Sabato 16 Novembre – Manifestazione Romea sicura subito – No autostrada
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13
nov
2013
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SERVIZIO TV ANTENNA TRE
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Articolo Nuova Venezia – Flash mob contro la Nuova Romea
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Articolo Gazzettino – Romea bis, prima protesta
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SABATO 16 NOVEMBRE
MANIFESTAZIONE ROMEA SICURA SUBITO – NO AUTOSTRADA
appuntamento presso rotonda PANSAC a Mira ore 9
NO AUTOSTRADA ROMEA
NON CI SERVE UN’ALTRA AUTOSTRADA
MA UNA ROMEA SICURA SUBITO
Il Governo Letta con la complicità del Presidente Zaia e dell’assessore Chisso ha appena approvato il progetto preliminare della Orte-Mestre (Romea Commerciale), una nuova autostrada che corre in parallelo alla Romea fino a Ravenna, da qui fino a Cesena e poi a Orte seguendo per molti tratti il tracciato della E-45.
LA NUOVA AUTOSTRADA
E’ TOTALMENTE INUTILE: i livelli di traffico giornalieri sulla statale sono bassissimi (ca. 15.000 veicoli/giorno), non giustificano una nuova autostrada. Non risolve il problema della sicurezza sulla Romea perché il progetto non prevede la messa in sicurezza della statale. Tutti i soldi saranno succhiati dall’autostrada e per la manutenzione rimarranno solo briciole, inoltre i camion, per non pagare pedaggi carissimi, continueranno a transitare sulla strada normale
E’ DISTRUTTIVA: lunga 396km, attraversa 5 Regioni distruggendo territori, campagne e ambienti di pregio come la Riviera del Brenta, il Delta del Po, le Valli di Comacchio, intere vallate dell’Appennino. Provoca un enorme consumo di suolo, aumento di frane e alluvioni, inquinamento atmosferico
REGALA MILIARDI A BANCHE E SPECULATORI: 1,4 miliardi di euro li metto lo Stato come sgravi fiscali ai gestori. 8,2 Meuro li “anticipano” banche e imprese con il trucchetto del Project Finacing: in pratica i privati dovrebbero ripagarsi incassando pedaggi per 50 anni, ma si sa già che il traffico sarà insufficiente, quindi il debito sarà saldato con soldi pubblici. 10 miliardi di euro che i cittadini dovranno pagare con più tasse e tagli ai servizi pubblici.
LE ALTERNATIVE CI SONO E COSTANO MENO
SI POSSONO FARE SUBITO RIDUCENDO L’IMPATTO AMBIENTALE
1 Mettere in sicurezza subito la Romea e la E-45. La spesa sarebbe di centinaia di milioni non miliardi di euro.
2 Deviare i TIR sull’autostrada Padova-Bologna attraverso il raccordo Ravenna-Ferrara. Eventualmente potenziare la A-13.
3 Valorizzare la Romea trasformandola in strada turistica
4 Spostare le merci dalla gomma alla rotaia e al ferro. L’Europa chiede questo, e infatti con il nuovo corridoio Adriatico-Baltico, sta finanziando il potenziamento della linea ferroviaria Ravenna-Bologna-Padova-Venezia- Trieste per dare sfogo ai porti e agli interporti dell’alto Adriatico via rotaia
5 Investire sul trasporto pubblico locale invece che in nuove autostrade
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Nuova Venezia – Pronti al flash mob sulla Romea.
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13
nov
2013
Si amplia il fronte dei contrari al progetto di autostrada a pagamento. Sabato scatta la protesta
MIRA – Comitati pronti alla protesta sulla statale 309 contro la realizzazione della Nuova Romea il cui progetto preliminare è stato approvato al Cipe. Sarà un flash mob promosso dai comitati “Opzione zero”.
«Ci troveremo nei pressi della rotonda Pansac» spiega il presidente Mattia Donadel «Una manifestazione che vuol essere una prima risposta alla Romea commerciale e poi anche un invito a mettere in sicurezza l’attuale Romea».
I comitati sono convinti che alla fine si propenderà per l’innesto a Roncoduro cioè in mezzo alla Riviera del Brenta.
«In un momento successivo» anticipa Donadel «non escludiamo manifestazioni di protesta sul Naviglio e sulla Brentana fra Dolo e Mira, nel punto in cui dovrebbe passare la Commerciale».
Intanto arrivano subito adesioni da parte dei partiti alla manifestazione. «Siamo pronti a scendere in strada con i comitati il 16 novembre» dicono il segretario di Sel di Mira Paolo Dalla Rocca e l’esponente Francesco Vendramin «Con i nostri militanti protesteremo contro il mostro della Romea commerciale. Siamo pronti a fare anche cortei sulla Romea a Mira e Campagna Lupia».
Sel fa anche un appello al Pd: si schieri come noi senza se e senza ma contro il cemento.
«Come i comitati e come il Movimento 5 stelle» spiegano gli esponenti di Sel «siamo pronti a organizzare presidi in strada per fermare quest’opera che devasterà il territorio. Chiediamo però anche alle altre forze politiche come il Pd della Riviera di seguire posizioni coerenti. Il Pd dica no ad un’opera che distruggerà l’ambiente».
Per i comitati e Sel la Romea commerciale è un’opera inutile, che non serve a niente visto che i dati del traffico commerciale dal 2008 con la crisi sono crollati di un 30%.
Per i comitati oltre al miliardo e mezzo di sconto fiscale, anche gli altri 8,5 miliardi che la Gefip Holding, società proponente capitanata dall’europarlamentare del Pdl Vito Bonsignore dovrebbe anticipare, finiranno per essere pagati dalla cittadini.
Critiche vanno ai sindaci di Pianiga Massimo Calzavara e di Dolo Maddalena Gottardo.
«Fanno ridere» attacca Vendramin «Dicono sì alla Romea commerciale ma solo nei comuni degli altri. Stiano tranquilli i loro cittadini. Nonostante i loro sindaci, lotteremo per fermare l’opera anche nel caso in cui si scegliesse l’innesto a Roncoduro».
Alessandro Abbadir
Antenna Tre – Comitati e sindaci contro la Romea Commerciale
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10
nov
2013
Nuova Venezia – Nuova Romea, pronti i blocchi.
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10
nov
2013
I comitati: «Faremo come in Val di Susa». Ricorso al Tar
«Blocchi stradali come in Val di Susa»
I comitati Opzione Zero contro l’autostrada Mestre-Orte: ricorso al Tar e manifestazioni, la prima sabato 16 sulla Romea
MIRA «Fermeremo la Romea Commerciale con azioni di protesta, se necessario bloccando anche l’attuale Romea con manifestazioni come in Val di Susa. Faremo ricorsi legali, cercheremo in tutti i modi di fermare questo mostro che divorerà il territorio veneto e che non ha alcuna ragione di esistere. Siamo pronti ad un flashmob sulla statale 309 già il 16 novembre».
È la dichiarazione di guerra che fanno i comitati Opzione Zero alla notizia che il Cipe ha approvato il progetto preliminare della Romea Commerciale. I sindaci dei Comuni della Riviera interessati ai due possibili tracciati invece si dividono. L’opera, che dovrebbe partire proprio da questo tratto, dovrebbe cominciare con la posa della prima pietra nel 2015. Per i comitati è un’opera inutile voluta dall’assessore Renato Chisso e che non serve a un bel niente, visto che i dati del traffico commerciale dal 2008 con la crisi sono crollati del 30%.
«È incredibile», spiegano per i comitati Mattia Donadel, Rebecca Ruvoletto e Lisa Causin, «come l’approvazione del progetto preliminare della Orte-Mestre arrivi proprio a pochi mesi dall’approvazione da parte della Commissione Europea del nuovo Corridoio Baltico-Adriatico, una connessione che dovrebbe mettere in relazione via ferrovia i porti dell’Alto Adriatico con il nord Europa, seguendo la linea Ravenna, Bologna, Padova, Venezia, Trieste. Un progetto per il quale sono previsti ingenti finanziamenti europei e che seppellisce definitivamente ogni marginale utilità della Romea Commerciale.
Che la Orte-Mestre faccia parte delle reti paneuropee è falso. Con l’approvazione del progetto preliminare della Orte-Mestre Zaia e Chisso si rendono corresponsabili, con il ministro Maurizio Lupi e il presidente del Consiglio Enrico Letta, non solo della devastazione ambientale di quattro regioni, ma anche di un’operazione pericolosa per i conti pubblici: oltre al miliardo e mezzo di sconto fiscale, anche gli altri 8,5 miliardi che la Gefip Holding, società proponente capitanata dall’europarlamentare del Pdl Vito Bonsignore, dovrebbe anticipare, finiranno per essere pagati dai cittadini.
Lo dimostra il fatto che ad oggi non esiste un piano economico-finanziario che attesti la sostenibilità dell’opera, e pure le stime sui flussi di traffico previste appaiono inattendibili e sovrastimati. Quindi se i pedaggi (inevitabilmente elevatissimi) non saranno in grado di garantire il rientro degli investimenti sarà lo Stato a dover restituire i soldi alle banche tassando i cittadini e tagliando servizi essenziali».
I comitati “Opzione Zero” sono pronti a dare battaglia sia con mobilitazioni popolari e azioni di disturbo che puntano a rallentare i lavori sia con azioni legali: «Opzione Zero», dice Donadel, «ha chiesto l’immediata convocazione di una riunione della Rete Nazionale Stop Orte-Mestre per coordinare le iniziative di protesta lungo il tracciato e per approntare il ricorso al Tar. Il modello di protesta a cui ci ispiriamo è quello della Val di Susa, anche se le differenze con quel territorio sono tantissime».
Alessandro Abbadir
I SINDACI
No da Mira, sì Dolo e Pianiga ma niente innesto a Cazzago
CAMPAGNA LUPIA – Sindaci divisi sull’ultimo tratto del tracciato della Romea commerciale, cioè sull’innesto. I Comuni in Riviera del Brenta interessati dall’opera sono Dolo, Pianiga, Mira e poi anche il Comune di Venezia nel territorio della Municipalità di Marghera. Il sindaco di Campagna Lupia Fabio Livieri resta alla finestra: «Per la frazione di Lova sembra confermato il passaggio in tunnel, la soluzione meno impattante. Resta da capire dove si innesterà l’opera con il Passante».
A dire sì all’opera ma no all’innesto a Roncoduro, cioè a Cazzago di Pianiga passando per Dolo, sono i sindaci di Dolo Maddalena Gottardo e quello di Pianiga Massimo Calzavara: «Con il sindaco di Dolo», spiega Calzavara, «abbiamo sempre detto che si trattava di un’opera utile, ma siamo sempre stati contrari all’innesto a Roncoduro , cioè in mezzo alla Riviera del Brenta, attraverso Sambruson e poi il Naviglio. Questa ipotesi che pareva certa ora non lo sembra più, e resta in piedi anche l’altra possibilità, cioè che il tracciato corra dritto da Lughetto di Campagna Lupia fino a Marghera».
Contrario a questa soluzione e in toto alla Romea Commerciale, il Comune di Mira con il sindaco Alvise Maniero, per il quale la Romea Commerciale è un’opera inutile, servirebbe invece la messa in sicurezza dell’attuale Romea.
«Questi progetti», spiega il presidente della commissione territorio e urbanistica di Mira, Andrea Pesce, «è sotto assedio da mega progetti calati dall’alto, che producono solo distruzione del territorio e cementificazione. A questa logica diciamo no».
Promette battaglia anche Valdino Marangon, delegato ai Lavori pubblici della Municipalità di Marghera: «Se pensano di far passare l’innesto della Romea Commerciale su Giare, Oriago, Malcontenta e Marghera», dice Valdino Marangon, «la gente farà le barricate».
(a.ab.)
Gazzettino – Nuova Romea, la Riviera non ci sta
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10
nov
2013
GRANDI OPERE – I comitati sono già sul piede di guerra: «Pronti a manifestare»
Mira, Claut chiede alle amministrazioni coinvolte di fare fronte comune per bloccarla
L’APPELLO DELL’ASSESSORE MIRESE «Serve una posizione unica e condivisa»
«Proponendo una soluzione alternativa univoca, di messa in sicurezza della Romea e di riqualificazione del territorio otterremmo di più»
CONGESTIONATA il traffico sulla strada Romea. Si chiede la sua messa in sicurezza
Istituzioni e comitati si muovono contro la nuova Mestre-Orte. «Non c’era alcuna necessità di una nuova Romea – attacca Luciano Claut assessore all’Urbanistica del Comune di Mira – È urgente invece la messa in sicurezza dell’attuale Romea e solo con una posizione condivisa potremmo ottenerla».
La posizione è condivisa dal sindaco Alvise Maniero e dal gruppo del Movimento 5 Stelle a Mira. Claut rincara la dose:
«Con i volumi di traffico attuali non c’era alcuna necessità nel realizzare 400 chilometri di strada nuova. Il problema reale è la messa in sicurezza del tratto dell’attuale Romea da Chioggia in su che registra quotidianamente incidenti anche gravi. Inoltre se la nuova Mestre-Orte sarà a pagamento il traffico lungo l’attuale Romea rimarrà».
Per l’assessore serve un fronte comune tra i 14 Comuni coinvolti nell’ultimo tratto del tracciato: «Oggi ogni Comune cerca di scaricare il tracciato sull’altro territorio mentre invece proponendo una soluzione alternativa univoca, di messa in sicurezza dell’attuale Romea e di riqualificazione del territorio potremmo ottenere di più».
A Dolo il gruppo consiliare di opposizione Il Ponte si dice preoccupato: «Noi, cittadini localmente coinvolti, siamo come sempre inascoltati – dice Emilio Zen – Volano per un rilancio dell’economia sono anche le opere pubbliche? Impegniamoci a migliorare la viabilità esistente, con attenzione al pendolarismo, alle arterie di utilizzo normale, ai percorsi per l’utenza debole. Questo è necessario, non le mega-opere ad impatto devastante. A questo punto è necessario riprendere megafoni e bandiere».
Opzione Zero parte all’attacco: «La Orte-Mestre, come Tav e Mose, è un mostro pronto a divorarsi non solo i territori, ma anche la salute dei cittadini e denari pubblici. Con l’approvazione del Progetto preliminare Zaia e Chisso si rendono corresponsabili, con il ministro Maurizio Lupi ed il presidente del Consiglio Enrico Letta, non solo della devastazione ambientale di ben 4 Regioni, ma anche di un’operazione molto pericolosa per i conti pubblici. Ci venga almeno risparmiata ora la guerra tra poveri su dove far passare la nuova autostrada. Si faccia fronte comune per respingerla. Se le istituzioni locali si schierano con nettezza tutto è possibile: la Val di Susa insegna».
Luisa Giantin (hanno collaborato Gialuigi Dal Corso e Lino Perini)
C.S.Op.Zero 08/11/13 – Romea Commerciale: un giorno Nefasto
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8
nov
2013
COMUNICATO STAMPA
“Un buon Giorno” per il Veneto questo è stato il pensiero del Governatore Luca Zaia alla notizia dell’Approvazione del Progetto preliminare della “Romea Commerciale” da parte del CIPE, dimostrando per l’ennesima volta la sua ipocrisia nel dichiarare che “Nel Veneto si è costruito troppo, non possiamo continuare così. È necessario fermarsi”, o nel dimostrare la sua solidarietà pelosa a Don Albino Bizzotto che solo pochi settimane fa denunciava lucidamente nelle sedi regionali la situazione di devastazione del territorio regionale.
In realtà si tratta dell’ennesimo “GIORNO NEFASTO” – dichiarano i portavoce del Comitato Opzione Zero – “La Orte-Mestre, come la TAV e come il MOSE, è un mostro pronto a divorarsi non solo i territori, ma anche la salute dei cittadini e denari pubblici.”
In tutta Italia le inchieste della magistratura stanno mettendo in luce tutto il marcio che si nasconde dietro alle “grandi opere” e al sistema del project financing. Nel Veneto, dopo anni di denunce da parte dei comitati, le inchieste sul sistema “Baita” e sul MOSE hanno finalmente svelato la mappa del potere della “cricca veneta del cemento”, e se chi ha amministrato la Regione da vent’anni a questa parte non è ancora stato toccato da provvedimenti giudiziari, ciò non toglie che ci siano responsabilità politiche pesantissime da parte di personaggi come Giancarlo Galan, Luca Zaia e Renato Chisso. La Giunta Regionale dovrebbe dimettersi in blocco.
Con l’approvazione del Progetto preliminare della Orte-Mestre Zaia e Chisso si rendono corresponsabili , con il Ministro Maurizio Lupi ed il presidente del Consiglio Enrico Letta, non solo della devastazione ambientale di ben 4 Regioni, ma anche di un’operazione molto pericolosa per i conti pubblici: infatti oltre al miliardo e mezzo di sconto fiscale, anche gli altri 8,5 miliardi che la GEFIP Holding, società proponente capitanata dall’europarlamentare del PDL Vito Bonsignore (risulterebbe implicato nello scandalo CARIGE nell’inchiesta della Guardia di Finanza e Procura di Genova a seguito delle relazioni degli ispettori della Banca d’Italia), dovrebbe anticipare finiranno per essere pagati dalla cittadini. Lo dimostra il fatto che ad oggi non esiste un piano economico finanziario che attesti la sostenibilità dell’opera , e pure le stime sui flussi di traffico previste appaiono inattendibili e sovrastimati. Quindi se i pedaggi (inevitabilmente elevatissimi) non saranno in grado di garantire il rientro degli investimenti sarà lo Stato a dover restituire i soldi alle banche tassando i cittadini e tagliando servizi essenziali.
Ed è incredibile come l’approvazione del progetto preliminare della Orte-Mestre arrivi proprio a pochi mesi dall’approvazione da parte della Commissione Europea del nuovo Corridoio Baltico-Adriatico, una connessione che dovrebbe mettere in relazione via ferrovia i Porti dell’Alto Adriatico con il nord Europa, seguendo la linea Ravenna, Bologna, Padova, Venezia, Trieste. Un progetto per il quale sono previsti ingenti finanziamenti europei e che seppelisce definitivamente ogni marginale utilità della “Romea Commerciale”. Che la Orte-Mestre faccia parte delle reti paneuropee TENT-T è falso (vedi immagine).
L’ennesima dimostrazione come questo tipo di opere sono prioritarie solo ed esclusivamente per la lobby mafiose del cemento e per quei politici che ne promuovono la realizzazione.
Opzione Zero ha richiesto l’immediata convocazione di una riunione della Rete Nazionale Stop Orte-Mestre per coordinare le iniziative di protesta lungo il tracciato e per approntare il ricorso al TAR.
Recommon.org – La Cassa Depositi e Prestiti tiene la bocca chiusa sul Passante di Mestre.
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31
ott
2013
[di Antonio Tricarico]
Sollecitati da Opzione Zero che si batte contro la devastazione dei territori tra le province di Padova e Venezia, Re:Common ha recentemente fatto richiesta alla Cassa depositi e prestiti di accesso agli atti concernente il prestito concesso alla società CAV, che gestisce il famigerato Passante di Mestre. Società pubblico-privata nata per la gestione del Passante e l’accollo dei costi che ANAS S.p.A ha sostenuto inizialmente per la sua costruzione, un debito che oggi ammonta a quasi un miliardo di euro.
La richiesta fa seguito a un’altra inviata mesi fa alla Banca Europea per gli Investimenti, che ha prestato 350 milioni di euro alla Cdp che ha intermediato il prestito poi concesso a CAV (il trasferimento è avvenuto nell’aprile 2013, con una commissione di 8,2 milioni di euro a carico di CAV), secondo uno schema di scatole cinesi che rende sempre meno tracciabile e controllabile l’utilizzo dei fondi pubblici di queste istituzioni.
La Cdp non ha tardato a rispondere (ecco la risposta), in maniera tranchante, escludendo che l’associazione di promozione Re:Common abbia la legittimità per fare una tale richiesta di accesso ad atti.
Modestamente ci siamo rivolti a dei parlamentari – chi più di loro rappresentano il popolo sovrano – che prontamente hanno presentato una richiesta analoga su carta intestata della Camera dei Deputati (qui la richiesta) .
La solerte Cdp anche in questo caso non ha tardato a rispondere, negando, anche se in maniera più garbata, l’accesso agli atti (ecco la risposta).
E’ legittimo chiedersi a questo punto chi avrebbe il diritto in Italia di conoscere cosa Cdp finanzia in concreto – oltre i suoi azionisti in senso stretto, ovvero il Ministero dell’Economia e 65 fondazioni bancarie, se almeno a loro è permesso sapere dall’onnipotente Presidente della Cassa Franco Bassanini.
Difficile che sia concesso di saperlo ai risparmiatori postali (24 milioni di italiani), d’altronde loro forniscono “soltanto” 235 miliardi di euro (!) alla Cassa accettando un tasso lordo del 2 per cento – forse visti come dei benefattori coglioni dai vertici della Cassa.
Non alla società civile nelle sue forme organizzate e che rappresentano un interesse pubblico diffuso.
Non al Parlamento, che sì è sovrano, ma chiacchiera troppo e poco fa (a parte i decreti del fare convertiti in legge sotto i diktat di Bruxelles).
Non agli stessi (presunti) beneficiati dei prestiti, tipo le piccole e medie imprese, che i mutui non li ottengono come certificato dalla Banca d’Italia, ma che per le banche intermediarie, a cui presta la Cdp, invece ottengono ciò che vogliono. Non pensiamo neanche di concepire che gli enti locali, che sempre meno ottengono i mutui della Cdp, per altro a tassi oramai di mercato, abbiamo diritto a sapere.
Insomma, non disturbate i manovratori di Cdp che “fanno crescere l’Italia”, come recita il loro nuovo slogan. Perché chiedere di sapere, se va tutto bene?
D’altronde esiste soltanto un’indagine della magistratura in corso sulla corruzione legata agli appalti delle Grandi Opere in Veneto che ha coinvolto in pieno una delle società, la Mantovani SpA, protagonista nella costruzione del Passante di Mestre, ed è chiaro che da mesi i vertici si spendono perché quel miliardo di debito venga rifinanziato con il perverso meccanismo dei “project bond” promossi da Bruxelles e dalla Banca europea per gli investimenti, che con il loro intervento puntano a migliorarne il rating e rivenderlo ai fondi pensione e agli investitori istituzionali.
Ma le resistenze sono molte a Bruxelles: seppure il meccanismo sia pensato per “rilanciare” progetti economicamente e finanziariamente non sostenibili in tutta Europa, sembrerebbe che la situazione di CAV sia troppo disastrata anche per questo…
In maniera socratica, possiamo tutti dire che quando si parla di Cdp “sappiamo di non sapere”.
Seminiamoli – sabato 12 ottobre 2013 – Veneto City
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14
ott
2013
Giornata nazionale per la difesa dei territori e dei Beni Comuni
Azione di semina collettiva di grano nei pressi di Veneto City…
perché dalla terra viene il pane , dal cemento solo fame.
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Cliccare qui per leggere l’articolo de La Nuova di Venezia e Mestre: Grano sulla terra di Veneto City
Servizio del TG3 Rai Veneto
Servizio Multimediarecords
Servizio Rete Veneta
Altro video
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Si è svolta ieri l’occupazione temporanea di uno dei campi incolti su cui dovrebbe sorgere Veneto City.
E’ stata una giornata bella e importante, ricca di contenuti e convivialità.
Con un centinaio di persone, uomini donne e bambini, ci siamo presi cura della terra; l’abbiamo dissodata e lavorata, abbiamo seminato, piantato carpini e noccioli, infine posto dei colorati “guardiani” a difesa del futuro raccolto. E come sempre abbiamo festeggiato assieme!
E’ impressionante recarsi sul posto e rendersi fisicamente conto dell’estensione di questo insediamento, vedere con i propri occhi cosa sono oltre un milione di metri quadrati di territorio agricolo.
E’ impressionante constatare con quanta facilità si perde terreno buono e fertile in operazioni immobiliari torbide, inutili e dannose.
E’ impressionante vedere in quanto poco tempo una vasta area agricola diventa vittima di degrado e abbandono.
Il senso di questa giornata, che ha visto manifestazioni in tutta Italia, voleva essere uno stimolo e un monito affinché tutte e tutti – e una volta per tutte – capiamo che la terra serve a produrre cibo, ossigeno, sicurezza, salute, biodiversità, bellezza e paesaggio. La terra è uno dei beni comuni fondamentali, è tutelata dalla Costituzione e non può essere una qualsiasi merce in mano alla speculazione fondiaria ed edilizia di pochi affaristi.
Per questa bellissima esperienza, vogliamo ringraziare di cuore:
le cittadine e i cittadini maggiorenni e minorenni che sono stat@ con noi
Mani Tese di Mestre
Legambiente Riviera del Brenta
Movimento per la Decrescita Felice di Venezia
Rete Genuino Clandestino di Venezia
Azienda Donna Gnora
Spiazzi Verdi di Venezia
Azienda Pecore Ribelli
Azienda Bronte
Coltivar Condividendo di Feltre
El Forno a Legna
Arino Solidale
Comitato No Grandi Navi
Comitato Contro il Rischio Chimico di Marghera
Comitato No TAV di Mestre
i ragazzi del Teatro Marinoni
l’Osteria dai Kankari con la grande Moira
Movimento Mira 2030
i ragazzi del nuovo orto condiviso di Mestre
un giovane amico che ha costruito il suo personalissimo spaventapasseri
Andrea Semplici e Daniela Scapin
il meraviglioso scuolabus giallo pieno di bimbi con gli occhi sgranati
i rappresentanti di varie formazioni politiche
tutte e tutti i cucinieri e rifocillatori
e naturalmente le/gli attivist@ di Opzione Zero.
Gazzettino – Assalto a colpi di zappa contro Veneto City.
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13
ott
2013
PIANIGA – Manifestazione ieri mattina nell’area dove sorgerà la torre da 80 metri
Colpi di zappa contro Veneto City
«La terra è un bene comune, vogliono distruggerla per creare un mostro»
I manifestanti hanno vangato il terreno e seminato il grano
Occupazione temporanea e pacifica di una cinquantina di persone ieri mattina di un fazzoletto di terreno in via Cainello 11, dove dovrebbe sorgere la torre di 80 metri del progetto di Veneto City. Una dimostrazione denominata “Seminiamoli” voluta dal comitato Opzione Zero a cui hanno aderito anche “No Grandi Navi”, l’assemblea contro il Rischio chimico di Marghera e le associazioni Mani Tese, Mira 2030, Legambiente Riviera, Movimento per la decrescita felice, piccole aziende del mondo agricolo come la Rete Veneziana di Genuino Clandestino ed i coltivatori ortofrutticoli di Feltre.
Bandiere, striscioni dal titolo chiaro. «Veneto City: tanto fumo poco arrosto», «Chi semina strade raccoglie traffico», »Sotto la neve pane, sotto il cemento fame».
Armati di vanga ed arnesi agricoli, i manifestanti hanno diserbato il campo, vangato e seminato il grano, poi sono stati sistemati spaventapasseri e striscioni.
Rebecca Rovoletto di Opzione Zero ha commentato: «Una dimostrazione che serve anche per renderci conto delle dimensioni dello spazio che dovrebbe occupare Veneto City. Rivendichiamo la terra intesa come bene comune. Veneto City significa la distruzione di oltre 1 milione di metri quadrati di terreno agricolo».
Il presidente Mattia Donadel ha aggiunto: «In questa zona, dopo la vendita a Veneto City, c’è il degrado e più passa il tempo e peggio sarà. Con la crisi si torna a lavorare la terra ma se ce la tolgono producono solo effetti devastanti».
Presente anche Aldo Zevi del Movimento per la Decrescita Felice di Padova: «Siamo qui per solidarietà e per la difesa del territorio».
Alfio Pieretti di Mira 2030: «In dieci anni sono sparite due regioni italiane per la cementificazione selvaggia. Siamo qui a protestare per il futuro dei nostri figli».
Stefano Giorgietti di Mani Tese: «Noi difendiamo gli stili di vita. Un tempo ci dedicavamo alla difesa dei territori del terzo mondo ora dobbiamo pensare anche ai territori di casa nostra. La terra va difesa dalla speculazione edilizia».
Lino Perini
Nuova Venezia – Grano sulla terra di Veneto City.
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13
ott
2013
Pianiga. La manifestazione di Opzione Zero e degli altri comitati ambientalisti
PIANIGA – Un centinaio di persone ieri mattina ha partecipato alla manifestazione “Seminiamoli”, organizzata dai comitati Opzione Zero contro Veneto City in occasione della giornata nazionale in difesa dei territori e dei beni comuni.
«Abbiamo voluto seminare di grano e altre erbe utili all’uomo il campo in cui sarà costruita la torre di Veneto City più alta», spiega Mattia Donadel, portavoce del comitato Opzione Zero, «la semina collettiva di grano proprio nei pressi di Veneto City è stata voluta per ribadire che dalla terra viene il pane, dal cemento solo fame».
Nel campo che è stato arato e seminato sono stati piazzati anche degli spaventapasseri per evitare che proprio gli uccelli vadano a mangiare le sementi appena sparse».
Alla mobilitazione hanno partecipato altri comitati della provincia come i No Grandi Navi o l’Assemblea contro il rischio chimico di Marghera, ma anche associazioni come Mani Tese, Mira 2030, Legambiente Riviera, associazioni e piccole aziende del mondo agricolo come la Rete Veneziana di Genuino Clandestino: per l’occasione nonostante la pioggia hanno allestito uno spazio per lo scambio autogestito di prodotti biologici e solidali.
«È stata un’occasione importante», ha detto Rebecca Rovoletto, del comitato Opzione Zero, «per unire finalmente i movimenti che si battono per la difesa dei territori».
A vigilare che tutto si svolgesse nel rispetto dell’ordine pubblico c’erano carabinieri e vigili urbani.
Alessandro Abbadir
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