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Comunicato stampa No Inceneritore Fusina 06.01.2024

Inceneritore fanghi: i trucchi di ENI Rewind non incantano i comitati

Dopo lo stop di sei mesi imposto da migliaia di osservazioni presentate dai comitati, ENI Rewind è tornata alla carica sul progetto di inceneritore per fanghi, depositando numerose integrazioni nell’ultimo giorno utile, proprio a ridosso delle feste natalizie. Ora il procedimento entra nel vivo, la palla passa al comitato tecnico regionale per la valutazione ambientale, e poi alla conferenza dei servizi che dovrebbe pronunciarsi entro il 27 marzo, data di convocazione già ufficializzata.

Pochissimo il tempo per produrre le controdeduzioni per Enti e cittadini, solo 15 giorni dopo le restrizioni “antipartecipazione” introdotte dal Governo Draghi, ma il Coordinamento No Inceneritore Fusina, così come ISDE Medici per l’Ambiente e Medicina Democratica con un lavoro straordinario sono riusciti a trasmettere nuove e decisive osservazioni entro il termine del 2 gennaio.

Secco il commento degli esponenti dei comitati: “I trucchi di ENI Rewind non incantano chi non voglia lasciarsi incantare, certamente non noi. La “valanga” di integrazioni presentate e apparentemente impeccabili servono solo a confondere le idee a Enti e cittadini. Esaminati uno a uno, per ciascuno di questi documenti abbiamo dimostrato limiti e manipolazioni nelle nostre nuove osservazioni. La pericolosità dell’inceneritore per fanghi inquinati a due passi da Malcontenta rimane eccome, anzi i dubbi che avevamo ora diventano certezze, soprattutto sul tema PFAS. Ora attendiamo al varco Regione, Comuni di Venezia e Mira, e tutti gli altri enti interessati: li diffidiamo formalmente ad approvare un progetto che mette a repentaglio la salute dei cittadini e che produrrà sicuri impatti negativi sul territorio e sulla Laguna. Ci sono tutti i presupposti per applicare il Principio di Precauzione, se non lo faranno si assumeranno una responsabilità politica pesantissima, di cui dovranno rispondere”.

Il Coordinamento attacca soprattutto sul rischio PFAS: “ENI Rewind finalmente ammette che i fanghi di depurazione sono inquinati da PFAS, ma sostiene che i risultati di una sperimentazione commissionata a CNR e Politecnico di Torino, dimostrano come l’incenerimento di queste sostanze sarebbe sia sicuro ed efficace fino al 99,9%. Prima di tutto denunciamo il fatto che in merito alla ricerca, tra i documenti per il pubblico è stato resa disponibile solamente una sintesi elaborata dal proponente, ma non i rapporti ufficiali dei due istituti. Questi li abbiamo avuti solo il 2 gennaio a seguito di richiesta accesso atti. Il motivo di questa “secretazione” è presto detto: in questi documenti viene letteralmente demolita ogni certezza sull’incenerimento dei PFAS. In particolare secondo il CNR, e secondo molti studi citati, è impossibile determinare come si comportano realmente i PFAS in un inceneritore, né tanto meno sapere come si ricombinano e quanto pericolosi siano i frammenti di queste molecole (PIC); certamente per degradare molti PFAS ci vogliono temperature molto alte (oltre 1000 °C o anche 1400°C), ma gli inceneritori normalmente funzionano a temperature più basse (850-900 °C). Si scopre poi che non solo non esistono limiti normativi sulle emissioni gassose di PFAS (appiglio al quale vorrebbe attaccarsi la società), ma non esistono nemmeno standard ufficiali per fare le misurazioni.

Ma non è tutto perchè le prove sperimentali sono state effettuate solo a scala di laboratorio bruciando pochi grammi all’ora in condizioni controllate, situazione non certo paragonabile a quella su scala reale in cui si prevede di bruciare 190.000 ton/anno di fanghi”.

Infine è da sottolineare un possibile conflitto di interessi visto che campionamenti e analisi nel corso della sperimentazione, sono state effettuate non dal CNR, ma da un laboratorio privato, Labanalisys Srl, società del gruppo Labanalisys a cui ENI Rewind è legato a livello societario”.

Altrettanto dure le repliche dei comitati su altri aspetti importanti come ad esempio la VIS (Valutazione di impatto sanitario): “Da quanto leggiamo nella relazione sembra che a Marghera, Malcontenta e Mira tutto sommato non ci siano problemi particolari di salute rispetto alla media in Veneto. La realtà che conosciamo parla di una situazione ben diversa, e del resto proprio lo studio SENTIERI condotto dall’Istituto Superiore di Sanità conferma che la mortalità per cause ambientali è ben più alta. Inoltre lo studio non ha preso in considerazione l’impatto dei PFAS, nonostante l’impianto sia pensato proprio per smaltire queste sostanze, e nonostante siano sicure le emissioni in aria e in acqua. Del resto lascia pensare che il primo firmatario della VIS sia tale Paolo Boffetta, è un ricercatore noto alle cronache per aver ricevuto in passato incarichi da diverse industrie inquinanti, tra cui proprio ENI e anche ILVA di Taranto”.

Sono comunque molte altre le lacune e i limiti rilevati dai comitati sullo Studio di Impatto Ambientale: dalla sottostima dell’inquinamento atmosferico e idrico, alla incompatibilità urbanistica e paesaggistica (scandaloso a questo proposito il benestare della Sopraintendenza nonostante il vincolo), alla valutazione farlocca dell’impatto dal punto di vista climatico, alla sottovalutazione della vulnerabilità dell’impianto a eventi estremi e incidenti rilevanti, alla per finire con la sottovalutazione degli impatti sulle zone SIC-ZPS e con l’assenza pressoché totale di misure di compensazione e mitigazione.

Per questi motivi il Coordinamento annuncia che: “Se ENI Rewind arriva alla conclusione paradossale che un inceneritore di fanghi di questa portata non avrebbe alcun impatto significativo per l’ambiente e per la salute, con tutte le nostre osservazioni abbiamo dimostrato agli enti competenti che vale esattamente il contrario. Ma visti i precedenti, non ci fermeremo certo qui, e annunciamo fin da oggi e nei prossimi mesi metteremo in campo una campagna di mobilitazione dura e serrata e il boicottaggio di ENI, perchè questo progetto pericoloso e insostenibile deve essere stroncato

 

Coordinamento No Inceneritore Fusina: Comitato Opzione Zero, Medicina Democratica, Assemblea contro il rischio chimico Marghera, Malacaigo, Ambiente Venezia, Ecoistituto Alex Langer, Eddyburg, Cobas, Società della cura Venezia, Quartieri in Movimento, Mira 2030, FFF Venezia-Mestre, Forum dell’Aria, Comitato Difesa Ambiente e Territorio Spinea, Marghera Libera e Pensante, WWF Venezia, Comitato No Grandi Navi, Associazione Valore Ambiente, Associazione APIO onlus, Coordinamento associazioni ambientaliste Mares Mogliano, Associazione Progetto Nascere meglio Mestre, Casa del Popolo Cà Luisa, Movimento Decrescita Felice – circolo di Venezia- Movimento PFAS-Land, Comitato Tutela Ambiente e Salute Malcontenta

 

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