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Stop Orte-Mestre, tutti contro tutti

Imprenditori in agitazione per l’annunciata cancellazione dalle Grandi opere: «Così ci fanno chiudere»

Sindaci e imprenditori contestano la marcia indietro del Governo. Esultano gli ambientalisti

LA DEPUTATA M5S – Spessotto: «Ora il Governo deve ritirare il progetto»

OPZIONE ZERO «Scelta obbligata dopo l’inchiesta della Procura di Firenze»

DIETRO FRONT – La Orte-Mestre “esce” dalle opere considerate prioritarie dal Governo

C’erano cinquanta imprenditori ieri a Cavarzere, tutti infuriati perché il Governo si accinge a fare l’ennesima marcia indietro sulla nuova strada Orte-Mestre e, in particolare, sul tratto Mestre- Ravenna, ossia la Romea Commerciale. La certezza si avrà domani quando verrà approvato il Def, il documento di economia e finanza che riduce da 400 a 51 le opere infrastrutturali considerate necessarie per il Paese, abbassando da 380 a 76,3 i miliardi che servono a realizzarle.

La Orte- Mestre è tra le strade stralciate dal Def, proprio ora che chi la voleva aspettava l’apertura dei cantieri entro la fine dell’anno.

L’ex ministro dei Trasporti Maurizio Lupi appena poche settimane fa aveva ribadito che si trattava di un’opera strategica per l’Italia ma Lupi è stato costretto a dimettersi e la Procura di Firenze sta indagando su tutti i protagonisti del progetto. Il fatto è che il tira e molla sulla nuova strada lascia intatti i problemi delle aziende, isolate dal mondo, e la pericolosità della vecchia Romea.

Per questo ieri il presidente di Confindustria Venezia Matteo Zoppas ha incontrato gli imprenditori dell’area di Chioggia, Cavarzere e Cona, e il delegato di Confindustria alle Infrastrutture ha detto che, «ciò che ci amareggia ulteriormente, pur condividendo la necessità di una totale trasparenza degli appalti e di rispetto della legalità, è che si perde completamente un faticoso e complesso lavoro comune da parte delle imprese e degli enti locali coinvolti che aveva portato a risolvere molti dei nodi legati al tracciato e ai punti di accesso». Filippo Olivetti ha ricordato, infatti, che i sindaci di Chioggia, Giuseppe Casson, e Cona, Alberto Panfilio, assieme agli imprenditori «hanno ribadito la loro contrarietà e insoddisfazione per l’ennesimo stop. In particolare la tratta Mestre-Ravenna è una priorità e può rappresentare un’ opportunità di sviluppo economico, perché costituisce una cerniera di collegamento tra il Veneto e l’Emilia Romagna».

Sull’altro versante, anche Opzione Zero e tutte le organizzazioni della Rete nazionale Stop Or-Me, insistono sulla necessità di mettere in sicurezza la Romea «la cui pericolosità ha raggiunto livelli indegni e insostenibili». Però, allo stesso tempo, Rebecca Rovoletto, Lisa Causin e Mattia Donadel sostengono che la battaglia non è ancora vinta del tutto e che bisogna tenere alta la guardia perché «la decisione del Governo è quasi obbligata dopo l’inchiesta della Procura di Firenze, ma il premier Matteo Renzi pochi mesi fa aveva rimesso in pista la nuova strada inserendola nello Sblocca Italia. L’opera rimane tutt’ora inserita nella Legge Obiettivo e quindi potrebbe essere ripescata più avanti. Dobbiamo ottenerne la cancellazione definitiva».

Non a caso, ricordano i comitati contro la Orte-Mestre, proprio ieri il Governo ha chiesto e ottenuto il rinvio del voto sulla mozione parlamentare con la quale la deputata 5 Stelle Arianna Spessotto chiede il ritiro definitivo del progetto: «L’ennesima dimostrazione del tatticismo e dell’ambiguità che caratterizzano l’esecutivo e il partito del presidente del Consiglio, il solito Pd».

Elisio Trevisan

 

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