloce Padova-Venezia prevista il 15 dicembre slitta almeno fino a metà 2014

Il collegamento «metropolitano» con Venezia non partirà neanche il 15 dicembre, in occasione dell’entrata in vigore del nuovo orario di TrenItalia, concordato con la Regione. La partenza del sistema metro ferroviario (costata fino ad oggi almeno 100 milioni) era stata programmata a giugno. Nelle ultime settimane di maggio la Regione aveva comunicato che, per motivi tecnici, era stata spostata al 15 dicembre. Ma proprio in questi ultimi giorni i dirigenti di TrenItalia (guidati dalla dottoressa Giaconia) e i colleghi della Regione (coordinati dal dottor Carli) hanno fatto sapere che il primo treno “metro” per Busa, Vigonza-Pianiga, Dolo, Mira-Mirano, Mestre e Venezia Santa Lucia partirà a metà 2014.

In effetti è stato realizzato il quadruplicamento dei binari sulla Padova-Mestre (27 chilometri), come il raddoppio della linea fra Padova-Camposampiero e Castelfranco.

È stata costruita la linea, nuova di zecca, tra Maerne di Martellago e Mestre, via Spinea.

E sono state edificate nuove stazioni ed eliminati decine di passaggi a livello. Sulla carta, sembrava tutto pronto. Invece, debutto rinviato una volta ancora. Nonostante l’impegno preso dalla Regione dieci anni fa, quando allo scalo di Vigodarzere con il cappello da capostazione Giancarlo Galan garantiva che il primo metrò sarebbe partito entro il 2010.

Ma per quali motivi la Smfr non viaggia? Secondo Rfi-Ferrovie dello Stato il sistema veneto è fermo ad un binario morto perché, nonostante la realizzazione completa della stazione giardino sul lato sud di Padova Centrale (da dove partirà, ogni quarto d’ora, un treno per Venezia) mancherebbe il collegamento tra il nuovo fascio di circolazione e la linea per Ponte di Brenta.

Di più: non sarebbe ancora pronta la nuova stazione di Busa di Vigonza, con il relativo parcheggio.

Secondo altri tecnici della Regione, il metrò è ancora in lista di attesa perché dalla Svizzera non sono ancora arrivati tutti i nuovi 24 treni Stadler, in via di acquisizione da tre anni.

In pratica, non ci sarebbero tutti i convogli regionali necessari ad attivare una vera e propria metropolitana tra Padova e Venezia.

Va ricordato poi che tanti nuovi treni ad alta frequentazione avranno 750 posti a sedere, altri 450 posti e solo due (più piccoli, a diesel) soltanto 175 posti perché entreranno in servizio sulle linee non elettrificate. A questo punto, visto che la partenza del metrò viene rimandata per la terza volta, il sindacato esprime un commento a muso duro.

«Ancora una volta Regione e TrenItalia hanno preso in giro i pendolari» sottolinea Ilario Simonaggio, segretario regionale della Filt-Cgil, «Non si parte neanche il 15 dicembre un po’ perché mancano gli allacciamenti in testa alla stazione di Padova e non ci sono ancora tutti i treni necessari. Ma, secondo me, non si accende il semaforo verde alla metropolitana regionale di superficie perché non ci sono ferrovieri a sufficienza per far correre i nuovi treni e la Regione non ha stanziato le risorse economiche che servono per far partire da Padova un metrò ogni 15 minuti».

Felice Paduano

 

Pigozzo e Niero (Pd) contro Chisso «Un comportamento sprezzante»

«E’ vergognoso che a pochi giorni dall’entrata in vigore dell’orario cadenzato ferroviario, l’utenza sia completamente all’oscuro di ogni informazione. L’assessore Chisso fornisca subito tutte le notizie che cittadini e Amministrazioni locali attendono con urgenza».

Bruno Pigozzo vicepresidente della commissione Trasporti, e Claudio Niero, consigliere regionale l Pd, fanno proprie le preoccupazioni dei pendolari e degli utenti .

«L’impegno della giunta Zaia era di comunicare se e quali miglioramenti all’orario erano stati accolti sulla base delle richieste presentate dai sindaci e dai territori. Ma a due settimane dal via, il silenzio è totale« evidenziano Pigozzo e Niero, «Sintomo di un comportamento sprezzante ed irrispettoso nei confronti dei pendolari che già subiscono quotidianamente disagi di ogni tipo».

 

L’assessore: «Non verrà soppresso, ma di poco anticipato»

Pozza (Confartigianato) chiede un tavolo di concertazione

ODERZO – Il treno che passa a Oderzo alle 7.34 non sarà soppresso. La mobilitazione dei cittadini e dei sindaci ha sortito un effetto parziale, ma importante. L’assessore regionale Renato Chisso conferma: «ll treno che passa per Oderzo alle 7.34, sulla tratta Treviso Portogruaro, non verrà soppresso, ma anticipato di qualche minuto».

Renato Chisso, assessore alle politiche della mobilità del Veneto, ribadisce la “sorte” del convoglio ferroviario e le tante voci che si stanno diffondendo su questa e altre tematiche del trasporto ferroviario, a poche settimane dall’avvio del servizio cadenzato.

«In questi giorni si stanno insinuando allarmi e sospetti» dice Chisso, «che si aggiungono ad un servizio tutt’altro che perfetto del quale so bene le carenze, che sto verificando personalmente anche in questo periodo su più linee. Non ci sto al diffondersi di allarmismi preventivi, che si stanno spargendo a macchia d’olio e che sembrano alimentati ad arte facendo leva su uno scontento oggettivo. Io parto dallo scontento per raddrizzare la situazione non per peggiorarla».

Intanto anche Confartigianato scende in campo con i sindaci e i cittadini per stoppare il progetto di nuovo orario cadenzato dei treni sulla tratta Treviso-Portogruaro. Mario Pozza presidente di Confartigianato della Marca chiederà un incontro fra tutte le associazioni di categoria, i sindacati, i sindaci e gli assessori Chisso e Noal per arrivare a una soluzione che non penalizzi ancora l’opitergino mottense.

«La tratta ferroviaria non deve diventare un’autostrada per i treni merci che passano di notte a super velocità», dice Mario Pozza, «Confartigianato si fa promotrice di un’incontro per pianificare il futuro del trasporto pubblico nel Veneto Orientale del quale l’Opitergino Mottense è una realtà, purtroppo periferica».

Contro la proposta di orario cadenzato dei treni che sopprime molte corse per i pendolari e ne istituisce altre in orari che sono stati definiti ”incongrui”, si stanno muovendo i sindaci e migliaia di pendolari come gli studenti ed i lavoratori.

Il presidente Pozza prosegue: «Come si fa ad incentivare un servizio pubblico se lo si rende impraticabile? Facciamo del treno il servizio di metropolitana di superficie, togliendo traffico dalle strade attualmente già intasate di auto e andando incontro alle persone. Mettersi in macchina significa spendere soldi di benzina, intasare la Postumia, pagare salati ticket nei parcheggi di Treviso, penare per trovare un posto. La tratta non deve essere solo un corridoio per i treni merci rumorosi. Scenderemo in campo: sindaci, associazioni di categoria e sindacati e faremo fronte comune con i cittadini», conclude Mario Pozza.

Giuseppina Piovesana

 

Gazzettino – Oderzo. “Il treno non sara’ cancellato”

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28

nov

2013

LA POLEMICA – Confartigianato teme per la tratta: «Fronte comune categorie-sindacati»

L’assessore Chisso assicura: «Quello delle 7.34 verrà solo anticipato di qualche minuto»

IL TIMORE – E’ che la tratta Treviso-Portogruaro venga soppressa

«Confermo che il treno che passa per Oderzo alle 7.34, sulla Treviso-Portogruaro, non verrà soppresso, ma anticipato di qualche minuto».

Renato Chisso, assessore alle politiche della mobilità del Veneto, interviene per chiarire la sorte del convoglio ferroviario, alla luce delle preoccupazioni che si stanno diffondendo a poche settimane dall’avvio del servizio cadenzato.

«In questi giorni – aggiunge l’assessore – si stanno insinuando allarmi e sospetti, che si aggiungono a un servizio tutt’altro che perfetto del quale so bene le carenze, che sto verificando personalmente anche in questo periodo su più linee. Abbiamo pensato al cadenzamento come risposta a una situazione che sta diventando insostenibile che vede aumentare il numero degli utenti ma anche le carenze dell’attuale sistema soprattutto rispetto a questa crescita. Nei prossimi giorni avremo modo di illustrare il nuovo orario, che potrebbe subire ancora qualche ritocco dell’ultimo minuto».

Intanto si muove anche Confartigianato, chiamando a raccolta associazioni di categoria il sindacato: il timore è che la tratta venga cancellata.

«Sto coinvolgendo i colleghi – annuncia il presidente provinciale Mario Pozza -. Ci rivolgeremo pure al sindacato. La questione è generale. Non riguarda solo chi utilizza il treno, ma tutto il territorio. Non esiste che venga marginalizzata una parte della Marca, privata di un collegamento importante una zona significativa sul piano economico e sociale».

L’azione di Confartigianato va a sostegno della protesta avviata dai sindaci della tratta per rilanciare preoccupazioni e proteste dei pendolari perché già aggi le corse verso Treviso e Portoguaro sono poche e ci sarebbe bisogno di molto di più.

«Confartigianato – riprende Pozza – non può che essere a fianco dei sindaci. Il traffico nell’Opitergino è caotico. Riversare altri mezzi in strada è follia, anche per l’’inquinamento. La circonvallazione non è stata completata (manca il ricongiungimento fra Piavon e Gorgo), le strade sopportano volumi di traffico molto elevati. Ci si rende conto di cosa accade se questi pendolari sono costretti a servirsi dell’auto? In più, in tempi di crisi, il treno è un aiuto per famiglie e lavoratori. Si risparmia su carburante, parcheggi, usura dei mezzi. Vogliamo andare a infierire ancora sulle persone che lavorano? Ci stiamo organizzando, non possiamo tacere».

L’argomento è stato lungamente dibattuto anche durante l’ultimo consiglio comunale. Il sindaco Dalla Libera ha manifestato la sua preoccupazione. «Non capisco con quale logica sia stato formulato l’orario cadenzato». Il capogruppo del Pd Luzzu aggiunge: «Non vorrei che poi vengano a dirci che la tratta è poco utilizzata, giustificandone la soppressione».

Annalisa Fregonese

 

«Gli utenti sono penalizzati da sovraffollamento e ritardi

Un’ulteriore riduzione del servizio è inaccettabile»

MONTEGROTTO TERME – I tagli ai treni veloci regionali che dal 15 dicembre toccheranno la linea Padova–Bologna, avranno ripercussioni anche sulle corse che transitano a Terme Euganee. Un disservizio nel disservizio, visto che i disagi su questa tratta sono già all’ordine del giorno. Parte da qui l’ennesima presa di posizione del sindaco Massimo Bordin, che ha inviato formale protesta alla direzione regionale di Trenitalia, all’assessore ai Trasporti della Regione del Veneto Renato Chisso e alla presidente della Provincia di Padova Barbara Degani.

«La riduzione delle corse», scrive il primo cittadino, «è inaccettabile sia per i tantissimi utenti che utilizzano la stazione termale, sia per i turisti italiani e stranieri. Ricordo infatti che molti ospiti si recano a visitare città d’arte come Venezia, Bologna e Firenze partendo proprio da questa stazione. Abbiamo quindi ripetutamente segnalato, seppur con scarsi risultati, i disagi vissuti dagli utenti come i continui ritardi, le carrozze stracolme di persone, gente costretta a restare a terra per l’eccessivo affollamento dei convogli. Tutto questo nonostante i continui e periodici rincari delle tariffe per nulla proporzionati al servizio offerto. L’ulteriore taglio delle corse è quindi inaccettabile e assolutamente intollerabile, perché provocherà una vera e propria paralisi per il trasporto pubblico, con conseguenze sui cittadini e sui turisti».

Tagli che, sottolinea Bordin, si profilano proprio quando l’utilizzo del treno andrebbe incentivato, senza contare che chi pagherà il prezzo più alto saranno i cittadini già vessati dalla crisi. Il sindaco fa infine presente che se la decisione di ridurre il servizio si concretizzerà davvero, la protesta sarà fortissima.

Irene Zaino

 

Il sindaco di Salzano contro la Regione: «Nei 3 mesi di prova lavoratori e studenti in difficoltà»

SALZANO – «Il nuovo orario cadenzato dei treni ci preoccupa molto, i nostri pendolari saranno fortemente penalizzati».

Il sindaco di Salzano, Alessandro Quaresimin, si unisce al coro di protesta sollevato negli ultimi giorni da altri sindaci, sindacati e pendolari contro la modifica agli orari ferroviari che entrerà in vigore a metà dicembre.

«Dalla documentazione non ufficiale che sono riuscito ad avere – scrive Quaresimin in una nota diffusa ieri -, i nuovi orari previsti dalla Regione penalizzano studenti e lavoratori di Salzano che raggiungono Venezia e Castelfranco. A settembre ho scritto alla Direzione Mobilità della Regione e attendo ancora riscontro: so che rischiano di essere soppresse alcune fermate alla stazione di Salzano per le linee Bassano-Venezia e Castelfranco-Venezia e viceversa, sia al mattino che al pomeriggio».

Quaresimin non si accontenta delle rassicurazioni dell’assessore regionale ai Trasporti, Renato Chisso: «L’assessore afferma che il nuovo orario sarà in prova per tre mesi, ma questa non è affatto una garanzia sufficiente: in questo periodo studenti e lavoratori come faranno a raggiungere in orario i posti di lavoro e le scuole?».

Ieri Quaresimin ha inviato un’altra nota alla Regione chiedendo la convocazione urgente di un tavolo di confronto per fare chiarezza sui nuovi orari e ribadire ai vertici regionali i disagi a cui rischiano di andare incontro moltissimi pendolari.

(g.pip.)

 

A Verona in 59 minuti, a Venezia in 27 (costo 3 euro e 55)

La protesta della Cgil: «Errore tagliare il diretto a Milano»

Il nuovo orario dei treni entrerà in vigore il 15 dicembre. Per quanto riguarda gli orari di partenza e di arrivo delle Frecce che si spostano sulle linee Venezia-Padova- Vicenza-Verona-Brescia-Milano / Torino e Venezia–Padova-Bologna-Firenze-Roma non ci sono modifiche. Da Padova si continuerà ad andare a Roma con 15 corse di Frecce Argento al giorno ed a Milano con le Frecce Bianche con un Eurostar ogni mezz’ora.

Totalmente rivoluzionato, invece, l’orario dei treni locali, che, per la prima volta, sarà cadenzato: ogni singolo convoglio partirà ed arriverà alla stessa ora ed agli stessi minuti. Un cambiamento che rappresenterà un notevole vantaggio per i pendolari anche perché, dopo le infinite proteste degli utenti, si potrà viaggiare su 20 treni nuovi ad alta frequentazione, costruiti dall’azienda svizzera Stadler.

«Il grande errore», dice Ilario Simonaggio della Cgil, «è l’abolizione dei quattro regionali per Milano, che sono sempre pieni. La rottura di carico crea problemi, E poi, siamo sicuri che a Verona la coincidenza sarà sempre immediata?».

Da Venezia i treni partiranno al minuto 12: tappe a Padova, Vicenza, San Bonifacio, Verona Porta Vescovo e Verona Porta Nuova. Per la prima volta la città lagunare sarà collegata con Verona anche con treni regionali veloci, come accade sulla linea Venezia-Padova-Rovigo-Ferrara-Bologna. I pendolari padovani potranno andare da Padova a Verona in 59 minuti (oggi ci vuole un’ora e venti); appena 27 minuti da Padova a Venezia Santa Lucia senza pagare come sulle Frecce Bianche. Oggi andare in laguna con un regionale costa 3.55 euro, mentre con gli Eurostar si devono sborsare 15 euro (Freccia Bianca). I nuovi regionali veloci saranno 13 all’andata ed altrettanti al ritorno. Da Padova in direzione Venezia si partirà al minuto 21; mentre da Padova a Verona si parte al minuto 40.

Sempre sulla linea (Venezia)-Padova-Verona continueranno a circolare treni «ad andamento lento» che fermeranno anche a Grisignano di Zocco, Mestrino, Ponte di Brenta/Busa di Vigonza, Pianiga/Vigonza, Dolo e Mira/Mirano. Da Padova i lenti per Verona partiranno sempre al minuto 56 (un’ora e 26 minuti di percorrenza).

Tasto dolente, come faceva notare Simonaggio della Cgil, l’abolizione dei quattro regionali veloci per Brescia-Rovato-Milano Centrale. La battaglia degli universitari lombardi che studiano a Padova non è servita a niente. Chi vorrà andare a Milano con i prezzi dei regionali (15 euro e 65 anzichè 34.50 del Freccia Bianca), dovrà scendere a Verona e prendere il treno regionale veloce corrispondente per Milano.

Novità sulla Padova-Camposampiero-Castelfranco- Montebelluna- Feltre-Belluno/Calalzo- Pieve di Cadore/Cortina. Per le Dolomiti i treni resteranno gli stessi di oggi, ma ci sarà l’orario cadenzato e saranno introdotte novità destinate a modificare il modo di viaggiare dei padovani che si spostano verso Camposampiero e Castelfranco. I regionali, provenienti o diretti verso le Alpi, non fermeranno più nelle stazioni intermedie tra Padova e Camposampiero. Ossia a Vigodarzere, Campodarsego e San Giorgio delle Pertiche. Stazioni, però, dove si fermeranno ugualmente sia i treni per Cittadella e Bassano del Grappa che gli altri (tredici convogli) per Castelfranco, Paese, Treviso. Il primo treno per Belluno partirà alle 5.29 e l’ultimo alle 21.29. Il primo da Belluno alle 4.48 (Padova 7.09) e l’ultimo alle 19.48 (Padova 21.59). Abolito il regionale delle 22.46 da Padova, che sta già provocando proteste da parte di chi lavora in città e alla sera torna a Camposampiero. Cambiamenti in arrivo anche sulle linee per Monselice-Mantova, Cittadella –Bassano e Mestre-Piove di Sacco-Adria.

Felice Paduano

 

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