Nuova Venezia – “Inasprire la legge sulla contraffazione per salvare il lavoro”
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9
nov
2014
Il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio ha proposto l’istituzione della “Carta di Mira” per la lotta ai prodotti falsi
MIRA «Da qui può partire una sorta di “Carta di Mira” per potenziare e inasprire la normativa contro la contraffazione a livello nazionale, tutelando il “made in Italy” e la qualità delle nostre produzioni e perciò anche l’occupazione». A dirlo ieri mattina è stato il vicepresidente della Camera dei Deputati Luigi Di Maio che ha partecipato al dibattito “La ricerca della legalità, viaggio intorno alla contraffazione”.
Di Maio ha sottolineato come in Veneto le associazioni di categoria siano decise a lottare contro la contraffazione che genera economia illegale e mafie. Sotto osservazione da tempo è, in Riviera, il mercato della calzatura. Un comparto che è sinonimo di qualità e grandi marchi. Ma la qualità è sempre più offuscata dalla presenza di laboratori clandestini cinesi che mettono a rischio la credibilità dei prodotti sui mercati esteri. Spesso parti delle scarpe che prevalentemente si vendono all’estero sono prodotte in queste aziende. In Veneto ci sono 2.646 aziende cinesi nel settore della moda, il 17% del totale. Il comparto in Riviera dà lavoro a oltre 11 mila persone, ha un fatturato di 1,7 milioni di euro e produce 20 milioni di paia di scarpe.
Siro Badon, presidente di Acrib, ha difeso le aziende del comparto. «Nel 2014 nel comparto della calzatura della Riviera», ha detto, «sono diminuite le ore di cassa integrazione e la richiesta di questo ammortizzatore sociale del 40%.È aumentato il fatturato. Ciò significa che è un settore in salute. Dal lato dei paletti che mettiamo ad alcune ditte fornitrici, i vincoli sono davvero stringenti e non permettono di servirsi di quelle che utilizzano manodopera in nero».
Ma per Matteo Ribon, responsabile regionale di Federmoda della Cna, le cose non filano per il verso giusto: «Non si può affidare ai blitz di Guardia e carabinieri il compito di garantire la legalità del sistema produttivo della Riviera. Perché l’accordo sottoscritto con Acrib sette mesi fa per un marchio “made in Riviera” è rimasto lettera morta?».
A tracciare un quadro inquietante in tema di prodotti contraffatti ci ha pensato il colonnello De Benedictis, comandante della Guardia di Finanza di Venezia. Fra i settori più colpiti dalla contraffazione ci sono l’agricolo e l’alimentare con il moltiplicarsi di prodotti “italian sound”, privi di qualità e che danneggiano produttori e tipicità italiane nettamente superiori.
Alessandro Abbadir
MIRA. «Per la valorizzazione del territorio della Riviera e dei suoi prodotti in occasione dell’Expo 2015, abbiamo fatto poco e in modo poco efficace. Altre aree si sono mosse per tempo. Arriveranno 500 mila persone il prossimo anno. In Riviera mediamente si calcola nel periodo clou dell’esposizione ci saranno 70 mila abitanti in più. Come intendiamo muoverci?». A lanciare il grido d’allarme è stato ieri il segretario dell’associazione artigiani “Città della Riviera del Brenta”, Franco Scantamburlo.
Lo stesso segretario ha anche sottolineato come si possa fare di più sulla trasparenza. «Solo incrociando i dati», ha detto Scantamburlo, «fra fatturato e dipendenti si possono capire molte cose. Il lavoro nero e gli atteggiamenti ambigui di certi imprenditori non sono impossibili da fermare. Basta lavorare in piena sinergia con le forze dell’ordine».