Gazzettino – Riviera. Nasce il marchio doc contro le falsificazioni
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24
mar
2015
MIRA – Oggi la consulta calzaturiera si riunisce per individuare l’ente certificatore della nuova “etichetta”
Lotta alla contraffazione e ai laboratori clandestini in Riviera: si riunisce oggi la consulta calzaturiera di distretto per individuare l’ente certificatore del Marchio Made in Riviera del Brenta.
Mentre la Guardia di Finanza continua a stanare laboratori clandestini, spesso mimetizzati in comuni abitazioni ma in grado di falsare le calzature delle griffes più famose da Gucci, a Louis Vuitton passando per Dior, Chanel e Fendi le organizzazioni di categoria ed i sindacati continuano nel contrastate questo fenomeno attraverso la certificazione.
«Le autorità competenti hanno svolto un buon lavoro – afferma Massimo Meneghetti della Femca Cisl – ma preoccupa il fatto che si è ancora lontani da una soluzione definitiva del fenomeno. Per questo dobbiamo proseguire nel lavoro fatto tra Organizzazioni Sindacali, Acrib, Confindustria, Cgia e Cna e strignere sui tempi di identificazione del nuovo soggetto certificatore per arrivare in tempi rapidi alla certificazione della filiera e dei prodotti realizzati nel distretto del Brenta».
Organizzazioni di categoria e sindacati lavorano da tempo, sin dall’estate scorsa, all’ideazione di un marchio di certificazione, che attesti la qualità ma anche la provenienza delle calzature. Oggi la consulta si riunirà per esaminare le proposte dei vari enti certificatori per scegliere il soggetto a cui affidare il lavoro tenendo conto degli obiettivi.
Il marchio Riviera infatti attesterà che i prodotti che si fregeranno della certificazione dovranno essere realizzati al 100% in Riviera, le singoli componenti del prodotto dovranno essere identificabili e rintracciabili in ogni punto della filiera produttiva ed i prodotti realizzati dovranno essere valutati anche a livello di minor impatto ambientale.
«Anche i processi produttivi andranno monitorati e documentati – aggiunge Meneghetti – e solo così potremmo certificare la qualità delle produzioni, di materiali e di processi di produzione, contrastando i laboratori clandestini e le falsificazioni».
Luisa Giantin