Gazzettino – Fosso’. Ecolando, patteggiano in due.
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30
gen
2015
FOSSÒ – I titolari della società erano accusati di traffico illegale di rifiuti
Tiziano e Nicola Lando concordano la pena di 9 mesi. Multa di 20mila euro
Cala definitivamente il sipario sull’inchiesta che aveva coinvolto la Ecolando di Fossò.
Ieri mattina, davanti al gip Barbara Lancieri, Tiziano e Nicola Lando hanno patteggiato entrambi nove mesi (con la pena sospesa) così come da tempo aveva chiesto il loro legale, l’avvocato Stefano Marrone. Il gip lagunare ha poi fissato anche una multa di 20mila euro a carico della società.
Tutto ruotava attorno ad un’accusa, formulata dal pubblico ministero Zorzi, di traffico illegale di rifiuti. Secondo la Procura, infatti, i titolari della società avrebbero aumentato in modo truffaldino il peso dei rifiuti che arrivavano agli impianti di Fossò e Sant’Angelo di Piove di Sacco (in provincia di Padova), per poi fingere il trattamento. Secondo il pm sarebbero stati cambiati i codici Cer (Codice europeo dei rifiuti) per farli figurare meno pericolosi.
Una tesi che l’avvocato Marrone ha sempre contestato sostenendo in più riprese che quei rifiuti non erano affatto pericolosi. Va poi ricordato che dallo scorso novembre era stato disposto il dissequestro degli impianti e che quindi l’attività era tornata regolare dopo circa due mesi.
«Siamo soddisfatti perchè il gip ha accolto le nostre richieste – spiega l’avvocato Marrone – e quindi l’intera storia si è ridimensionata. L’attività è ripresa già da diverso tempo e ora tutta questa vicenda è definitivamente chiusa».
E dopo un’iniziale provvedimento di arresti domiciliari nei confronti dei due indagati, a fine novembre il Tribunale ha poi revocato anche il divieto di dimora a Campolongo Maggiore.
Va detto che in questi mesi la Ecolando ha di fatto seguito tutta la procedura prevista per questo tipo di attività compresa, come conferma il legale, l’installazione di alcune telecamere.
Nuova Venezia – Mira. Record di multe per abbandono di rifiuti
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27
gen
2015
I 623 rilievi del 2014 collocano il comune della Riviera fra i peggiori della provincia
MIRA – Record di sversamenti di rifiuti a Mira con 623 rilievi per abbandoni di rifiuti, 124 verbali elevati (il 63% a residenti fuori Comune) e sanzioni per 20.667 euro. I verbali elevati nel 2013 erano 121. Questi i dati dell’attività degli ispettori ambientali di Veritas nel Comune di Mira.
Un dato che colloca Mira con Scorzè (che ha lo stesso numero di verbali elevati) fra i peggiori della provincia di Venezia.
Dei 124 verbali, 84 hanno riguardato utenze domestiche, 39 utenze commerciali,uno è stato fatto a una società. Per la maggior parte si è trattato di conferimenti difformi (100), e per il 50% dei casi si è arrivati al trasgressore dall’esame del contenuto dei rifiuti. Quasi sempre si è trattato di rifiuti urbani, in alcuni casi (15) di rifiuti speciali.
Significativo il dato dei rilievi per abbandono senza l’individuazione del responsabile: ben 623, come pure quello delle azioni di informazione all’utente per una corretta differenziazione: 894, di cui 871 a utenze domestiche. Dai verbali emerge anche una mappa delle vie in cui più spesso avviene l’abbandono di rifiuti o il loro conferimento senza una corretta differenziazione.
Al primo posto ci sono via Malpaga fra Borbiago e Marano e via Foscara a Malcontenta, ciascuna con 27 verbali elevati, seguono via Bastiette (15 verbali) a Dogaletto , via Ghebba (11) a Oriago e via del Curano (9) a Mira Porte.
Per quanto riguarda i trasgressori non residenti, la maggior quota di sanzioni ha riguardato abitanti del Comune di Venezia (33), seguiti da Spinea (8), Campagna Lupia (7), Camponogara e Mirano (5).
Il report 2014 sull’attività di vigilanza e di informazione degli ispettori ambientali di Veritas nel Comune di Mira conferma che c’è ancora molto da fare per arrivare a una generale consapevolezza dell’importanza di una corretta differenziazione dei rifiuti.
Sulla questione interviene l’assessore All’ambiente Maria Grazia Sanginiti: «Il lavoro paziente e quotidiano degli ispettori Veritas è fondamentale per educare al corretto e generalizzato riciclo dei nostri rifiuti. È importante capire che meglio lo si fa, meglio è tutelato l’ambiente, ma soprattutto c’è un’importante ricaduta economica, che si traduce in risparmio per il Comune di Mira e di riflesso per i cittadini, perché è il rifiuto indistinto quello che più pesa sulla bolletta finale. Per questo ci stiamo muovendo verso l’adozione del porta a porta in tutto il territorio, con puntuale tariffazione del rifiuto prodotto».
Alessandro Abbadir
Gazzettino – Dolo. Traffico di rifiuti, accuse prescritte non si procede contro i sei imprenditori.
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24
gen
2015
L’accusa era pesante: traffico di rifiuti. Ma il procedimento è rimasto fermo per anni e, di conseguenza, ieri pomeriggio il giudice Enrico Ciampaglia, è stato costretto a dichiarare per tutti gli imputati il non doversi procedere per intervenuta prescrizione, accogliendo l’istanza presentata dalla difensa.
Il presunto traffico di rifiuti pericolosi risale al 2003 ed era venuto alla luce nel 2005, quando furono arrestati con l’accusa di aver smaltito in maniera illecita le vecchie traversine ferroviarie che, nonostante siano impregnate di una sostanza altamente cancerogena, il creosoto, venivano riutilizzate per realizzare palizzate da giardino e mobilio finiti nelle case e nei giardini di mezza Italia. Al processo si era costituita parte civile la Provincia di Venezia con l’avvocato Elio Zafalon. Gli imputati erano difesi dagli avvocati Stefano Marrone, Federica Santinon e Giovanni Vasoin De Prosperi.
Nuova Venezia – Spinea “Grazie ai cittadini ricicloni”
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24
gen
2015
L’assessore all’ambiente Busatta sottolinea i meriti della gente
SPINEA «Spinea riciclona? Il merito è dei cittadini». Così la vicesindaco e assessore all’ambiente Stefania Busatta commenta il primo posto della città nella classifica per la raccolta differenziata. Nel 2014 Spinea sfiora l’80% di rifiuto da riciclare e guarda tutti dall’alto, confermandosi regina di tutto il bacino provinciale gestito da Veritas.
«Merito dei nuovi cassonetti a calotta», spiega la stessa Veritas. «Merito soprattutto degli spinetensi», precisa Busatta. «Un risultato eccezionale», commenta la vicesindaco, «ottenuto grazie a cittadini attenti e sensibili alle tematiche ambientali e al percorso intrapreso con l’attivazione dei cassonetti a calotta, la raccolta domiciliare degli ingombranti, l’ampio orario dell’ecocentro, la presenza mensile degli ecomobili nei quartieri e i progetti di educazione e comunicazione ambientale. L’obiettivo deve essere ora la riduzione della produzione di rifiuti e anche per questo in aprile replicheremo, tra le altre iniziative, il mercatino del riuso e del baratto».
Entrando nel dettaglio, lo scorso anno a Spinea sono stati richiesti dalla cittadinanza ben 278 interventi degli ispettori ambientali, effettuate 447 azioni di informazione ed educazione all’utenza, ben 31 sono stati i verbali (7 a persone provenienti da fuori comune), per un totale di circa 5.167 euro di sanzioni, nella maggior parte dei casi per abbandono di rifiuti fuori dalla campana. Busatta ha però ricordato anche il ruolo dei volontari impegnati nel controllo delle isole ecologiche e nel segnalare ogni tipo di anomalia.
(f.d.g.)
Nuova Venezia – “Siamo la terra promessa per gli ecocriminali”
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23
gen
2015
La nostra è la prima regione italiana per fatturato del mercato illegale dei rifiuti speciali. LegAmbiente: «Livello di omertà di tipo mafioso»
MESTRE – Il succo è: facciamo tutti gli scongiuri. Perché se la Procura di Venezia dimostrerà in tribunale i suoi sospetti vorrà dire che negli ultimi 15 anni in Veneto la gestione dei rifiuti, e in particolare dei rifiuti industriali, è stata affidata a una cricca di poche persone che ha governato tutto per il proprio interesse economico: dalla commissione per la valutazione impatto ambientale (Via) a quella tecnica ambiente, fino ai controllori “indipendenti”, cioè quegli organismi che certificano che tutto vada bene.
Il risultato è che il Veneto è la seconda regione italiana per produzione di rifiuti speciali industriali, ne produce 14 milioni di tonnellate all’anno, ed è la prima in Italia per fatturato del mercato illegale dei rifiuti speciali: 149 milioni di euro ogni anno.
In pratica quindi il Veneto è la regione che ingrassa di più i criminali che avvelenano acqua, terra e aria con rifiuti illegali.
Il rapporto di LegAmbiente Veneto e dell’Osservatorio ambiente e legalità di Venezia fa accapponare la pelle. Più della Campania, in campo ambientale la nostra terra è stata abbandonata alla totale assenza di regole e controlli dall’unico ente che avrebbe dovuto sovrintendere: la Regione. Infatti mentre nelle altri regioni italiane vengono accertati più reati (Campania 953 nel 2013, Puglia 469, Calabria 452), nel Veneto, nonostante qui gli ecocriminali facciano più affari, i reati accertati nel 2013 sono stati solo 271.
«Noi siamo esportatori di rifiuti ed esportatori di ecocriminalità», spiega Gianni Belloni, esperto dell’Osservatorio ambiente e legalità, «stiamo assistendo all’aumento dei pestaggi, incendi e intimidazioni nell’ambiente del riciclo e, purtroppo, anche nei confronti degli investigatori impegnati a tenere a freno i criminali».
«I più comuni trucchi», continua Belloni, «sono tre: i rifiuti pericolosi vengono smaltiti mescolandoli a terra, talvolta venendo poi rivenduti come fertilizzanti, con un impatto devastante sugli alimenti. Oppure i rifiuti pericolosi entrano negli stabilimenti per la loro inertizzazione e ne escono tali e quali ma con un’altra bolla e un’altra classificazione molto meno pericolosa. Infine spesso si trasportano materiali molto complessi e pericolosi che sono trattati solo per l’1 per cento di molte tonnellate. Poi tutto viene sepolto sotto strade e fondazioni, il cosiddetto “materiale di sovvallo”, anche se è tutto smaltimento illegale di rifiuti pericolosi».
Amara l’analisi di Gigi Lazzaro, presidente di LegAmbiente Veneto: «Ricordo che finora nessuno ha ancora pagato per i disastri ambientali che ha fatto a fine di lucro. Questo perché nel nostro codice manca ancora il reato di “disastro ambientale” di cui si parla da anni ma che nessuno ha ancora visto. Senza questo articolo penale si continuerà a non poter perseguire chi ci avvelena. L’assurdo è che se domani si scoprisse un’industria o uno smaltitore che avvelena il suolo, ai cittadini resterebbero i veleni, agli enti pubblici resterebbero i costi della bonifica e agli avvelenatori i soldi che si sono intascati. Nessuno ad ora può essere chiamato a ripagare. E questo senza che le Regioni e il Veneto in particolare abbiano mai alzato la voce».
«Oramai nel Veneto in tema di ecocriminalità, cioè di avvelenamento dell’ambiente in cui viviamo», conclude amaro Lazzaro, «c’è un livello di omertà che non ha nulla di differente da quelli che chiamiamo mafiosi».
Ugo Dinello
Nuova Venezia – Marghera. Alles ricorre al Consiglio di Stato.
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23
gen
2015
Contro la bocciatura dell’ampliamento decisa dal Tar a luglio dell’anno scorso
MARGHERA – Il revamping di Alles, la società del gruppo Mantovani che a Marghera tratta rifiuti speciali, era stato bocciato dal Tribunale amministrativo con una sentenza il 10 luglio scorso. Conseguenze di quella sentenza del Tar furono l’annullamento della delibera regionale di autorizzazione contro cui si era rivolto ai giudici il Comune di Venezia, con l’appoggio del Comune di Mira, di associazioni ambientaliste, comitati e semplici cittadini.
Ora, proprio contro la sentenza dei magistrati del Tar del Veneto (presidente Giuseppe Di Nunzio; consiglieri Riccardo Savoia e Marco Morgantini) dopo la camera di consiglio di aprile 2014, Alles ha deciso di ricorrere in consiglio di stato.
La notizia era nell’aria da tempo ma la conferma arriva leggendo tra le righe di una determina dell’avvocato Antonio Iannotta, direttore dell’Avvocatura civica del Comune di Venezia, che affida all’avvocato Nicolò Paoletti di occuparsi del patrocinio del Comune di Venezia nel ricorso in appello presentato da Alles che punta ad ottenere dal consiglio di stato l’annullamento della sentenza del Tar del 10 luglio dello scorso anno.
Quella sentenza era arrivata quasi un mese dopo lo scandalo Mose che ha portato allo scioglimento della giunta Orsoni e del consiglio comunale. La bocciatura dell’ampliamento dell’impianto che tratta rifiuti speciali anche pericolosi era arrivata dopo una sospensione per un anno decisa dalla terza sezione del Tar nell’agosto 2013. La sentenza annullava la delibera regionale 448 del 10 aprile 2013 che autorizzava il revamping dell’impianto esistente della Alles di Malcontenta nonostante i pareri contrari degli enti locali.
Ora la vicenda torna di fronte ai giudici, stavolta del Consiglio di stato. Secondo i giudici del Tar veneto l’ampliamento non era un adeguamento ma prevedeva «una significativa modifica del numero di codici autorizzati e di operazioni autorizzate».
Nuova Venezia – Spinea e il Miranese sono i paesi più “ricicloni”
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23
gen
2015
Ecco i dati ufficiali Veritas. Al secondo posto Martellago, poi Scorzè
Bene anche la Riviera del Brenta. Ultima Venezia che però sta migliorando
SPINEA – La zona del Miranese campione di riciclo: nel 2014 tre comuni del comprensorio occupano il podio della classifica di Veritas sulla raccolta differenziata.
La regina è Spinea, che ha fatto registrare il 79,52% di rifiuti e materiali raccolti, smaltiti in maniera separata e poi riciclati. Seguono, nell’ordine, Martellago (79,09%) e Scorzè (78,20%). Tutti e tre i comuni devono il loro ottimo risultato alla recente introduzione della raccolta del secco in cassonetti a calotta, ovvero quelli apribili solo con la chiave personale.
Ma il trend positivo riguarda tutto il territorio dove Veritas gestisce il servizio di raccolta dei rifiuti: la percentuale complessiva è infatti passata dal 58,34% del 2013 al 62,91% del 2014.
Provincia. Giù dal podio si distingue la Riviera del Brenta: Campagna Lupia ha ottenuto lo scorso anno il 77,83% di differenziata ed è il primo dei comuni con sistema di raccolta porta a porta, quindi con pagamento a corrispettivo.
Seguono Campolongo Maggiore (72,65%) e Camponogara (76,12%), anch’essi con sistema porta a porta.
Allargando il raggio d’azione, bene Cavallino-Treporti (68,71%, con porta a porta), poi Cavarzere (68,49%), che opera un sistema misto: porta a porta e cassonetti.
Chioggia registra il 62,29%, sempre con sistema misto, Dolo il 63,92%, Fiesso d’Artico il 69,38%, Fossò il 78,17%.
Il resto della classifica vede Marcon (72,23%), Meolo (77,90%), Mira (59,13%), Mirano (75,42%,), Mogliano (72,61%), Noale (76,90%), Pianiga (76,21%), Quarto d’Altino (72,71%), Salzano (73,29%), San Donà di Piave (77,33%), Santa Maria di Sala (76,10%), Stra (69,93%), Venezia (51,05%). Fanalino di coda è Vigonovo con il 65,34%.
Venezia. Nel Comune di Venezia superata dunque la soglia fatidica del 50%. Pur lontano dai primi, il capoluogo è in sensibile miglioramento, avendo registrato solo un anno prima il 43,17% di differenziata.
In particolare, Venezia, Murano e Burano hanno raggiunto il 25,96% ma sono Pellestrina e Lido (dove da circa un anno sono stati collocati i cassonetti a calotta) a fare registrare la migliore performance, passando dal 28,21% del 2013 al 54,96 dell’anno scorso.
Mestre. Anche Mestre è in crescita (64,20%), trascinata da Mestre-Carpenedo (58,93%, dal 46,22% del 2013), ultima municipalità in ordine di tempo a utilizzare i cassonetti per il secco a calotta. Restano invece stabili, ma comunque su buone percentuali, Chirignago-Zelarino (74,28%), Marghera (66,53%) e Favaro (65,64%).
Filippo De Gaspari
Gazzettino – Spinea vince lo scudetto dei rifiuti
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23
gen
2015
DATI DI VERITAS – Riciclato correttamente più del 70 per cento dei rifiuti
Non è certo una rivelazione sul podio veneziano della raccolta differenziata. Questa volta però Spinea batte tutti e si piazza al primo posto conquistando la medaglia d’oro di Veritas. Gli spinetensi nel 2014 hanno raccolto, smaltito correttamente e riciclato il 79,52% dei rifiuti.
Ovviamente soddisfatta l’assessora all’ambiente Stefania Busatta: «L’eccezionale risultato è merito di una cittadinanza attenta e sensibile alle tematiche ambientali e al percorso intrapreso negli ultimi anni: con l’attivazione dei cassonetti a calotta, la raccolta domiciliare degli ingombranti, l’aumento degli orari di apertura dell’ecocentro, la presenza mensile degli ecomobili nei quartieri e la continua educazione e comunicazione ambientale rivolta a tutta la cittadinanza». In un anno sono state organizzate venti serate informative a cui partecipavano anche diverse centinaia di persone e alcuni eventi specifici, tra i quali quello per il riuso e il riciclo.
Il nuovo sistema con i cassonetti a calotta, invece, è stato avviato nel 2011, prima nel perimetro e poi in tutto il territorio, per dare il tempo ai cittadini di abituarsi ed evitare l’abbandono o la migrazione dei rifiuti. Quest’anno invece non sono mancate le sanzioni degli ispettori ambientali Veritas impegnati in attività di controllo, chiamati a informare, controllare ed eventualmente multare chi non rispetta le regole del decoro urbano e il corretto conferimento dei rifiuti.
Ecco i dati principali del servizio svolto nel 2014 a Spinea. Circa 400 sono le ore di controlli effettuati. Sono stati inoltre richiesti dalla cittadinanza ben 278 interventi. Sono state effettuate 447 azioni di informazione ed educazione all’utenza, con 31 verbali staccati di cui 7 a persone provenienti da fuori Comune, per un totale di oltre 5mila euro di sanzioni. Nella maggior parte dei casi si tratta di abbandono di rifiuti fuori dalla campana.
«Il Comune si è attivato facendo un’ampia campagna di informazione e sensibilizzazione – conclude l’assessora – e qualsiasi segnalazione viene raccolta non solo sul sito istituzionale e dall’ufficio ambiente, ma anche attraverso i social network. In tutto questo un ruolo insostituibile lo hanno i volontari che ogni giorno donano il loro tempo alla città. Il prossimo obiettivo sarà produrre meno rifiuti».
Melody Fusaro
Nuova Venezia – Don Bizzotto con 200 comitati: “Salviamo il Veneto”
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11
gen
2015
PADOVA – Dopo aver riunito più di 200 persone provenienti dalle associazioni e dai comitati ambientalisti veneti e dopo aver raccolto 15 mila osservazioni di cittadini allarmati dal dissesto idrogeologico e preoccupati per la propria salute, la Rete dei comitati veneti “Noi siamo Terra”, coordinata da don Albino Bizzotto, dei Beati costruttori di pace, ha presentato alla Regione Veneto un documento che mette nero su bianco i “no” della popolazione: no al project financing, né per le autostrade, né per gli ospedali.
No a piani casa che danno la possibilità di edificare senza regole a fronte di 400 mila case vuote e di fronte alla disperata richiesta di case a basso prezzo. No alle grandi opere. No al ddl del ministro Lupi che affida ai privati, sottraendole agli amministratori locali, le scelte sulle trasformazioni urbane. No all’abbandono e alla vendita di case Erp. No alla vendita del patrimonio demaniale. No all’agricoltura chimico-industriale e sì a quella biologica, purché non sia riservata solo ad una nicchia. No alle bio masse perchè non sono rinnovabili.
Si agli ecoquartieri; agli investimenti pubblici; ad un premio ai Comuni che riducano la superficie impermeabile; alle risorse europee; alla perequazione virtuosa; ad un piano del verde e ad una legge regionale che blocchi immediatamente il consumo di suolo.
«Il Veneto », tuonano i Comitati , «può e deve puntare alla riduzione del 20% dei rifiuti prodotti e almeno all’80% di raccolta differenziata e riciclo, attraverso il sistema del porta a porta. Vanno chiusi i due inceneritori di Padova e Schio e avviate indagini epidemiologiche sugli effetti sanitari degli stessi inceneritori. Dobbiamo fermare un processo di mercificazione che non ha riscontro nella storia ma produce un impatto devastante sull’ambiente, sulla nostra salute e sulla qualità della vita. Difendiamoci dalla privatizzazione».
Gli approfondimenti sono reperibili sul sito www.comitativeneti.alternvista.org. «Acqua, aria, terra ed energia riguardano il vivere di tutti», scandisce don Albino, «trasversalmente riguardano la nostra salute e il lavoro. Eppure la politica fino ad oggi ha fallito e deluso le aspettative caricando in maniera insopportabile il territorio in un gioco al massacro per mettere in salvo i soldi, il guadagno economico».
Elvira Scigliano
Gazzettino – Zero Branco. Zero Branco. Ex Mestrinaro e radicchio rosso: il Pd “invita” Zaia.
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7
gen
2015
ZERO BRANCO – (N.D.) Il Circolo del Pd di Zero Branco ha provocatoriamente invitato il presidente della Regione Luca Zaia ad un incontro conviviale per degustare piatti a base di radicchio, alla condizione però che ritiri la sua firma dalla delibera per l’avvio delle attività per l’installazione di “una vera e propria bomba ecologica” negli impianti dell’ex ditta Mestrinaro.
La lettera è stata fatta pervenire a Zaia quattro giorni prima dall’inaugurazione della 22. mostra del radicchio in programma a Zero Branco sabato alle 10.30. Il Pd dà per scontato che all’apertura della mostra Zaia, come negli anni scorsi. ci sarà.
«Speriamo che anche questa volta raccolga l’invito perchè -spiega il Pd- se dovesse avviarsi l’attività nel sito dell’ex Mestrinario sicuramente sarà costretto, nei prossimi anni, a mangiare altro e altrove, se vorrà avere riguardo per la sua salute. Ci piacerebbe sapere cosà dirà il giorno dell’inaugurazione agli agricoltori e agli abitanti di Zero Branco. Scruteremo l’espressione del suo viso e presteremo attenzione al tono delle sue parole, per capire con quale coraggio propinerà i soliti discorsi d’occasione inneggianti all’agricoltura e ai suoi prodotti, dopo aver avvallato con la sua firma, insieme con la sua Giunta, l’avvio delle attività nell’ex Mestrinaro. Abbia il coraggio di dire pubblicamente – aggiunge il Pd – che l’impianto ex Mestrinaro per il trattamento dei rifiuti pericolosi non verrà mai aperto nel comune di Zero Branco e che ritirerà l’ultima delibera che ha firmato».
Continua così il braccio ferro che dura da un anno ormai tra il Pd di Zero Branco e il presidente della Regione Zaia sull’attività dell’ex Mestrinaro che ha operato per decenni nell’area agricola di via Bertoneria a Sant’Alberto.
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