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Promossi i cambi di orario sulla Adria-Mestre e l’inserimento di corse in autobus

Per rendere effettive le novità ora manca soltanto l’approvazione della Regione

PIOVE DI SACCO – Il vicesindaco Lucia Pizzo ha strappato una piattaforma di accordo alla direzione di Sistemi Territoriali per rivedere treni e orari della line Adria-Mestre e superare i disagi che il nuovo orario cadenzato ha portato soprattutto ai pendolari. Ora l’ultima parola, per avviare le modifiche all’orario, spetta all’assessore regionale alla Mobilità Renato Chisso. Ma c’è ottimismo per il buon esito della vertenza.

«Nel corso dell’ultimo incontro con Sistemi Territoriali, per cui erano presenti il presidente Gianmichele Gambato e il direttore Bruno Caleo, siamo arrivati a un’intesa per apportare alcune modifiche all’attuale orario», spiega il vicesindaco, «e stavolta era presente anche il sindaco di Adria. Si è trovata una soluzione condivisa proprio per andare incontro ai pendolari della città polesana. In particolare il treno che partiva da Piove alle 7.22 viene anticipato alle 7.16 così da arrivare a Mestre alle 7.52 e non più alle 8.04: per i pendolari di Adria e Cavarzere Sistemi Territoriali mette a disposizione un servizio di autobus per portarli fino a Piove e poter prendere questo treno. La base di partenza del confronto», sottolinea Pizzo, «è che comunque l’orario cadenzato non può essere stravolto, quindi possiamo ritenerci moderatamente soddisfatti».

L’accordo prevede altre novità: «Le partenze da Adria per Venezia delle 9.10 e delle 15.10 saranno garantite tutto l’anno e non solo nel periodo scolastico così come il treno in partenza da Venezia alle 13.19», illustra il vicesindaco, «mentre sul fronte dei festivi l’accordo prevede il ripristino del treno in partenza da Piove per Venezia delle 19.47 e quello di ritorno da Venezia alle 20.49. In questo caso, siccome quello che lo precede è alle 19.19, quindi con un’ora e mezza di buco, l’idea è di chiedere all’Actv di inserire un autobus in partenza da Venezia alle 20. È una richiesta che condividono e supportano con noi anche il Comune di Campolongo Maggiore e altri della Riviera. Mi auguro che l’Actv, che tra l’altro a Piove usufruisce del parcheggio all’ex foro boario, accolga questa istanza dal momento che ha già cancellato tutte le corse nei festivi e tutte quelle dopo le 19».

Per i treni c’è solo da sperare che la Regione approvi il nuovo piano. «Contiamo che una risposta possa giungere in tempi rapidi», conclude il vicesindaco di Piove, «anche perché il nuovo orario potrebbe essere applicato da marzo per il Carnevale di Venezia. Inoltre credo che Sistemi Territoriali possa recuperare con le soluzioni trovate nuovi abbonati».

Elena Livieri

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In tanti hanno dato l’adesione alla protesta di domani alla stazione di Santa Lucia

Contestato l’orario cadenzato. Legambiente organizza “Gli Stati generali” 

SAN DONÀ – Ci sono i comitati pendolari del Veneto Orientale e di Quarto d’Altino. Ma anche i comitati che riuniscono i pendolari di Salzano-Robegano e quelli di Mogliano, oltre ai gruppi “Trenitardo” e “Treno dei desideri”.

È già lunga la lista delle adesioni al sit-in di protesta contro l’orario ferroviario cadenzato che i pendolari veneti terranno domattina, dalle 10, nell’area antistante la stazione di Venezia Santa Lucia. E altri comitati, provenienti da tutto il Veneto, hanno già fatto sapere di essere pronti ad aggiungere la loro sigla alla protesta. Per i viaggiatori veneti sarà una giornata di intensa mobilitazione.

In contemporanea al sit-in, dalle 10 alle 14, Legambiente Veneto organizza infatti “Gli stati generali dei pendolari veneti”, nella sala San Leonardo a Cannaregio.

«Questo incontro», commentano i comitati, «segna un momento importante nell’ambito del pendolarismo ferroviario della nostra regione, in quanto determina un primo passo verso l’istituzione di un tavolo permanente sulla mobilità».

Quanto alle mancanze dell’orario cadenzato, che hanno portato al nuovo sit-in di protesta, i pendolari dimostrano di avere le idee ben chiare. E in una nota congiunta, firmata da tutte le sigle aderenti alla manifestazione, tracciano l’elenco delle richieste su cui intendono richiamare l’attenzione della Regione e delle amministrazioni locali.

«Innanzitutto ripristinare i treni notturni, che permettano la mobilità dei lavoratori turnisti. Quindi», si legge nel documento dei comitati, «fermare il dimezzamento dei treni nei periodi non scolastici (soprattutto in estate) come prospettato dall’orario cadenzato; garantire la copertura del servizio di trasporto pubblico su rotaia nelle ore diurne e nei giorni festivi; evidenziare le criticità dei collegamenti pianura-montagna; integrare in modo reale ed efficace il trasporto pubblico (ferro-gomma); accedere a un servizio di trasporto pubblico con un biglietto unico integrato regionale; monitorare le risorse economiche investite sul trasporto pubblico locale da parte della Regione; creare un tavolo permanente sulla mobilità, che coinvolga i cittadini che si spostano per lavoro e studio e consenta un giusto ed equo confronto con gli esperti e amministratori».

I pendolari veneti avevano già manifestato lungo le calli di Venezia a inizio dicembre, esprimendo il timore per quelle mancanze dell’orario cadenzato che poi effettivamente hanno trovato riscontro dall’introduzione del nuovo servizio.

Giovanni Monforte

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Gazzettino – Pendolari, sit-in a Venezia

Posted by Opzione Zero in Rassegna stampa | 0 Comments

14

feb

2014

SAN DONÀ – Due le manifestazioni organizzate dai comitati dei Pendolari e Legambiente per domani 15 a Venezia.

A partire dalle 10 si svolgerà un sit-in nell’area antistante la stazione Santa Lucia; a protestare saranno i comitati Pendolari di Quarto d’Altino, Veneto orientale, Salzano-Robegano, Mogliano, Trenitardo, Treno dei Desideri e «altri comitati – fanno sapere i pendolari in una nota-stampa- si aggregheranno all’evento in programma».

Gli obiettivi condivisi a breve termine riguardano il ripristino dei treni notturni per i turnisti, lo stop al dimezzamento dei treni soprattutto d’estate come prospettato dall’orario cadenzato, la garanzia del servizio su rotaia nelle ore diurne e nei giorni festivi e le criticità dei collegamenti tra pianura e montagna.

A lungo termine le richieste dei pendolari vertono sulla necessità di integrare il trasporto pubblico, lo studio dei flussi ma ancora il biglietto unico con integrazione tra ferro e gomma, la mobilità sostenibile e il monitoraggio delle risorse economiche investite nel trasporto, passando dallo 0,31 al 1 per cento del bilancio regionale.

(d.d.bor.)

 

I TRENI E L’ORARIO CADENZATO

VENEZIA – Nuovo orario cadenzato: raccogliere le segnalazioni dei pendolari costa alla Regione Veneto 200mila euro. Per la precisione 199.988,75 Iva inclusa. È quanto la Regione pagherà alla propria società Sistemi Territoriali perché la stessa gestisca per un anno l’attività di monitoraggio. È stata proprio Sistemi Territoriali a comunicare “la disponibilità del numero verde 800 042 822 a favore dell’utenza e dal 15 dicembre 2013 l’attivazione dell’indirizzo dedicato di posta elettronica (nuovorariocadenzato@venetotreni.it), a cui gli utenti possono inviare suggerimenti e/o segnalazioni in merito al nuovo orario ferroviario cadenzato”. La delibera della giunta regionale è stata pubblicata sul Bur di ieri.

(al.va.)

 

Distribuiti centinaia di volantini nelle stazioni di Quarto, San Donà e Portogruaro

QUARTO D’ALTINO – Da Quarto d’Altino a San Donà e Portogruaro, senza trascurare tutte le fermate minori della tratta Venezia-Trieste. Mentre sui binari del Veneziano si consumava l’ennesima giornata nera, ieri mattina i comitati dei pendolari del Veneto Orientale e di Quarto d’Altino hanno effettuato una serie di volantinaggi, distribuendo centinaia di manifestini per promuovere tra i viaggiatori la giornata di mobilitazione in programma per sabato prossimo, 15 febbraio. Sarà una giornata molto intensa che vedrà i pendolari, sul piede di guerra contro i disagi causati dall’orario cadenzato, svolgere un sit-in nella stazione di Venezia Santa Lucia, con inizio alle 10. I comitati raggiungeranno il capoluogo a bordo del Regionale 11116, con partenza da Portogruaro alle 8.38 e fermata in tutte le stazioni. In contemporanea al presidio, Legambiente Veneto organizza «Gli stati generali dei pendolari veneti». L’adunanza plenaria di tutti i pendolari della regione si terrà dalle 10 alle 14, nella sala Leonardo a Cannaregio. All’appuntamento sono stati invitati anche amministratori locali e sindacati.

Ieri il comitato di Quarto d’Altino ha scritto ai dirigenti scolastici di diversi istituti superiori del Veneziano perché, compatibilmente con gli orari delle lezioni, possano estendere l’invito a partecipare alla mobilitazione pure agli studenti, altra categoria in rivolta contro i nuovi orari. Intanto ieri nella sola stazione di Quarto sono stati distribuiti ben 250 volantini in un’ora e mezza. E centinaia ne sono stati diffusi nelle altre stazioni dai vari pendolari volontari, ma a San Donà anche da alcuni consiglieri comunali che hanno appoggiato l’iniziativa.

«L’avvio dell’orario cadenzato ha posto all’attenzione di tutti la necessità di far crescere una cultura della mobilità collegata al trasporto pubblico», spiega Legambiente, «la necessità di ridurre la mobilità privata offrendo un servizio pubblico collettivo efficace e efficiente è nell’interesse di tutti i cittadini e di tutti gli amministratori che su questo servizio investono. Vi deve essere un’offerta di trasporto che incontri i bisogni dei pendolari offrendo puntualità, integrazione, capillarità e copertura ampia del servizio. Sappiamo che le condizioni economiche attuali richiedono attenzione nella programmazione, ma sappiamo anche che il trasporto pubblico, grazie alla sua maggiore sicurezza, riduce una serie di costi indiretti che comunque gravano sulla collettività».

Giovanni Monforte

 

Gazzettino – Treni. Volantinaggio pendolari

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10

feb

2014

Stamane volantinaggio dei Comitati dei Pendolari del Veneto Orientale e di Quarto d’Altino nelle stazioni di Quarto, Gaggio, Meolo, Fossalta, San Donà, Ceggia, San Stino e Portogruaro.

«Paghiamo un abbonamento annuale – spiega la portavoce Angela Stortini – abbiamo diritto di essere rispettati, arrivare al lavoro in modo normale ed essere informati in modo corretto, non sentire solo voci riportate da altri enti o soggetti come noi interessati al trasporto ferroviario».

Altra protesta dei Pendolai si svolgerà sabato 15 dalle 10 alle 14. Un presidio dei manifestanti rimarrà nella stazione di Santa Lucia mentre nella vicina sala San Leonardo a Cannaregio con Legambiente saranno fondati gli «Stati Generali dei Pendolari del Veneto» per creare un documento unico sui diritti dei Pendolari veneti e un Tavolo Permanente sulla Mobilità con la Regione Veneto.

Prosegue la campagna di segnalazione dei disagi sui treni, i Comitati invitano i viaggiatori a segnalare i disservizi nella sezione Veneto del sito di Trenitalia e dei Pendolari stessi: www.facebook.com/comitatopendolarivo.

(d.de.b.)

 

DENUNCIA – I pendolari hanno presentato un esposto contro i nuovi orari

LA POLEMICA SUI TRASPORTI

Esposto alla magistratura dei comitati di Quarto, San Donà e Legambiente: «I nuovi orari dei treni ci hanno rovinato la vita»

LE RICHIESTE – La denuncia per chiarire se sia stato rispettato il diritto alla mobilità

ATTO D’ACCUSA – Documento articolato e durissimo, e c’è chi chiede le dimissioni di Chisso

Pendolari in Procura: la Regione nel mirino

Un esposto contro la regione Veneto per i diritti violati nel trasporto ferroviario. È quello presentato ieri in Procura da parte di Legambiente e dei Comitati dei Pendolari del Veneto Orientale e di Quarto d’Altino, tutti sul piede di guerra dal dicembre scorso. Nel documento di 5 pagine vengono denunciate le violazioni ai diritti alla mobilità, al trasporto universale e all’informazione da parte della Regione che ha tenuto sotto chiave a lungo il nuovo orario cadenzato e, come spiega Maurizio Billotto di Legambiente, «è rimasta sorda alle richieste dei gruppi e le associazioni interessate al tema dei trasporti che hanno evidenziato i deficit strutturali del servizio. Dal punto di vista turistico inoltre sembra che abbiano fatto un attacco a Venezia».

Si ricorre alla Magistratura per chiarire se sia stato rispettato il diritto alla mobilità e di far luce sull’entità e sull’allocazione delle risorse stanziate. Quello ferroviario è un comparto che incide sulla qualità della vita di migliaia di persone. «Il cadenzamento – continua Billotto- ha comportato confusione e disservizi per le fasce più deboli, tagli nei giorni festivi. Il risultato sono utenti costretti ad utilizzare mezzi propri, aumento dei costi ed aumento delle emissioni di gas dei veicoli circolanti».

I Comitati dei Pendolari sottolineano i disservizi. «Dal primo giorno del cadenzamento abbiamo evidenziato grossi problemi – precisa Marco Nattella del Veneto Orientale – l’abbonamento con le ferrovie non viene rispettato e la Regione continua a prorogare l’applicazione dei rimedi, indicando prima gennaio, ora sembra maggio, con ripercussioni per tutti i pendolari».

«I treni non ci sono o non sono puntuali – aggiunge Luciano Ferro di Quarto d’Altino- Siamo stufi di fare da cavie, vogliamo anche le dimissioni dell’assessore regionale alla Mobilità Renato Chisso».

«Siamo giunti a presentare l’esposto poiché dalla Regione non sono mai arrivate risposte – conferma Luigi Lazzaro di Legambiente Veneto- Serve un’inversione di tendenza degli stanziamenti del bilancio regionale che dovrebbero passare dallo 0,31 al 5 per cento».

A sostegno Lazzaro cita i dati dell’affluenza dei pendolari in Veneto dal 2007 al 2012 passati da 150 a 160 mila, quando in Lombardia ed Emilia per la mobilità su rotaia le quote sono vicine all’1 per cento del bilancio regionale.

All’iniziativa è andato il sostegno del consigliere regionale Bruno Pigozzo. «Ora la cifra stanziata è di 1milione e 200mila euro – ha detto Pigozzo- servirebbero 5milioni per integrare i disservizi, dove si ravvisa l’interruzione del pubblico servizio. Si tratta di un banco di prova per il trasporto pubblico che finora è sempre stato considerato Cenerentola».

Davide De Bortoli

 

LA MOBILITAZIONE – Prima il volantinaggio, poi il corteo

SAN DONÀ – Sono tre le prossime iniziative di Legambiente e i Comitati dei Pendolari del Veneto Orientale e di Quarto d’Altino finalizzate all’istituzione di un Tavolo permanente della Mobilità a cui possano sedere rappresentanti dei Pendolari di tutte le province venete, sull’esempio di quanto realizzato in altre regioni. Il primo appuntamento sarà nella mattinata di lunedì 10 con il volantinaggio nelle stazioni di Quarto d’Altino, Gaggio, Meolo, Fossalta, San Donà, Ceggia, San Stino e Portogruaro per sensibilizzare tutti i viaggiatori.

Due gli eventi previsti dalle 10 alle 14 di sabato 15. Un sit-in si terrà nella stazione di Santa Lucia. In concomitanza nella sala San Leonardo di Cannaregio, che dista 10 min dalla stazione i Pendolari del ferro e della gomma costituiranno gli «Stati Generali dei Pendolari del Veneto», per costituire un documento unico per gli investimenti e i diritti dei Pendolari. All’iniziativa hanno già aderito il coordinamento degli Studenti e il sindacato Filt Cigil, tra gli invitati l’Associazione Consumatori, tutti i sindaci della tratta Venezia- Portogruaro, enti pubblici come Provincia di Venezia e Regione Veneto. Continua inoltre la campagna di segnalazione dei disguidi sui treni, che possono essere indicati nella sezione Veneto del sito di Trenitalia e il social network creato allo scopo dai Pendolari www.facebook.com/comitatopendolarivo».

 

L’INTERVENTO – L’orario cadenzato rappresenta la soluzione più valida per un sistema trasporti integrato

Il dibattito sull’orario cadenzato sta distogliendo l’attenzione dal fatto che si continua ad affrontare il tema del trasporto pubblico locale (Tpl) con un approccio sbagliato.
Per dotare la nostra regione – 5 milioni di abitanti, 850.000 studenti, 60 milioni di turisti annui – di un servizio pubblico adeguato, bisogna pensare ad un sistema trasporti integrato fra ferro-gomma-acqua, condiviso con tram, parcheggi ed una tariffazione che vada verso l’irrinunciabile “biglietto unico”.
Le responsabilità sono molteplici: negli ultimi 14 anni il legislatore ha modificato in continuazione le regole in materia.
Ma anche le amministrazioni locali che, per quanto attiene la gomma, risultano contestualmente Enti affidanti e proprietari delle società a cui si affida il servizio. Non ultima la Regione che, invece di fare il regista, si è sempre limitata a fare da notaio.
Ovviamente le sanzioni comminate periodicamente per il non rispetto del contratto di servizio sul fronte della puntualità, della pulizia dei convogli, le continue lamentele dei viaggiatori sottolineano una serie di responsabilità in capo a Trenitalia.
Una situazione di emergenza, nella quale, non solo l’utenza, ma soprattutto il personale ferroviario ha avuto oggettive difficoltà a svolgere il proprio lavoro. Colpa della politica aziendale delle Fs, che accentra tutte le decisioni a Roma, lasciando ai propri dirigenti periferici (alcuni anche ottimi professionisti) un ventaglio strettissimo di autonomia.
Entrando nel dettaglio del servizio ferroviario locale, è bene sgombrare il campo da equivoci: la quantità dei treni e delle di carrozze, gli orari e le varie fermate sono decise dalla Regione, che riceve i servizi per cui paga ed è quindi responsabile dell’attuale situazione.
Detto questo, l’orario cadenzato rappresenta la soluzione più valida per realizzare un vero sistema integrato, propedeutico all’Sfmr.
Certo, dobbiamo andare avanti e passare dalla situazione attuale di concorrenza e sovrapposizione treno-bus ad una strategia “hub and spoke”.
Il rodaggio ha avuto le sue criticità, ma l’orario cadenzato (si vedrà a regime) ha portato un aumento di servizi. Con i nuovi convogli in arrivo (nove entro giugno), le cose andranno meglio.
Per questo non si spiega la decisione del governatore Zaia, che non solo ha annunciato la disdetta del contratto di servizio con Trenitalia, ma anche di voler introdurre la gestione diretta da parte della Regione, per poi andare in gara, spezzettandola in tre lotti.
Si dovrebbe, invece, integrare l’intero sistema e armonizzarlo con gli orari dei servizi commerciali, pubblici, università, aziende, per ridurre l’affollamento negli orari di picco. Non siamo pregiudizialmente contrari alle gare, ma senza improvvisazioni.
Riuscirà la Regione a pagare puntualmente l’Azienda aggiudicatrice, senza incorrere nel rischio di aumentare il costo del contratto, con gli interessi di mora dovuti agli eventuali ritardi di pagamento, così come accade oggi con Trenitalia?
Si poteva ridiscutere e migliorare il contratto attuale. Per quanto riguarda le tre gare, crediamo che la frammentazione dell’unità di rete pregiudicherà la realizzazione di un sistema integrato, con la creazione di cittadini di serie A e serie B e mettendo a rischio un diritto fondamentale come quello della mobilità.

Brunero Zacchei – segretario Regionale Uil

 

Comitati pendolari e Legambiente si rivolgono alla magistratura: «Chisso non ci ha ascoltato»

Confermati il presidio del 15 febbraio alla stazione di Venezia Santa Lucia e gli “Stati generali”

SAN DONÀ – La battaglia dei pendolari contro il nuovo orario cadenzato dei treni finisce sul tavolo della magistratura. Ieri il Comitato pendolari del Veneto Orientale, quello di Quarto d’Altino e Legambiente Veneto hanno presentato un esposto alla Procura. Una decisione, sottolineano i promotori, presa «dopo aver inutilmente presentato documenti di modifica e integrazione alla proposta regionale e richieste d’incontro all’assessore Chisso». Nelle cinque pagine dell’esposto si ricostruisce quanto accaduto prima e dopo l’introduzione del cadenzamento, e si denunciano le mancanze del nuovo orario, dai problemi per i turnisti alla forte riduzione delle corse festive e di sabato. Alla magistratura comitati e Legambiente chiedono di appurare «se i vuoti orari così programmati, i disservizi causati dal mancato coordinamento e informazione abbiamo pregiudicato gravemente il diritto alla mobilità dei cittadini».

Inoltre alla Procura viene chiesto di valutare se la cancellazione del servizio, nei weekend come in certe fasce orarie, «senza confronto con i territori interessati», possa configurare l’ipotesi di interruzione di pubblico servizio della Regione, «in quanto soggetto proponente dell’orario».

«La Regione ha incontrato gli enti locali, ma non vuole parlare con noi», spiega Marco Natella, del Comitato del Veneto Orientale, «i pendolari pagano l’abbonamento, che è una sorta di contratto, ma da Trenitalia non viene rispettato. Con l’orario cadenzato non ci sono treni dalle 22 alle 6 del mattino e si sono verificate tante criticità, non tenute in conto dalla Regione. Si continua a prorogarne la sistemazione: si era parlato di gennaio, siamo a febbraio e ora slittano a maggio».

Sabato 15 febbraio i pendolari terranno un presidio alla stazione di Venezia Santa Lucia. In concomitanza, dalle 10 alle 14, nella sala San Leonardo nel sestiere di Cannaregio, Legambiente proporrà gli «Stati generali dei pendolari veneti», con l’obiettivo di unire le istanze dei vari territori.

«Nonostante i numerosi tentativi di approccio con la Regione, non sono mai state prese in considerazione le necessità dei cittadini», commenta Luigi Lazzaro, presidente di Legambiente Veneto, «crediamo che sia arrivata l’ora che la magistratura sia messa a conoscenza di quanto sta accadendo».

Gli ambientalisti chiedono di sapere quali indirizzi abbia la giunta Zaia per il trasporto pubblico, sottolineando che il Veneto vi investe solo lo 0,31% del suo bilancio contro l’1,19% della Lombardia.

«L’esposto è il minimo rispetto a quanto meriterebbero», conclude Luciano Ferro, del Comitato di Quarto d’Altino, «io chiederei le dimissioni dell’assessore Chisso e che Trenitalia faccia in modo adeguato il suo lavoro. Il 15 febbraio a Venezia dimostreremo che i pendolari sono sempre presenti».

Giovanni Monforte

 

PIGOZZO (PD)

«Niente soldi per migliorare il servizio»

SAN DONÀ «Nel bilancio che la giunta Zaia sta predisponendo per il 2014 non ci sono le risorse sufficienti né per incrementare il servizio con quei fabbisogni che comitati e sindaci evidenziano da mesi, né per gli investimenti infrastrutturali per completare almeno gli interventi della prima fase della Metropolitana di superficie». A dirlo è il consigliere regionale del Pd, Bruno Pigozzo. Se la denuncia trovasse conferma nella bozza definitiva del bilancio, potrebbero essere a rischio i servizi aggiuntivi richiesti dai pendolari per migliorare le falle dell’orario cadenzato. «Chiediamo che vengano inseriti almeno altri 5 milioni per integrare i servizi che sono ancora mancanti, nonché altri 20 per portare avanti la Sfmr», attacca Pigozzo, «in questi anni il trasporto pubblico locale è stato sempre una cenerentola. Il Fondo unico nazionale che viene erogato al Veneto è l’unica risorsa che dalla Regione è destinata al servizio di trasporto. Con questa asfissia di risorse è impensabile impostare un nuovo modello di orario come quello cadenzato. Teoricamente è ottimale, ma in Veneto non può funzionare perché mancano i presupposti strutturali e strategici».

(g.mon.)

 

Esposto Legambiente sui treni cadenzati.

Nel mirino c’è Chisso

Ecologisti e comitato pendolari chiedono alla Procura di valutare il reato di interruzione di pubblico servizio

ODERZO – Legambiente del Veneto Orientale presenta un esposto contro la Regione Veneto in merito al nuovo orario cadenzato. Dopo un’odissea che prosegue da dicembre, da quando il nuovo orario cadenzato è entrato in vigore, Legambiente ed il Comitato pendolari del Veneto Orientale si sono uniti per formalizzare l’esposto contro la Regione, e contro l’assessorato alla Mobilità. Per quanto riguarda la tratta Treviso-Portogruaro, che ha a Oderzo il suo centro principale, sotto accusa è il grave danno che stanno subendo studenti e pendolari che dall’Opitergino-Mottense usano il treno per raggiungere le scuole a Treviso, Portogruaro e le università di Padova, Trieste e Venezia ed i posti di lavoro. I disservizi ed i tagli alle corse dei treni sono stati argomento di incontri fra i sindaci della tratta e l’assessore Renato Chisso: aggiustamenti ci sono stati. Ma non a sufficienza, secondo Legambiente. Scrive Legambiente: «Il 14 dicembre 2013 la Regione Veneto ha attivato il “Cadenzamento Orario ferroviario”. Nelle dichiarazioni dell’assessore Chisso, il nuovo servizio doveva garantire: maggior frequenza, più servizio, più velocità, più semplicità di utilizzo. Dopo l’avvio dell’orario la Regione, su pressione di amministratori e comitati, ha avviato alcuni servizi sostitutivi di autobus che allungando di molto i tempi di percorrenza, obbligano i pendolari ad utilizzare mezzi propri su queste tratte. Il nuovo orario porta gli studenti, nelle città sede di servizio scolastico, troppo presto o troppo tardi diversamente da quanto avveniva fino al 13 dicembre. Questo ha causato grandi difficoltà a famiglie e istituti.Sono stati istituiti bus sostitutivi, con le note difficoltà, ottenendo il risultato di avere dei treni vuoti e doppie corse di autobus» aggiunge Legambiente nel suo esposto «chiediamo di sapere se i vuoti orari così programmati, i disservizi causati dal mancato coordinamento e informazione abbiano pregiudicato gravemente il diritto alla mobilità dei cittadini veneti. Chiediamo se le stesse cancellazioni di giornate e fasce abbiano costituito interruzione di pubblico servizio da parte della Regione, nella figura dell’Assessorato alla Mobilità in quanto soggetto proponente dell’orario». E sempre ieri, a Preganziol, il Comitato pendolari ha presentato una petizione che ha raggiunto la quota di 1190 firme.

Giuseppina Piovesana

 

IL CASO – Il passaggio a livello di via Piave rimane chiuso e il sindaco sbotta: «Sottopasso necessario»

Ieri pomeriggio oltre mezz’ora di disagi per gli automobilisti, peggio è andata ai pendolari in attesa

Oltre mezz’ora di disagi per gli automobilisti, almeno due ore per i pendolari dei treni. Quando, alle 13,20 di ieri, il locomotore di un treno diretto a Belluno si è fermato, a sbarre abbassate, proprio sopra il passaggio a livello di via Piave, è cominciato il caos. Per gli automobilisti e per i pendolari. I primi si sono trovati in coda, bloccati da quelle sbarre che non volevano assolutamente rialzarsi e che sono rimaste abbassate fino alle 14. I secondi hanno atteso invano, sulla pensilina, di prendere un treno irrimediabilmente bloccato. Sono state subito attivate le procedure per riportare in stazione il mezzo liberando il passaggio: è stato necessario ricorrere ad un altro locomotore che lo trainasse. Nel frattempo, però, i minuti passavano e la coda si allungava. È entrata quindi in azione la Polizia municipale, che, per fortuna, era stata posizionata nella zona allo scopo di controllare i passaggi irregolari con il semaforo rosso e tener d’occhio studenti e auto in un’ora di punta. «Una pattuglia -spiega il comandante Domenico Favero- all’altezza del negozio “Quello giusto” ha fatto defluire le auto verso nord; una seconda, dalla parte opposta, ha deviato le auto da piazza quattro novembre sulle laterali. Il tutto è durato oltre mezz’ora».

Ma è andata molto peggio a chi doveva prendere il treno. «Un nostro agente, che abita a Belluno e si avvale del servizio ferroviario, alle 15.15 era ancora in attesa di partire». E il sindaco Marzio Favero sbotta: «L’accaduto conferma l’opportunità della mia segnalazione alla Regione: ho detto che le sbarre restano abbassate troppo a lungo, vanificando i nostri tentativi di snellire e alleggerire il traffico. Ciò dimostra però anche un altro aspetto: il sottopasso ferroviario è più che mai necessario». Sui tempi precisa: «La Regione ha annunciato l’avvio del cantiere per la Pedemontana. Auspico che a fine anno possa essere avviato quello per il sottopasso». Nella speranza che, nel frattempo, si metta mano anche alla qualità dei convogli.

 

A Cornuda un summit con amministratori e parlamentari, da Montebelluna e Castelfranco a Feltre. Il caso arriva in Senato

MONTEBELLUNA – Sindaci in rivolta per i disservizi del trasporto ferroviario. Convocati a Cornuda dal vicesindaco Claudio Sartor, sono arrivati amministratori comunali da Feltre, Montebelluna, Alano, Valdobbiadene, Vidor, Volpago, Caerano, Crocetta, Maser, Castelfranco (il sindaco Luciano Dussin), Pederobba. Con loro l’assessore provinciale ai trasporti Michele Noal, le senatrici Laura Puppato e Raffaela Bellot, il deputato Marco Marcolin. Sul banco degli accusati la Regione Veneto e Trenitalia. L’assessore Renato Chisso, invitato al summit di Cornuda, non si è fatto vedere e neppure ha mandato qualcuno al suo posto.

Non solo. «Non riusciamo ad avere un colloquio né con la Regione né con Trenitalia», ha affermato Claudio Sartor, «dicono che ad aprile sistemeranno, ma è troppo tardi. Abbiamo fatto documenti su documenti ma non abbiamo ottenuto niente».

E davanti a sé il vicesindaco di Cornuda aveva messo un grosso faldone pieno di richieste a Trenitalia e Regione sul trasporto ferroviario da oltre dieci anni a questa parte per giungere alla conclusione che il servizio è andato sempre più peggiorando anziché migliorare, e con l’orario cadenzato è andata ancora peggio. Vista la situazione, i sindaci ieri hanno deciso di stilare un documento e poi chiedere ancora una volta di incontrare l’assessore Chisso, affidando il ruolo di tramite con la Regione alla Provincia, che farà suo il documento dei sindaci e riunirà una commissione trasporti provinciali proprio a Cornuda. Inoltre le senatrici Puppato e Bellot presenteranno interrogazioni in Senato per chiedere stanziamenti per la linea Calalzo-Padova e Calalzo-Venezia, la terza peggiore d’Italia secondo il rapporto di Legambiente. Si è deciso che continueranno gli incontri tra sindaci e comitati dei pendolari per monitorare la situazione del trasporto ferroviario. Il tutto per cercare di dare una svolta ad un servizio lungo una linea di 155 chilometri, con 130 anni di vita diventata sempre più tribolata. Ma cosa conterrà il documento dei sindaci?. Il cahier de doléances è lungo e lo ha sintetizzato il vicesindaco di Cornuda. Era già fitto di disagi, ora, con l’orario cadenzato lo è ancora di più. Qualche esempio di disservizio? Il treno che parte da Castelfranco lo fa un paio di minuti prima che nelle scuole suoni la campanella di fine lezioni, così chi deve tornare a Montebelluna, Cornuda e nei comuni più a nord è costretto ad attende un’ora. È uno dei casi citati da Claudio Sartor che ne ha elencati molti altri: «I minori collegamenti diretti soppiantati da cambi di treno in stazioni e con materiali rotabili inadeguati per persone con limitata mobilità o bagagli voluminosi; spesso i cambi non sono coordinati, tanto che i tempi di permanenza fuori casa sono aumentati; e non ci si dimentichi degli utenti diretti a Vicenza, che devono aspettare più di mezz’ora per il cambio treno a Castelfranco; minor numero di treni in orari mattutini, serali e festivi che impattano sull’utilizzo da parte dei pendolari e l’assenza di treni in alcune fasce importanti per i pendolari; Il sovraffollamento di alcuni treni negli orari di punta».

Enzo Favero

 

«Con Trenitalia un patto iniquo»

L’associazione “Binari quotidiani” discute l’accordo: vantaggi solo per la società

CORNUDA – Da “Binari quotidiani”, associazione di pendolari che sta monitorando il trasporto ferroviario lungo la tratta Calalzo-Padova, un duro atto di accusa al contratto di servizio tra la Regione Veneto e Trenitalia. Secondo quanto detto dal rappresentante dei pendolari, il contratto di servizio favorisce troppo Trenitalia perché ci sono troppe clausole a suo favore.

Una riguarda i ritardi: viene calcolato solo alla stazione d’arrivo, «ma va calcolato anche alle fermate intermedie», dice Binari Quotidiani», invece cosa accade: che il treno arriva in ritardo a Cornuda, a Montebelluna, a Castelfranco, poi recupera da lì a Padova e figura che rispetta gli standard di puntualità. Poi prevede che non ci sia nessuna penalità in caso di ritardo o soppressioni per condizioni avverse.

Si aggiunga il fatto che i rimborsi sono fatti sotto forma di obbligo ad acquistare un altro biglietto e a Trenitalia la Regione fa uno sconto del 4% perché gestisca i rimborsi.

Poi la Regione deve pagare una penale nel caso di corse sottoutilizzate, ossia quando sono occupati meno del 20% dei posti disponibili.

Ma anche sulle piccolissime cose si vede come Trenitalia faccia quel che vuole. Avevo inviato una segnalazione alla Regione dove sollevavo un problema, la Regione l’aveva girata a Trenitalia a dicembre intimando di dare una risposta entro dieci giorni. Fino ad oggi non è arrivato nulla. Quindi si vede anche da una cosa banale quale ascolto dia Trenitalia alla Regione Veneto».

Ha fatto notare però la senatrice Laura Puppato: «Il più basso costo chilometrico stabilito per il trasporto regionale è quello del Veneto, segno che si vuole privilegiare il trasporto su gomma».

(e.f.)

 

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