C.S. Op.Zero 25/06/13 – La voce del padrone
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25
giu
2013
COMUNICATO STAMPA
Che i professionisti della politica istituzionale si avvalgano dell’arroganza per dissimulare l’ignoranza non è certo una novità. Che le argomentazioni strumentali a suffragio della loro incapacità di pianificare e rispondere alle richieste dei propri “sudditi” siano generiche, autoritarie e spesso volgari non sorprende ormai più di tanto. Ma è la solita debole strategia aggressiva di chi ha paura.
È quello che stanno rivelando le parole di Giancarlo Galan che difende scompostamente Piergiorgio Baita, da un lato, e Veneto City dall’altro. Rileviamo quantomeno la sagacia di accostare due argomenti che da mesi Opzione Zero denuncia come collusi e collegati a doppio filo: l’inchiesta Mantovani e l’ambigua operazione Veneto City. A quanto pare il tempo ci sta dando ragione e la puzza di bruciato ha evidentemente raggiunto anche le stanze romane.
Quello che invece continua a “sfuggire” alle interessate menti politiche nostrane sono alcuni dettagli, come il fatto che da oltre 10 anni nell’area produttiva che dovrebbe ospitare Veneto City non si sia più costruito un solo capannone, nonostante i PRG li prevedessero, e che il territorio veneto sia cementificato oltre l’11% e cosparso di edifici sfitti, in vendita o abbandonati. Che non vi sia alcuna necessità né alcuna domanda di nuovo edificato. Sfugge anche la recente sentenza del Consiglio di Stato (n. 6656/2012) che ribadisce una volta per tutte che non esistono i cosiddetti “diritti edificatori” e che “all’interno della pianificazione urbanistica debbano trovare spazio esigenze di tutela ambientale ed ecologica, tra le quali spicca la necessità di evitare l’ulteriore edificazione” e che “tenga conto delle potenzialità edificatorie dei suoli, non in astratto, ma in relazione alle effettive esigenze”, ma soprattutto che rivolga “una riflessione di futuro sulla propria stessa essenza, svolta per autorappresentazione ed autodeterminazione dalla comunità medesima, con le decisioni dei propri organi elettivi e, prima ancora, con la partecipazione dei cittadini al procedimento pianificatorio.”
I proditori inutili slogan che rimbalzano per bocca dell’antico “doge” destituito fanno rizzare i capelli… prima si fa e poi si disfa. Cioè prima si devasta, si cementifica, si impermeabilizzano i suoli e poi semmai ci si mette una pezza. Prima soffochiamo 220 mila abitanti con 70.000 auto in più al giorno e poi vedremo, intanto dreniamo i soldi dalle loro tasche con lo scherzetto del project financing, tanto sono “cretini e coglioni”… un attacco in piena regola alle economie, ai territori e ai cittadini che si difende rivendicando la propria vita e sovranità e il proprio diritto di opporsi.
La voce del padrone tuona, ma gli fanno eco soltanto le grida di esasperazione di un territorio stanco di essere vessato e a cui Opzione Zero darà fiato e forza.